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Attualità

“Life Milvus”: le Unità Cinofile Antiveleno perlustrano il Parco Aspromonte


Edil Merici

Dall’Ufficio Stampa Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte

Dal 23 al 26 maggio tre Unità Cinofile Antiveleno dei Carabinieri forestali, composte da tre conduttori e da 4 cani, hanno effettuato ispezioni nel Parco Nazionale dell’Aspromonte per verificare l’eventuale presenza e uso nel territorio di bocconi avvelenati.
L’operazione Milvus è stata condotta dalle UCA del Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari dei Carabinieri in coordinamento con l’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte e in sinergia con il Raggruppamento Carabinieri Parchi Reparto PN Aspromonte. L’iniziativa sarà ripetuta periodicamente grazie a un accordo che Ente Parco e CUFAA hanno stipulato nell’ambito del progetto Life Milvus con l’obiettivo di collaborare nella prevenzione e contrasto all’uso illegale del veleno.
Questa pratica, purtroppo, è molto diffusa in Italia e provoca ogni anno la morte di centinaia di animali domestici e selvatici, comprese specie rare e minacciate. Il veleno viene utilizzato soprattutto, e inutilmente, per eliminare potenziali predatori del bestiame incustodito o di specie cacciabili, nelle dispute tra cercatori di tartufi o, più semplicemente, per regolare dissidi tra vicini di casa.
L’uso di esche e bocconi avvelenati ha conseguenze imprevedibili e può provocare la morte di numerosi animali: quelli che ingeriscono direttamente il veleno e quelli che si cibano di animali morti avvelenati. Si tratta di un reato odioso, che viene punito in base a vari articoli del Codice Penale oltreché a varie leggi nazionali e regionali e a una specifica Ordinanza del Ministero della Salute.
Le ispezioni delle UCA si sono concentrate nella parte meridionale del Parco, nella quale tra pochi mesi avrà luogo la liberazione di giovani nibbi reali come prima tappa di un programma di reintroduzione che, nell’arco di alcuni anni, punta a riportare questo splendido rapace a volare nei cieli dell’Aspromonte.
L’importante iniziativa di conservazione viene realizzata grazie al progetto Life Milvus, cofinanziato dalla Commissione Europea, del quale l’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte è il coordinatore, affiancato dalla Società per Azioni e-distribuzione, Regione Calabria e dall’Associazione Conservatoire des espaces naturels de Corse (Corsica).
Il nibbio reale, che non nidifica più in Calabria meridionale da molti decenni, è una specie considerata vulnerabile a livello italiano. Pur non avendo alcun impatto negativo sulle attività umane, ha subito una drammatica diminuzione nel secolo scorso principalmente a causa del bracconaggio.
Una delle minacce più gravi per la sua conservazione è anche l’uso di bocconi avvelenati, perché il nibbio reale si alimenta principalmente di animali morti e questo importante ruolo ecologico di spazzino dell’ambiente naturale, che elimina residui potenzialmente pericolosi e ricicla biomassa, può costargli la vita.
Le ispezioni sin qui effettuate non hanno rilevato la presenza di veleno, comunque le UCA effettueranno controlli periodici e interverranno con urgenza qualora dovessero verificarsi episodi sospetti. Le UCA sono in grado di individuare bocconi e carcasse così come di rinvenire sostanze tossiche pure e di supportare i carabinieri forestali nello svolgimento di perquisizioni.
L’Ente Parco, inoltre, ha in programma varie attività di sensibilizzazione che puntano a far conoscere il nibbio reale alla popolazione e a coinvolgerla nella reintroduzione di questo magnifico rapace, che merita di tornare a colorare i cieli dell’Aspromonte.
Per ulteriori informazioni sul progetto Life Milvus clicca qui.


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