Di Francesco Salerno
Tutti abbiamo sentito, almeno una volta nella vita, la famosa massima attribuita ad Albert Einstein: “Due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, ma non sono sicuro dell’universo.”
Ebbene, per noi italiani esiste un’altra cosa chiaramente infinita: il menefreghismo totale verso le questioni vitali che governano le nostre vite.
Siamo tutti sempre pronti a scendere in piazza e discutere 12 ore di fila di calcio, film o qualsiasi altra cosa superflua ma, se si tratta di decidere qualcosa di importante, allora preferiamo restare a casa con Netflix e una Coca Cola ghiacciata.
Ieri, il referendum sulla giustizia non ha raggiunto il quorum, registrando gli indici di partecipazione alle urne più bassi mai visti (20,93% degli elettori recatisi alle urne in tutta Italia, 20,03% se guardiamo ai dati relativi alla nostra regione).
Dalle poche schede compilate è risultato chiaro che il SÌ aveva praticamente vinto per ogni quesito proposto, ma ciò non basta a rendere effettivi i cambi di legge. Nessuno è andato a votare.
Menefreghismo? Qualunquismo? Boicottaggio governativo? Un po’ tutto questo, probabilmente.
Questo referendum è stato forse l’atto governativo meno pubblicizzato della storia della Repubblica. Ore e ore di trasmissioni, interviste, approfondimenti sulla guerra in Ucraina ma meno di 10 minuti filati per un qualcosa che colpisce direttamente le nostre vite.
Indipendentemente da quella che era l’idea di ciascuno in merito ai quesiti proposti, si è scelto semplicemente di bissare la chiamata al voto, dimostrando così quanta importanza diano gli italiani alla politica del loro Paese.
Molti leader politici hanno già stappato lo champagne per questo risultato indecente, mentre magistrati vari hanno tronfiamente dichiarato che l’assenza alle urne è stata frutto del buonsenso degli italiani che avevano inteso questo referendum come un attacco alla magistratura stessa.
Perché, ovviamente, la magistratura italiana è così perfetta, onesta e funzionale che guai ad attaccarla. Sarebbe un sacrilegio. Dio non voglia che qualche giudice o magistrato caschi dal trono…
Il governo, dal canto suo, ha fatto di tutto per far intendere il proprio pensiero, arrivando a far pubblicare addirittura il proprio consiglio e la propria opinione ai votanti. Cosa che, francamente, mi sarei aspettato da uno stato come la Russia e non dalla tanto libera e democratica Italia. Forse dovrei ricredermi…
Ma, in verità, malgrado tutto ciò, non mi sento di colpevolizzare il governo, l’informazione asservita o la mancata pubblicizzazione del referendum. Gli unici colpevoli di questo risultato, della mancanza totale di interessa per la cosa pubblica, siamo noi.
Semplicemente noi.
Perciò ecco cosa fare: quando vi ritroverete al bar, in piazza, dalla parrucchiera o semplicemente in famiglia e cercherete un colpevole per ciò che è successo, non andate a cercarlo troppo lontano. Vi basterà fissarvi allo specchio.
Foto: bergamonews.it