ADVST
Costume e Società

Le aule scolastiche per gli alluvionati di Africo – 1ª parte

Africo, un’altra storia


GRF

Di Andrea Morabito

La popolazione di alluvionati o, meglio una buona parte degli alluvionati di Africo, che era ammassata nel centro raccolta di Bova Marina, oltre ad affrontare i notevoli disagi che normalmente affrontano tutte le popolazioni che hanno la sfortuna di trovarsi in quelle disgraziate condizioni di sfollati, in aggiunta alle complicazioni che una tale condizione normalmente implica, a un certo punto del forzato soggiorno dovette affrontare quello riguardante la necessità di garantire ai figli la continuazione del percorso scolastico interrotto bruscamente nell’ottobre 1951.
La popolazione soccorsa nell’immediatezza dell’evento alluvionale la cui gravità impose la decisione di spostare la popolazione in altri luoghi, fu sparsa per la Provincia. La necessità e l’urgenza di affrontale le problematiche più importanti e l’assistenza e ilricovero di tutte le popolazioni interessate dalla catastrofe, ovviamente impose in quel frangente di trascurare le altre problematiche, compreso quello dell’istruzione. Il problema si ripropose all’inizio dell’anno scolastico 1952/1953.
Come tutti sanno gli africesi, gli sfollati su ordine del Prefetto e una parte dei Casalnovesi che abbandonarono il loro centro di spontanea volontà si erano concentrati, perché più facilmente raggiungibile, a Bova Superiore, dove vennero ospitati alla meglio tra palestra comunale e vari altri edifici tra cui l’edificio scolastico, creando non pochi problemi a quella comunità. Infatti gli alunni di Bova Superiore non hanno potuto frequentare la scuola o l’hanno frequentata in parte o a turni ridotti. L’occupazione dell’edificio scolastico per un periodo si limitò a lasciare libere solo due aule che, nel prosieguo dell’occupazione dell’edificio, furono anch’esse occupate. L’inizio del nuovo anno scolastico, per i bimbi di Bova, in quelle condizioni, era come si può immaginare molto problematico; eravamo già a settembre 1952 e l’edificio ospitava ancora quasi duecento persone.
Questa situazione preoccupò il Sindaco, che fece presente al Prefetto, in una lettera del 6 settembre, che

Al fine di evitare lo sconcio, e i giusti risentimenti di tanti padri di famiglia (sono ovviamente preoccupati anche i genitori dei ragazzi) prego l’Eccellenza Vostra di voler disporre, con urgenza del caso, che l’edificio scolastico di questo Comune, ceduto agli sventurati di Africo quando si è trattato di salvare il salvabile, venga sgomberato e restituito alle autorità scolastiche che lo reclamano da tempo.

Per la risoluzione definitiva del problema l’Amministrazione Comunale di Bova Superiore, altruisticamente, mise a disposizione un suolo sul quale si sarebbero potute costruire delle baracche per ospitare tutti coloro che in quel momento occupavano l’edificio scolastico. Non bisogna dimenticare che erano già stati costruiti alcuni alloggi baraccati presso i quali erano alloggiati coloro che erano stati nell’immediatezza dei soccorsi ricoverati in altre strutture del Comune.
Un mese dopo l’intervento presso il Prefetto da parte del Sindaco di Bova Superiore, ancora la situazione di occupazione non era risolta, anzi si era notevolmente aggravata in seguito alla sistemazione nei locali dell’edifico scolastico di altre famiglie di profughi che da Casalnuovo raggiunsero Bova Superiore e non solo, dato che molti raggiunsero anche Bova Marina contribuendo ad aggravare le condizioni persino di quel centro. Di conseguenza, il Provveditorato incontrò notevoli difficoltà a far funzionare le scuole elementari per gli alluvionati.
La soluzione di ripiego adottata per l’anno scolastico precedente a Bova Superiore per motivi igienici e didattici non era più proponibile, mentre a Bova Marina due baracche che erano state in un primo tempo adibite ad aule scolastiche erano state dalla Prefettura destinate ad asilo infantile.        Questa situazione mette in luce un fatto che le autorità recepirono immediatamente: Prefettura e Provveditorato agli Studi di Reggio Calabria si convinsero che la situazione venutasi a creare fosse risolvibile solo con la costruzione di altri vani baracca per ospitare tutti gli alunni. Il Provveditore  ritenne necessari dieci vani baracca per Bova Superiore, considerato il numero di alunni tra Bova e Casalnuovo, e dieci vani per il centro profughi dell’ex Seminario di Bova Marina. Lo stesso Provveditore ritenne che, in attesa dell’effettiva costruzione dei vani baracca da adibire a aule scolastiche, si effettuassero doppi turni di orario tra gli alunni di Bova e di Casalnuovo. Il Dirigente scolastico precisò in una lettera al Prefetto che “Data l’importanza del servizio scolastico per i profughi e alluvionati, si prega Sua Eccellenza di voler disporre, con l’urgenza che il caso richiede, gli opportuni provvedimenti, tenendo conto che l’anno scolastico è già iniziato.”
Il Ministero dell’Interno, perfettamente a conoscenza della situazione scolastica venutasi a creare a Bova Superiore e a Bova Marina, aveva, già il 2 gennaio 1952, emanato un cablogramma diretto al Prefetto nel quale raccomandava di restituire alle Autorità Scolastiche provinciali gli edifici occupati provvisoriamente per il ricovero dei profughi del Comune di Africo prima della ripresa dell’anno scolastico, provvedendo alla loro messa in efficienza. Il che significava consegnati puliti e sistemati nel caso fossero stati danneggiati dai Profughi durante la loro permanenza.

Foto: scuolainfanziamicarelli.com


Gedac

Redazione

Redazione è il nome sotto il quale voi lettori avrete la possibilità di trovare quotidianamente aggiornamenti provenienti dagli Uffici Stampa delle Forze dell’Ordine, degli Enti Amministrativi locali e sovraordinati, delle associazioni operanti sul territorio e persino dei professionisti che sceglieranno le pagine del nostro quotidiano online per aiutarvi ad avere maggiore familiarità con gli aspetti più complessi della nostra realtà sociale. Un’interfaccia che vi aiuterà a rimanere costantemente aggiornati su ciò che vi circonda e vi darà gli strumenti per interpretare al meglio il nostro tempo così complesso.

Related Articles

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button