Buon Compleanno, Arnaldo
Di Vincenzo Speziali – Già Segretario Nazionale del Movimento Giovanile e membro del Bureau Politique dell’Internazionale Democristiana
Buon compleanno, Arnaldo. Con il cuore e la riconoscenza, anzi con l’affetto di un figlio che non rinnega la storia del proprio padre.
Sì, buon compleanno a te che rappresenti una storia bella, intensa, piena di successi e di sapienza politico/sociale, lungimarante come pochi!
Anzi, se storia deve essere, quella di tutti noi democristiani (da te guidati, apicalmente, in due occasioni, cioè dal 1969 al 1973 e poi dall’1989 al 1992, annus horribilis come pochi, ma come tanti sanno e sappiamo) cioè l’epica dell’impegno dei cattolici in politica e nelle laiche istruzioni, rappresenta la meraviglia subliminale del più grande evento del ‘900, non solo italiano, bensì mondiale.
Buon compleanno, Presidente, a te che mi hai allevato con dolcissimo piglio, pazienza infinita, sapienza immensa, assieme ai tanti amici della nostra corrente, ovvero da Gianni Prandini ad Angelo Donato, da Peppino Azzaro a Donato Veraldi, da Pierferdinando Casini a Lorenzo Cesa e a quelli che ancora ci sono e agli altri che non ci sono più.
Già, allevato come lo sono stato io da te e da loro e anche dagli altri amici, in seno a questa nostra grande, grandissima DC, di cui oggi sentiamo nostalgia struggente per le sfide che attendono il nostro Paese che, purtroppo, le affronta senza classe dirigente, in quanto sono i Partiti a mancare.
Patti chiari, Partiti veri, non conventicole di aconcettualistici figuranti, tronfi della loro ignoranza, della loro impostura nelle istituzioni in cui, per l’appunto, si trovano, cooptati piuttosto che nominati, e in più, questa obrobriosa fauna esiste poiché non abbiamo il proporzionale pluripreferenziale: solamente in Italia vengono prescelti i parlamentari (per di più con modalità disdicevole) non certo in qualsiasi altro posto al mondo, sia esso una democrazia, una dittatura o una democratura, ovunque e qualunque.
Già, abbiamo persino un vuoto simile e tale, un’ordalia satanicamente laica in cui le organizzazioni si basano sulle autoreferenzialità presunte (ne ho persino tracce nelle chat che divulgherò agli organi di stampa nazionali e stranieri) e ciò, caro Presidente, fa sì che la gente seria, le persone perbene, i professionisti della politica, si allontanino da essa, inesorabilmente.
Non sarebbe, ciò, l’unico male, poiché ve ne è un altro, più letale, più immorale, più mortale, ovvero l’allontanamento dei cittadini alla partecipazione attiva della cosa pubblica, che si esercita, attraverso l’espressione del libero voto, a fronte della ricerca e del relativo ottenimento, del lecito consenso.
Ho paura, caro Arnaldo, ho paura veramente, perché così facendo, intravedo che tra venti o trent’anni qualcuno possa alla fin fine pensare, persino, a un’abolizione coatta, pure e soprattutto, dei Parlamenti.
Eh già, Presidente. La cosa potrebbe essere nemmeno tanto peregrina, visto ciò che è stato fatto alle istituzioni e alle organizzazioni che dovrebbero formare e selezionare la classe dirigente, cioè i Partiti.
Arnaldo mio, cosa sono oggi i Partiti? Nella gran parte dei casi il luogo dell’effimero inesistente, dove a prevalere (per un crepuscolare momento) sono, spesso, spessissimo, i reietti della società lavorativa, professionale, morale e politica.
E la politica, quella con la P maiuscola, di gente come te (e di noi, dietro di te!) non esiste più.
Vorrei e assieme a me vorrebbero tanti, riprendere un cammino: ci riusciremo?
Per parte mia non mi tiro indietro, perché io ci sono e continuerò a esserci, anzi io parlo e continuerò a parlare.
Per di più, nel farlo, esprimerò concetti e cultura, non certo solo suono.
È difficile Arnaldo. Però, almeno oggi, nel giorno in cui si battezza pure la mia nipotina adorata, beh… tanti cari auguri di buon compleanno a te, unico mio capo corrente, guida ed esempio di vita, impareggiabile come pochi, assieme all’inarrivabile Aldo Moro.
Ti voglio bene!