Perché è importante non disperdere l’occasione del Referendum
Di Rosario Scarfò – Avvocato del Foro di Locri
A pochi giorni dall’appuntamento referendario, appare doveroso, opportuno e necessario, per quella che è la storia della nostra città, patria del primo legislatore dell’occidente, Zaleuco, che sia anche la voce di chi questa storia la vive quotidianamente a dare un’opportunità ai meno tecnici e meno esperti della materia giuridica sul perché dei quesiti posti e di quello che potrebbe essere, a modesto avviso di chi scrive, la chiave di lettura ordinatrice di un’area istituzionale molto spesso poco compresa dai fruitori finali: i cittadini.
La materia referendaria spazierà dalla separazione delle funzioni dei magistrati, alla nomina degli stessi all’interno del Consiglio Superiore della Magistratura, dall’abolizione della Legge Severino, alla rideterminazione dei parametri per l’applicazione delle misure cautelari personali, oltre che all’opportunità di giudizio sull’operatività dei magistrati da parte di avvocati e professori universitari.
Premesso altresì che si tratta di referendum abrogativo, deve essere chiaro che la chiamata al voto riguarda il mantenimento in vita o l’eliminazione della norma esistente; pertanto, esprimendosi con un SÌ si vuole cambiare la norma esistente, mentre votando NO si intende mantenere in vita la detta disciplina legislativa.
È fondamentale, trattandosi di referendum, il raggiungimento del quorum, che deve essere pari al 50%+1 degli elettori, altrimenti non avrà alcun valore.
Certi e convinti che i quesiti posti siano stati trattati con un linguaggio eccessivamente specialistico, bisogna ricordare l’importanza della partecipazione al voto considerato che, da quasi trentacinque anni (ovvero dal cosiddetto caso Tortora) non si è chiamati a esprimersi su materie che riguardano il sistema giudiziario del nostro Paese.
Ribadendo nuovamente l’importanza della partecipazione, tale opportunità non dovrà essere dispersa, anche in ragione della possibilità di modifica dell’architettura costituzionale e del necessario riequilibrio dei poteri dello Stato.
Non avendo la presunzione di spiegare il contenuto specifico dei singoli quesiti, sarà sufficiente rammentare quante volte abbiamo espresso il nostro disappunto per le modalità di elezione dei membri all’interno del CSM (vedasi caso Palamara), così come abbiamo per tante volte contestato la facilità del ricorso all’applicazione della misura cautelare ed egualmente non abbiamo condiviso la carenza di sufficienti garanzie circa il coinvolgimento dell’avvocatura nelle scelte fondamentali riguardanti l’amministrazione della giustizia e ciò non rappresenta altro che un’estensione democratica delle funzioni dell’avvocatura all’interno delle istituzioni con un ruolo di tutela e di garanzia dei diritti dei cittadini.
Da ultimo, appare necessario delegare alla sensibilità dei singoli elettori la scelta di dare l’opportunità o meno di ricoprire cariche politiche e istituzionali a chi ha subito pregiudizi penali pur non definitivi, nel rispetto del principio di innocenza così come costituzionalmente espresso
Buon voto.
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