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Costume e Società

L’ultimo giorno di scuola… al museo


Edil Merici

Il 9 giugno, ultimo giorno di scuola per gli studenti calabresi, è stato certamente diverso dal solito per gli alunni dell’ultimo anno dell’Istituto comprensivo San Francesco di Palmi. Infatti una cinquantina circa di scolari delle classi 5ªA, 5ªD e 5ªE, accompagnati dalle maestre Angela Todaro, Antonella Pace, Giuliana Martire e Gabriella Germanò, hanno effettuato un viaggio di istruzione che li ha portati a visitare due poli museali della Locride: il Museo di Santa Barbara di Mammola e il Museo Archeologico Nazionale di Locri.
Dopo aver visitato il museo d’arte creato dall’artista Nick Spatari, gli alunni del San Francesco hanno visitato nel pomeriggio il Museo archeologico di Locri e l’adiacente sito archeologico di Locri Epizefiri, avendo come guida Davide Codespoti, che li ha accompagnati in questo tour culturale per conto della Rete Museale Regionale della Calabria, diretta da Sergio Basile.
La visita guidata dapprima si è svolta nel parco archeologico adiacente, presso il quale le scolaresche hanno potuto vedere i resti del tempio di Demetra, il tempio di contrada Marasà e il quartiere di Centocamere, dove anticamente risiedevano gli artigiani della colonia greca. Inoltre hanno ascoltato con molto interesse le spiegazioni dettagliate sulla storia, gli usi e i costumi degli abitanti di Locri Epizefiri (come il trucco che i coloni greci usarono per scacciare i Siculi dalla zona e fondare la città, le prime leggi scritte di Zaleuco, il culto di Demetra e di Persefone, molti aspetti della vita politica e sociale del tempo).
Dopo la visita al parco archeologico e una breve pausa, è stato il turno delle sale museali, presso le quali gli alunni sono stati letteralmente rapiti dalla curiosità per gli oggetti antichi esposti nelle teche, in particolare da quelli di vita quotidiana (come collane, anelli, specchi di bronzo, giocattoli di argilla, fusi per il telaio e via discorrendo); ne sono prova le numerosissime foto scattate ai reperti e le frequenti domande poste alla guida per saperne di più sulla loro storia e i loro usi.
Altra particolarità che ha attirato l’attenzione sono state le pinakes, ex-voto consistenti in piccoli quadretti di terracotta legati al culto di Persefone, che raffiguravano scene del suo rapimento a opera di Ade o momenti di lavoro agricolo, che venivano appesi agli alberi adiacenti il tempio della dea, dando così origine al termine pinacoteca, ossia luogo presso il quale si espongono i quadri.
Anche le ricostruzioni delle case e delle fornaci dell’epoca, realizzate magistralmente in minuziosi plastici in scala, hanno entusiasmato i ragazzi, che hanno terminato la visita dopo circa due ore e hanno ringraziato vivamente, insieme alle insegnanti accompagnatrici, il professore Codespoti, la cui guida li ha certamente affascinati verso un mondo, quello storico e archeologico, spesso ritenuto noioso e pedante, ma che in realtà è ricco e magico di emozioni per un passato remoto di cui si sa poco.


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