Le promesse di Sabrina e il colpo di fulmine con quei “versi al profumo d’inchiostro”

Di Bruno Siciliano

Non ho mai scritto poesie, scrivo racconti gialli e horror, di morti violente e impenitenti assassini. Mi è capitato tra le mani l’altro giorno questo libro. Ha un titolo accattivante pieno di promesse che alla fine mantiene. Versi al profumo d’inchiostro di Sabrina Ducci. Non vi posso nascondere che Sabrina è una mia cara amica, abita nel Casentino, in provincia di Arezzo, in una valle incantata che è stato regno di fate, di orchi, di cavalieri impavidi, di streghe orride e splendide fanciulle. Tra pietra e pietra, tra arbusti e alberi secolari, se ascolti con attenzione, le antiche leggende rivivono in quel posto d’incanto a un tiro di schioppo dalla Verna, baciato dal sole che sorge e protetto dalle brume d’autunno. Ogni cosa racconta storie millenarie se le sai ascoltare. Sabrina ha ascoltato da sempre quelle storie, ma non si è fermata a esse, le ha sapientemente intrecciate al proprio animo di donna innamorata, di madre e di amica e ne ha tratto poesie bellissime e profonde. È facile innamorarsi di questi luoghi ed è pure facile far nascere poesie. Il difficile è profumarle d’inchiostro e trarre i versi che Sabrina ha saputo fermare sulla carta.
È un piccolo volume pregno di versi d’amore. Notevoli sono le poesie scritte per i suoi figli, splendidi sono i versi dedicati alla sua amica Rita che oggi non c’è più e per la quale prova ancora un amore amicale incancellabile:

E mentre la mia voce
si perde nel vento, urlo il tuo nome
e il dolore che ho dentro,
perché anche se adesso sei
pura energia e luce manca il tuo sorriso,
la dolcezza e la tua voce.

È un pianto sconsolato da cui traspare il dolore per l’amica che non vedrà mai più, un dolore urlato per una persona che ha lasciato nell’animo di Sabrina un vuoto incolmabile che lei esprime in un modo sublime.
Che dire, poi, dei versi dedicati alla propria madre nella poesia Echi, in cui esprime il suo amore di figlia e la sua riconoscenza infinita, il suo amore e il rimpianto per la madre che le manca ogni giorno di più:

Echi di te, di noi
che scaldano il cuore,
e mi riconducono a casa
e mi proteggono…

Poi, nelle poesie successive, la figlia diventa madre, una madre innamorata e trepidante:

Poi mi aggrappo
allo sguardo dei miei figli
e lì trovo pace…

Una donna che ama i propri figli e li protegge contro tutto e tutti e lo dichiara con versi indimenticabili.
Non so dire quale di queste poesie mi piaccia di più, non so scegliere perché ognuna a suo modo è un capolavoro a se stante, per la sua intensità e per la sua violenta dolcezza, che mi piace leggere e rileggere. Io che non ho mai né scritto né letto poesie mi sono fatto rapire da questo volume che mi ha attanagliato, con la forza delle sue verità. Sabrina ha tratto dal suo animo cose che si confidano soltanto alla poesia e a chi sa leggere i suoi versi con la certezza che ogni lettore ne saprà farne tesoro.
È un libro splendido, da poco disponibile su Amazon da consigliare agli innamorati del proprio amore, agli innamorati della vita e anche a chi non crede più nell’amore, un libro che si trasforma, dunque, in una panacea che esorcizza il materialismo fatto di fredda tecnologia e impersonalità. Un libro da leggere e da regalare, un libro col quale ho avuto un colpo di fulmine, io che non amo la poesia.