ADVST
Costume e SocietàSport

Monte Scifo, Borgo Chiusa e le Terme di Agnana

Locride… e dintorni in Mountain Bike VI

Di Rocco Lombardo

La memoria dei luoghi non consiste solo in un riconoscimento della realtà che ci circonda. I luoghi possono trasformarsi in luoghi della memoria quando l’ambiente diventa “scena” della propria storia, diventa cioè spazio vissuto in cui si inserisce sia il ricordo di sé, sia delle proprie relazioni con il mondo e la gente che ci circonda

La Locride offre scenari di natura variegati che custodiscono testimonianze storiche, artistiche e culturali. Il senso di libertà, l’andatura cadenzata, e i silenzi che amplificano i suoni della natura, sono le caratteristiche principali delle nostre escursioni in Mountain Bike.
Assieme a Peppe Piccolo partiamo come sempre da Locri e percorriamo il dromo che attraversa il territorio comunale di Siderno, imbocchiamo quindi la Contrada Garino, che congiunge la circonvallazione a monte con il cimitero e il borgo di Siderno Superiore, percorriamo gli stretti vicoli ciottolati del centro storico e riprendiamo la Strada Provinciale seguendo le indicazioni per Salvi, un antica contrada dove sono ancora visibili alcuni ruderi detti i muri della ‘ncinarra e un’ara sacrificale di epoca neolitica, potenzialmente in grado di costituire un’attrattiva turistico-archeologica importante, ma purtroppo completamente abbandonati all’incuria e alle intemperie atmosferiche, al pari di un scenografica e imponente pressa da frantoio a cielo aperto, che per centinaia di anni ha consentito la spremitura e la molitura delle olive, lasciata purtroppo a sentinella fatiscente di una civiltà agraria e rurale ormai passata.
Dopo una brevissima e pietrosa discesa, da affrontare con cautela, si risale repentinamente con punte di dislivello impegnative, attraverso Le Timpe Bianche, un antico percorso che lambisce alcuni terrazzamenti e case ormai abbandonate e diroccate, testimonianza anch’esse di antichi insediamenti rurali, pochi chilometri che sembrano interminabili per l’asperità delle pendenze e del fondo stradale, fino a raggiungere un tratto lastricato in cemento e laterizi che conduce a un agglomerato di abitazioni rurali abitate e ben tenute, incrociando così la cosiddetta Strada della Frazioni, ovvero l’antica via di comunicazione che circumnaviga l’intero promontorio di Monte Scifo.
Numerose sono le frazioni che hanno mantenuto nel tempo l’impianto edilizio tipico dei borghi rurali medievali, composto prevalentemente da molte case piccole attaccate le une alle altre nella zona alta, mentre nella parte bassa le case risultano sparse. Ne attraversiamo in sequenza quattro: due nel Comune di Mammola (Aspalmo e Aspalmo Feudo) e due nel Comune di Grotteria (Aspalmo Superiore e Inferiore), un territorio che fino alla fine del 1900, insieme alla zona di Salvi di cui sopra, e aduna parte del territorio di Agnana, rientravano circoscrizionalmente nel Comune di Mammola.
La strada percorsa finora si sovrappone al tracciato dell’antica mulattiera che da Siderno Superiore proseguiva per Agnana, Canolo e Gerace da un lato, e portava ai Borghi delle Frazioni di Mammola e Grotteria dall’altro; dopo aver coperto un breve tratto pedalabile in salita incrociamo la Strada Provinciale Marcinà–Stalletti, le indicazioni stradali quindi ci conducono alle pendici del Percorso Naturalistico di Monte Scifo, un parco suggestivo e affascinante, quasi sinistro per la fittissima e scura pineta che lo ricopre, e il cui etimo ebraico trarrebbe origine dalla forma del recipiente di legno dove vengono pelati i maiali.
Dalla pineta di Monte Scifo si può ammirare una veduta panoramica eccezionale, decidiamo pertanto impavidamente di scalarla, affrontando la proibitiva pendice della montagna, ancorché priva di sentieri tracciati, in cima alla quale furono rinvenuti importanti reperti archeologici, monete, armi, e cocci di vasellame d’argilla, che attestano come sia esistito in loco un villaggio indigeno dell’età del ferro (XI-VII sec a.C.), ove sono ancora visibili ruderi di tombe, a testimonianza di un’antica comunità che la tradizione accostò, erroneamente, a una presunta antica Gerace, equivocando, forse, con l’esistenza di qualche colonia locrese.
Monte Scifo rappresenta la massima altura prospiciente al mare Jonio dell’intero comprensorio: è una montagna alta 600 metri circa, che per la sua posizione geografica occupa un posto dominante in quanto è visibile da tutta la costa Jonica della Locride. Appare alto e lungo, di colore tufaceo, simile a una grande balena, con una lunga criniera di abeti verdissimi. Vi si può apprezzare un panorama stupendo e mozzafiato, lo sguardo spazia per gran parte del territorio locrideo, da Zomaro a Canolo, con le cime delle Dolomiti del Sud, da Gerace al Tre Pizzi e a gran parte della costa ionica: da Roccella Jonica a Siderno, a Locri e, valicata una breve biforcazione, volgendo lo sguardo a nord, si può ammirare l’ampia Vallata del Torbido: Mammola, Grotteria, San Giovanni di Gerace, Martone, Gioiosa Ionica, Marina di Gioiosa, chiudendo l’ipotetico cerchio visivo in riva allo Ionio.
Abbandoniamo per un attimo le Mtb e continuiamo a camminare lungo il crinale tufaceo della montagna, varcando alcuni punti abbastanza critici, resi tali dalla conformazione del terreno costituito prevalentemente d’arenaria, sino ad arrivare a un’altra biforcazione sulla sinistra, costeggiando il crinale fino in cima, da dove completare il panorama con Ardore, Bovalino, Bianco, sino ad arrivare, se la giornata è limpida, a Capo Spartivento.
