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Attualità

Vincenzo Speziali e la sua orgogliosa coerenza democristiana


Edil Merici

Ieri sera è andata in onda su Calabria TV l’intervista di Sarah Incamicia a Vincenzo Speziali nell’ambito della trasmissione Calabria allo Specchio.
Non c’è che dire: l’eterno democristiano di ferro dimostra di essere un fuoriclasse!
Indomito, sin dalle prime battute, quando con ironia, corregge la nostra collega, che lo presentava quale (tra l’altro) già Segretario Nazionale del Movimento Giovanile della DC ai tempi del sequestro di Aldo Moro, con Speziali che prontamente interviene con un «sono notoriamente precoce, ma non fino a questo punto» per poi continuare a difendere e ribadire una grande storia che rivendica orgogliosamente, cioè quella democristiana.
A nessuno, infatti, è sfuggito l’aspetto più interessante, ovvero la conoscenza meticolosa, dettagliata, analitica sia dei fatti sia dei personaggi (oltre agli stessi famigliari di questi ultimi).
È la stessa Sarah Incamicia (al pari di molti di noi giornalisti calabresi e nazionali) a confermare l’autorevolezza e la preparazione di Speziali, che non ha nemmeno un cedimento ma rilancia sempre, persino con argute battute, toccando il cuore del problema e spaziando, pur restando nsulel tema e affrontandolo con cognizione di causa e lucidità non comuni.
È stata una vera e propria lezione di politica e di storia, cioè la vera zampata di un leone democristiano, che si scaglia contro la categoria di quelli che lui, con fastidio malcelato, definisce, «cooptati, piuttosto che avventisti, della settima notte o del settimo giorno.»
Poi, da quel momento, un profluvio di bordate (in cui, ad onor del vero, trascina, più o meno consapevolmente la padrona di casa, che lo incalza, facendo sue le induzioni che le ha sapientemente rifilato Speziali, che a sua volta non si tira indietro, nemmeno lui) con le perfidie democristiane (di cui è maestro e praticamente ultimo custode di simil ferri del mestiere), in cui a essere infilzati sono «badanti e pseudomogli, a fronte di finti matrimoni, in piena crisi bellica, nel cuore dell’Europa.»
Ciò che si ammira di più, alla fine, è proprio come Speziali, smonti e ridicolizzi sempre l’attuale sistema elettorale, facendolo passare per un’ordalia basata sul mercimonio e non la meritocrazia.
Si può dargli torto?
Con gli argomenti che lui porta, proprio no, poiché spiega come siano più pericolosamente affini all’illegittimità proprio coloro che arrivano ad avere un posto sicuro, poiché scelti dall’alto, dai captaz partitici, e non in base al lecito consenso, raccolto con il proporzionale pluripreferenziale, da lui agognato e riproponibile, oggi più che mai.
È stata, veramente, una bella trasmissione, con contenuti e visioni fortissime, tipiche di uno che ha masticato sempre pane e politica, entrando fra l’altro a contatto e a far parte di una delle famiglie di statisti stranieri, che sono nelle pagine della storia del mondo.
Con argomentazioni di cui è padrone, ha persino liquidato le ricostruzioni anfibie (come lui le ha definite) dell’opera sul sequestro Moro di Marco Bellocchio (verso il quale si è soffermato, ricordando il passato sinistrorso che sempre Speziali ha additato, con veri fatti sottoscritti, quale uno degli autori di un atto d’accusa, contro il Commissario di Polizia Luigi Calabresi, poi ucciso dagli estremisti marxisti, nel 1972).
Anche in quei momenti, l’eterno bambino democristiano del tempo che fu ruggisce come il giovane leone della foresta, quasi a dire, nessuno tocchi la nostra storia, siamo «assieme al Presidente e ai suoi famigliari, la parte lesa: fu il Partito Comunista Italiana che pretendeva fermezza, mentre noi, affranti per il sequestro del nostro leader (mica del gatto di casa!) dovevamo garantire il Governo del Paese e risolvere le problematiche degli italiani! La seconda e la terza repubblica hanno prodotto uno sfacelo, ma è con la scomparsa del Presidente l’inizio della fine!»
Già, lo chiama sempre così, il Presidente, rivangando i rapporti di amicizia e di comune colleganza e militanza del proprio nonno e poi i suoi personali, con i famigliari sia di Moro sia degli altri.
Un’ultima considerazione: Speziali ribadisce sempre la sua origine politica e quella natia, con un cenno alla sua Bovalino e alla Locride, presso la quale sta organizzando un convegno nazionale dell’area moderata.
Bene, a sentirlo parlare si passerà sicuramente da Esterno Notte al suo Interno Giorno.
Sarà quello il giorno suo e del ritorno democristiano?
Lo vedremo. Ma con lui, tutto è possibile.

Foto: telemia.it


Gedac

Oὐδείς

Oὐδείς (pronuncia üdéis) è il sostantivo con il quale Ulisse si presenta a Polifemo nell’Odissea di Omero, e significa “nessuno”. Grazie a questo semplice stratagemma, quando il re di Itaca acceca Polifemo per fuggire dalla sua grotta, il ciclope chiama in soccorso i suoi fratelli urlando che «Nessuno lo ha accecato!», non rendendosi tuttavia conto di aver appena agevolato la fuga dei suoi aggressori. Tornata alla ribalta grazie a uno splendido graphic novel di Carmine di Giandomenico, la denominazione Oὐδείς è stata “rubata” dal più misterioso dei nostri collaboratori, che si impegnerà a esporre a voi lettori punti di vista inediti o approfondimenti che nessuno, per l’appunto, ha fino a oggi avuto il coraggio di affrontare.

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