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Politica

Italia del Meridione: il radicamento sui territori e le barriere architettoniche


GRF

Torna a far sentire la propria voce l’Italia del Meridione, movimento politico fondato dall’ex consigliere della regione Calabria Orlandino Greco e da Giuseppe Ferraro che, attraverso i suoi esponenti, annuncia il radicamento del movimento sui territori e interviene sulla questione barriere architettoniche.

Sempre più capillare la presenza di IdM sui territori

Continua spedita la campagna tesseramento di IdM che, sin dalle prime battute, ha mostrato una crescita esponenziale negli iscritti, coinvolgendo cittadini, molti giovani e diversi amministratori locali. Recentemente, ad aderire ad IdM, la consigliera comunale di Mendicino Mariafrancesca Argento, al cui tesseramento applaudono, dandole il benvenuto, il segretario regionale Emilio De Bartolo e il segretario provinciale Annalisa Alfano e Orlandino Greco, che ringraziano il commissario cittadino di IdM di Mendicino, Giuseppe Meringolo, per il suo impegno costante e attivo sul territorio e che oggi si avvale di una propria figura all’interno del consiglio comunale e di altri esponenti che rappresentano un valore aggiunto per l’intero Movimento.
«Sono molto contenta  – afferma Mariafrancesca Argento, – di essere entrata in IdM e di aver avuto l’opportunità di conoscere persone impegnate realmente sul territorio e che, ascoltandone le istanze della comunità, portano avanti azioni mirate alla crescita della nostra città che potrebbe offrire molto di più rispetto al contesto attuale. Sono sicura, – aggiunge la consigliera Argento, non senza ringraziare il commissario cittadino Meringolo e i segretari regionale e provinciale, – che insieme riusciremo a costruire un futuro diverso per Mendicino che sembra, per ora, essersi assopito a un perdurante stato di cose che ne mina la propria identità.»
Meringolo, da parte sua, afferma: «Un grande lavoro di squadra che sta dando i suoi frutti. Argento sarà la nostra voce in consiglio comunale, dove avremo modo di portare le battaglie di IdM, a partire dalla netta opposizione alla proposta di legge sull’Autonomia Differenziata. Anche a Mendicino, infatti – continua Meringolo, – porteremo il banchetto della raccolta firme per la legge di iniziativa popolare che si pone come alternativa a quella di Roberto Calderoli.
Il commissario cittadino Meringolo annuncia anche l’ingresso in IdM di Paolo Mandoliti, presidente dell’associazione culturale I Meridionalisti che, recentemente, insieme agli altri iscritti, sono confluiti nel Movimento.
Insomma – conclude Meringolo – continuiamo sul lavoro intrapreso con sempre più caparbietà e determinazione, per la comunità mendicinese ma senza dimenticare quelle che sono le necessarie e giuste battaglie istituzionali da portare avanti, e in nome non degli interessi legati ai partiti tradizionali, che a volte frenano i loro iscritti che rivestono un ruolo pubblico nelle istanze, ma in difesa dei nostri territori e di tutto il Sud, per quello che da sempre ha contraddistinto IdM, per un Meridione fuori questione.

Giancarlo Iacucci: “Necessaria un’azione più incisiva per l’abbattimento delle barriere architettoniche”

La barriera architettonica è quell’elemento costruttivo che impedisce o rende difficoltosi gli spostamenti o la fruizione di servizi, specialmente per le persone con difficoltà motorie. Scale, gradini, pendenze, marciapiedi, spazi o passaggi stretti e strade non asfaltate, rappresentano alcuni esempi.
In Italia, la normativa vigente in materia di eliminazione delle barriere architettoniche e di accessibilità, la Legge nº 13 del 1989, trae origine dalla Costituzione. Infatti, l’articolo 3 della nostra Carta sancisce che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”
La Legge nº 13/89, anche se non è riuscita a introdurre un regime territoriale unificato e omogeneo per gli interventi edilizi finalizzati al superamento delle barriere architettoniche, resta la bussola, un ottimo viatico dal quale estendere migliorie per contrastare il fenomeno delle barriere architettoniche. Materia complessa ma che ha trovato, nel tempo, anche un’ampia portata di applicazione da parte del Giudice nei contenziosi, con riferimento a tutti gli edifici, anche se non abitati da cittadini diversamente abili. Un punto fondamentale della legge sopracitata è che per la realizzazione dei programmi e dei relativi interventi che prevedono l’abbattimento delle barriere architettoniche, i Comuni calabresi sono tenuti a destinare il 10% dei proventi annuali, derivanti dai permessi di costruire, all’abbattimento delle barriere stesse, come confermato anche dalla Legge Regionale nº 8 del 23 luglio 1998.
Alla luce dello stato di cose, vi sono due importanti nodi da sciogliere per rendere l’obiettivo maggiormente alla portata. Da un lato, il 10% degli oneri di urbanizzazione che ogni Comune incassa sulle autorizzazioni a costruire non sarebbero pochi denari se tuttavia, e com’è noto, il mercato dell’edilizia non fosse in crisi nera, al pari di altri settori produttivi del Sud. Dall’altro vi è una certa tendenza da parte dei Comuni a trascurare questa problematica, limitandosi all’impegno di parte degli oneri per soddisfare il fabbisogno dei cittadini con disabilità e destinando la restante parte delle somme ad altri comparti dell’azione amministrativa, lasciando i centri urbani poco a misura di ogni cittadino. Nonostante, quindi, le Leggi nazionali e regionali, gli adempimenti richiesti dalla Comunità Europea, sino ad arrivare alla Convenzione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, in cui il concetto di barriere è inteso nel senso di ostacoli di qualsiasi natura che impediscono la realizzazione dei diritti umani, la politica rimane sorda e muta.
Ecco perché IdM ha inteso, da sempre e con diverse manifestazioni, farsi promotore di una forte opera di sensibilizzazione verso le istituzioni e la società tutta. Lo Stato deve investire maggiori risorse, da destinare ai Comuni, per mettere in condizione questi ultimi, già vessati dal Patto di Stabilità, dalla Spesa Storica e da inique redistribuzioni di risorse tra enti del Nord e del Sud, di disegnare città più a misura d’uomo e realmente inclusive. Gli amministratori locali, dal canto loro, devono stare al passo con i tempi attraverso l’aggiornamento dei Piani per l’Abbattimento delle Barriere Architettoniche, grazie ai quali si può dare vita a diffuse istanze dal basso, proprio perché la disabilità è un tema che va affrontato dalle fondamenta della società.
Un Paese migliore e realmente solidale è possibile non lasciando su carta i principi ispiratori della Costituzione.


Gedac

Redazione

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