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Costume e SocietàLetteratura

La conclusione dell’affare Lukoil

La tela del ragno


Edil Merici

Di Francesco Cesare Strangio

La speranza era di addormentarsi in modo che il tempo potesse fare il suo corso senza generare in lui inutile ansia. Tentò di mettersi comodo con l’auspicio che il sonno s’impadronisse del cosciente per lasciare spazio alla follia dell’inconscio, ma tutto si dimostrò inutile.
Mentre cercava di cogliere la giusta posizione, l’hostess osservava incuriosita le strane manovre, tant’è che dopo un paio di minuti di attenta osservazione si avvicinò e chiese se potesse essere d’aiuto. La guardò e, annuendo, con la testa pensava a un buon letto caldo con lei a fargli compagnia sotto le lenzuola. Dopo aver riflettuto un attimo, quasi scherzando, le chiese se avesse del sonnifero. L’hostess annuì, accennò un sorriso e disse: «Mi conceda qualche minuto e vedrò di esaudire il suo desiderio.»
Dopo un po’ l’hostess arrivò con un piccolo vassoio con sopra un bicchiere d’acqua e una pillola. Aquilino, nel vedere la prontezza dell’hostess, si mise a ridere, prese la pillola e la mandò giù senza esitare; nel giro di cinque minuti fu avvolto da un sonno profondo.
A un tratto si sentì scuotere, era l’hostess che lo informava dell’arrivo ad Astana. Aquilino era ancora intontito dell’effetto del farmaco, tanto che ebbe bisogno di più tempo del normale per riacquistare la piena coscienza.
Appena sbarcato, il freddo fece sentire la sua forza pungente, ma la temperatura, di oltre venti gradi sotto lo zero, non lo colse di sorpresa, si era ben equipaggiato indossando idonei indumenti.
Fuori dell’aereostazione c’era Natasha ad aspettarlo. Nel vederlo si mosse per andargli incontro. Aquilino la baciò e con il braccio le cinse la vita: era più bella di come la ricordava, la sua pelle profumava di rose… a poca distanza il tassista li attendeva pazientemente.
Quando entrò nell’auto, fu investito dalla temperatura dell’abitacolo: era così alta che gli procurò la stessa sensazione di quando, sotto l’ombrellone, si godeva il sole dei primi giorni del mese di agosto. Il contatto fisico appagò una parte del desiderio che Aquilino si portava dentro, ma il profumo che la donna emanava gli stimolò lo stato ormonale, causandogli un crescente formicolio al basso ventre. Non vedeva l’ora di arrivare all’hotel.
L’addetto alla reception si dimostrò gentile assegnandogli nuovamente la stanza della volta precedente. Dopo aver chiuso la porta della camera, si misero a proprio agio. La donna si muoveva con la leggerezza di una piuma. Avvicinatasi all’uomo, in un attimo la passione si impadronì di loro.
Fuori si era fatto spazio il primo nitore della luce del giorno e ancora i loro corpi erano pervasi da sciami di passione.
Verso le nove del mattino la stanchezza ebbe il sopravvento e si lasciarono cullare dal sonno ricreativo che li accompagnò fino alle sette di sera. Aquilino, quella notte, navigò nell’infinito spazio del settimo cielo.
Il giorno dopo, accompagnato da Natasha, si recò dal funzionario della Lukoil. Dopo aver perfezionato il contratto gli consegnò la lettera di credito irrevocabile a favore della compagnia.
Come previsto, il petrolio arrivò a destinazione puntuale e tutti fecero i lori incassi. Tutto andò magnificamente, ogni tassello si incastrò alla perfezione: ad Aquilino non rimaneva altro da fare se non quanto aveva concordato con lo zio prelato.
Quattro giorni dopo arrivò a Roma e la prima cosa che fece fu quella di andare in Vaticano con un assegno di cinquecento milioni di lire che consegnò direttamente nelle mani dello zio che, nel vederlo, lo ringraziò dicendo: «Dio ti renderà merito per quanto hai versato; senz’altro questo denaro contribuirà affinché venga fatta la volontà di Dio in terra.»
Nel sentire le parole dello zio prelato, un truce pensiero solcò la mente di Aquilino: “Tipico ragionamento dei preti e dei bigotti. Non si rendono conto che certe parole sminuiscono Dio rendendolo inferiore all’uomo stesso? Quale bisogno potrebbe avere Dio dell’uomo per attuare i suoi disegni? La goffaggine del pensiero dell’essere umano rende insensata ogni cosa. Ahimè, la follia di noi uomini non finirà mai di stupirmi!”
All’indomani Aquilino era determinato ad andare al Vaticano per fare un appunto allo zio sul principio dell’obolo dato agli orfanelli sparsi per il mondo. Nel riflettere se andare o non andare, prevalse il pensiero che non fosse più il caso, poiché lo zio non era più quello del giorno prima a conseguenza del divenire: oggi non si è più quelli di ieri, così come non si è quelli di domani.
Alla luce di un tale ragionamento, Aquilino salì in auto e fece ritorno a casa.

Continua…

Foto: energiaoltre.it


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