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Costume e SocietàLetteratura

La diffamazione da parte del re

Templari - Alla ricerca del Libro dei morti XX


Edil Merici

Di Francesco Cesare Strangio

Le accuse mosse da Filippo IV erano basate su di una problematica abbastanza difficile da risolvere; consisteva nel debito che aveva riscontrato con l’Ordine stesso. Probabilmente Filippo IV, oltre al debito che non riusciva a pagare, aveva sviluppato l’idea di impossessarsi del grande tesoro trasportato da Cipro a Parigi. Tesoro accumulato durante l’attività di gestione dei fondi della Chiesa e dei privati che avevano effettuato versamenti nelle casse del Tempio.
La Francia era impegnata sul piano bellico contro l’Inghilterra e tutto ciò richiedeva uno sforzo economico non indifferente. Senz’altro Filippo IV sperava molto nei Templari, sia riguardo al debito pregresso sia per altri ulteriori prestiti. La Francia stava scivolando rapidamente verso la bancarotta, cosa che avrebbe messo la Corona fuori gioco. La prima reazione di Filippo fu quella di alterare il contenuto aureo della moneta francese ma, per tale grave decisione, Parigi si rivoltò. Il Re si rifugiò nella torre del Tempio, nel Marais.
Quando le acque si furono calmate e la vicenda terminò, pretese dal tesoriere centrale del Tempio (Jean de Latour) trentamila fiorini d’oro, cifra di non poco conto: soldi per la maggior parte di proprietà dei privati.  De Latour fece tutto di sua iniziativa e all’insaputa del Gran Maestro del Tempio, che in quel periodo si trovava a Oriente. Per quella iniziativa del tutto arbitraria, il Gran Maestro lo fece espellere dal Tempio. Quando il Re apprese la notizia, si adirò e fece pressioni per fare reintegrare l’uomo che lo aveva favorito. La cosa non si dimostrò facile, in quanto il Gran Maestro rifiutò di reintegrare De Latour. A tale rifiuto, il re si rivolse direttamente al Papa affinché obbligasse i Dignitari del Tempio a revocare l’espulsione, cosa che il Pontefice fece tempestivamente.
Gli equilibri tra potere laico e religioso iniziavano a venir meno. C’erano le avvisaglie di un cammino difficile per i Cavalieri Templari. Iniziò un periodo di turbolenza politica, un braccio di ferro tra la struttura militare vicina al Papa e quella Diplomatica e Finanziaria. I dissapori portarono, nel giro di poco tempo, alle dicerie che il Re abilmente amplificava e strumentalizzava.
Tutto ciò portò a ingrossare rapidamente il fiume delle congiure. All’incalzare del ritmo delle dicerie, il Papa si trovò costretto a fare richiesta ai Cavalieri Templari di fargli avere una copia scritta delle regole dell’Ordine. Il Re, nel contempo, fece infiltrare dodici spie con il compito di costruire delle false prove che potessero mettere sotto processo i Templari, con l’accusa di eresia e di apostasia religiosa, tanto da indurre il Papa a sopprimere l’Ordine Monastico.
Era l’Anno Domini 1307, quando Clemente V manifestò il desiderio di aprire un’inchiesta ufficiale sulla condotta dell’Ordine Templare. La concomitanza di una serie di vicende, come la salute del Papa, compromise negativamente la posizione dei Templari. Si presume che il papa Clemente V fosse stato colpito da un tumore all’intestino, cosa che lo portò a essere meno attivo e poco incisivo sulle posizioni assunte a favore dei Cavalieri. Di contro, vi era il Re con una forte volontà e ben determinato a cancellare il debito pregresso, oltre che a impossessarsi del tesoro dei Templari.
Il mancato controllo dell’inquisizione da parte del papato, fu un altro tassello che giocò a favore di Filippo. Lo stesso Papa si trovò costretto a mandare più volte dei suoi rappresentanti per verificare la condotta dei Giudici.
Era la mattina del 3 ottobre, quando il Barone di Altavilla si recò al Tempio per conferire con il Gran Maestro che lo ricevette riservandogli affetto e sincera fratellanza. Il Barone raccontò al Gran Maestro che la notte prima aveva sognato i tre personaggi che gli avevano fatto compagnia presso la Valle dei Re a Tebe. I tre gli avevano riferito che la loro presenza era dovuta al fatto che sull’Ordine del Tempio incombeva un grande pericolo, perciò doveva prendere le pergamene del Libro dei Morti e metterle in un luogo sicuro.
Il Gran Maestro si dimostrò seriamente preoccupato e gli confidò che il Re stava preparando qualcosa contro l’Ordine, ma in ogni caso riteneva che il Papa avesse preso le loro difese e che sicuramente non avrebbe permesso al Monarca di torcere un solo capello ai Cavalieri.
«In ogni caso – disse il Gran Maestro al Barone – prendi tutte le pergamene e portale dove sai tu; d’altronde sei stato tu a copiarle e portarle in Europa. Per sicurezza, parti domani prima dell’alba». Il Barone eseguì l’ordine alla lettera e prima dell’alba si trovò oltre il limite di Parigi in direzione di Altavilla.
Alle prime ore del 13 ottobre 1307, su ordine di Filippo IV il Bello Re di Francia, vennero arrestati tutti i Templari su territorio francese. Tutto avvenne con rapidità, una retata simultanea preparata da mesi attraverso diffamazioni e dicerie varie.

Continua…

In foto: Filippo il Bello Di Diego Velázquez


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