Le bianche cime del Monte ci consentono di ritrarre particolari incredibili della montagna stessa e ampi scorci panoramici, le fiancate della montagna sono caratterizzate da scenografiche scanalature modellate dall’erosione del vento e dell’acqua, creando un effetto scenico degno delle migliori ambientazioni cinematografiche, evidenziando le varie ere geologiche che si sono succedute nei milioni di anni in questo territorio.
S’inizia il percorso inverso lungo il crinale molto ripido. Percorriamo il sottobosco senza seguire apparentemente alcun sentiero tracciato, tra sterpaglie, erba alta e rami caduti con accorta disinvoltura; quattro salti da downhill ed eccoci nuovamente sulla pista Tripitita, un sentiero che ci riporterà dopo alcuni saliscendi alla Rotonda della Chiusa.
La frazione Chiusa prende il nome dalla sua posizione topografica, chiusa appunto dal torrente a est e dal colle dello Scifo a nord, che la sovrasta e l’opprime con la sua ombra. Incastonato nella vallata sottostante sorge il caratteristico Borgo Chiusa, di antica fondazione, un insediamento rurale di tipo medievale che costituisce uno dei Borghi più affascinanti e antico e ben conservato della Calabria, rientrante nel territorio comunale di Mammola; d’obbligo una breve visita attraverso le caratteristiche strette viuzze, per ammirare le bellezze delle piccole case di tufo, i piccoli portali, i balconcini, le finestre antiche e le piccole piazzette.
Più a valle, si può osservare ancora una grotta ampia e profonda detta Grotta dei Monaci, che la tradizione fa risalire a molti secoli addietro, e intorno a essa si narrano molte leggende popolari, come e quella del tesoro nascosto vincolato, e di un misterioso canto salmodico di monaci nelle notti estive.
Terminata la fugace visita si riprende la Strada delle Frazioni per imboccareuno dei tanti sentieri che si diramano dalla pista Tripitita, per completare la circumnavigazione di Monte Scifo; superato infatti un cancello delimitato da una sbarra in acciaio, imbocchiamo un sterrata pietrosa e fangosissima che costeggia la pendice nord del monte, senza minimamente immaginare che la pioggia caduta nei giorni precedenti possa pregiudicare la percorrenza di buona parte del sentiero; sorretti da grande pazienza e resilienza affrontiamo, eroicamente bici in spalla, alcuni pendii fangosi e molto scivolsi, fino ad arrivare su un altopiano denominato Maluventu, un luogo suggestivo caratterizzato dal forte spirare del vento durante tutto l’anno, ricadente in parte tra i Comuni di Agnana e Canolo, da dove due direzioni e due diverse tracce, non battutissime ma molto accidentate, raggiungono i rispettivi centri abitati.
Per completare il giro ad anello optiamo per la tecnicissima e adrenalinica discesa che porta all’abitato di Agnana Calabra, bellissima nella sua conformazione arenarica e rocciosa, ma altrettanto pericolosa per il fondo sconnesso e sdrucciolevole, decisamente non indicato a chi si approccia alla disciplina della Mtb.
Il sentiero ci porta quindi alle porte di Agnana, un borgo sorto attorno al 1343 nei pressi di un convento di monaci basiliani collocato in cima al monte Sant’Agnana (da cui le deriva il nome), una notazione storica riporta che il 19 maggio del 1846 Ferdinando II di Borbone, accompagnato dalla moglie Maria Teresa d’Austria, si recò a visitare Oltre ai giacimenti minerari di lignite e antracite che sorgevano nei pressi dell’abitato (oggetto di visita da parte di Ferdinando II di Borbone il 19 maggio del 1846), altra ricchezza, praticamente ignota, è costituita dalla presenza di alcune sorgenti d’acqua minerale, di cui una sulfurea, due clorurate, una ferruginoso-sulfurea, che compongono le Terme Salso-Iodiche di Agnana, che raggiungiamo dopo aver percorso alcuni chilometri della Strada Provinciale che dal borgo conduce a Siderno Superiore. La presenza a cielo aperto dei ruderi di alcune vasche testimonia come in passato furono utilizzate per le cure terapeutiche e, ancorchè circondate da un parco tematico, ben indicato e comunque agevolmente accessibile, risultano virtualmente abbandonate e dimenticate.
Riprendiamo quindi la Strada Provinciale che ci ricondurrà al punto di partenza, dopo avere coperto una distanza complessiva di 50 chilometri circa con un dislivello altimetrico apprezzabile in 900 metri circa, caratterizzati da salite impegnative e alcune pericolose discese sterrate e accidentate, dandovi appuntamento alla settimana prossima.

Redazione

Redazione è il nome sotto il quale voi lettori avrete la possibilità di trovare quotidianamente aggiornamenti provenienti dagli Uffici Stampa delle Forze dell’Ordine, degli Enti Amministrativi locali e sovraordinati, delle associazioni operanti sul territorio e persino dei professionisti che sceglieranno le pagine del nostro quotidiano online per aiutarvi ad avere maggiore familiarità con gli aspetti più complessi della nostra realtà sociale. Un’interfaccia che vi aiuterà a rimanere costantemente aggiornati su ciò che vi circonda e vi darà gli strumenti per interpretare al meglio il nostro tempo così complesso.

Related Articles

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button