Elezioni Politiche: nichilismo o partecipazione?
Di Maria Concetta Valotta
Negli ultimi anni la percentuale di cittadini recatasi alle urne in occasione delle competizioni elettorali si è ridotta sempre di più. Particolarmente in occasione dei referendum abrogativi e delle politiche si è registrato un crescente calo di presenze, conseguente a un evidente disinteresse popolare.
È un atteggiamento nichilista e niente c’è di più sbagliato!
Chi s’intende di storia conosce le ardue lotte condotte nel XIX e XX secolo per il raggiungimento dell’emancipazione e le faticose conquiste che portarono a ottenere il suffragio universale, che inizialmente fu solo maschile. Soltanto il 1º febbraio 1945 l’Italia legiferò, infatti, finalmente, il suffragio universale femminile sancendo il diritto delle donne di esprimere la propria funzione politica attraverso il voto!
Sto constatando, giorno dopo giorno, in questa mia prima esperienza di politica attiva, come la tendenza all’astensionismo sia dilagante!
Le persone, demotivate, a torto o a ragione, dal decadimento dei valori morali, dalla carenza cronica (soprattutto al Sud) di servizi al cittadino e, non ultimo, dai discutibili risultati politico-sociali ottenuti dalla nostra classe dirigente, rigettano il proprio diritto d’esprimere le proprie libere scelte!
Ma Il diritto al voto è garantito dall’articolo 48 della Costituzione, è personale, libero e segreto e il suo esercizio è soprattutto un dovere civico, un diritto acquisito a fatica ma anche un dovere!
Chi non vota delega agli altri le proprie responsabilità e, quindi, non potrà in alcun modo lamentarsi se poi la politica nazionale o i servizi della propria città non funzionano. Chi vota, invece, ha il pieno diritto di adirarsi di scendere in piazza, ed io la penso proprio così: ho dato perciò una nuova valenza al mio impegno civico: indurre le persone a tornare a votare, liberamente per chiunque vogliano, ma senza rinunciare a quello che è un sacrosanto diritto!
Non dobbiamo demandare totalmente agli altri i nostri compiti: votare rappresenta un impegno e una seria responsabilità, anche nel senso di non lasciare campo libero ai potenziali avversari ideologici. Chi sarà indeciso fino all’ultimo, non deve rinunciare a recarsi al seggio elettorale.
È sempre meglio una scelta imperfetta piuttosto che esprimere il nulla.