Di splendore e di vuoto
Di Ugo Mollica
Silenzi e memorie trascina il tempo
sul dorso lungo della sua pagina lieve,
dove talvolta un segnalibro s’impenna
e quel giorno si fascia di storia per sempre.
Sessantadue anni fa sulla via greca d’italia,
la nostra vetusta 106, si è avvertito nell’aria
il profumo d’Olimpia nell’eterna leggenda
dei tedofori e della loro fiaccola d’oro.
Cinquanta estati fa la classica armonia in forma d’arte
è emersa d’incanto, come Afrodite, dal nostro mare,
in una livrea di conchiglie, fra cortei di stupore.
Da poco la luna s’era coperta di sillabe umane,
di passi infantili e di nuova speranza.
Ma la meraviglia del mondo ha puntato il compasso
sulla spiaggia di Riace e di là oltre i confini,
disegnando arcobaleni di entusiasmo e di emozione.
Poi tanti solenni rumori, pellegrinaggi a fiumi, promesse,
poi tante incertezze e poi ancora il silenzio.
Pochi altri segnalibri si son levati intorno
ad incidere di interesse la pagina grigia.
L’ultimo, il 24 febbraio 2022, con fragore di fuoco e di gelo.
L’Ucraina viene assalita e messa in croce,
perché il muro della civiltà è crollato
e l’uomo, che pure ha scalato le stelle,
si è lasciato abbrutire dalla beatitudine buia
del denaro, delle conquiste e del potere
ed è ripartito dalla caverna, con clave e fionde di uranio.
Sono nudi e armati, i messaggeri di quell’aurora sospirata.
Fragilmente umani, ma lucidi e vigorosi.
Nudi, come vere divinità dell’Olimpo infinito
e fieri di averci inondato di misteri e di idee.
Sono qua per difendere quel che resta di civiltà tra di noi
e con noi combattere quelle insidiose, terribili ombre.
Foto: meteoweb.eu