ADVST
Attualità

La necessità di innovarsi e la mannaia delle linee guida

Pensieri, parole, opere… e opinioni


Edil Merici

Fin da quando abbiamo fondato Métis eravamo consapevoli che, per riuscire a sopravvivere nel complesso mondo dell’editoria contemporanea, sarebbe stato necessario cercare di intercettare tempestivamente i cambiamenti del mondo che ci circonda non solo per poterveli raccontare, ma anche (e, forse, soprattutto) per non risultare superati agli occhi degli utenti che stavamo cercando di raggiungere. A partire da questa considerazione ho fortemente voluto che il nostro giornale fosse presente fin dal primo giorno sui più importanti social network, affiancando immediatamente al precursore Facebook e al telegrafico Twitter, anche il visuale YouTube e il più dinamico Instagram. Già da tempo, tuttavia, ci siamo resi conto che le modalità di linguaggio all’interno degli stessi social che ho appena citato sono cambiate molto, e che i post che raggiungevano efficacemente migliaia di persone solo fino pochi mesi fa, oggi non riescono più a destare lo stesso livello di interesse.
Ci siamo messi dunque a “studiare” e abbiamo compreso che, soprattutto su un social popolato dai giovani come Instagram, il nostro linguaggio doveva cambiare e diventare qualcosa di più immediato e di maggiore impatto. Prendendo esempio dai colleghi che hanno l’onere di raccontare ogni giorno ciò che accade non solo in un fazzoletto di terra (per quanto ricco) come il nostro, ma nell’intero, complicatissimo e straordinario mondo che abbiamo la fortuna di abitare, ci siamo resi conto che stavamo completamente ignorando una catena di particolari a cui boomer (e, in parte, anche i millenial come me) non danno troppo peso, e che avevamo imboccato una tangente che ci avrebbe ben presto fatto uscire dai radar impedendoci di avere l’incisività che invece da sempre ci auguriamo di avere. Ci siamo insomma resi conto che, nell’epoca frenetica dell’informazione veicolata attraverso i social, per riuscire a destare l’interesse dei nostri seguaci avevamo bisogno di contenuti diversi, di rendere la nostra comunicazione maggiormente grafica e visuale, di condensare ciò che avevamo da dirvi nel minor numero di parole possibile.
È così che nasce #locrideinpillole, una rubrica tutta social in cui riassumiamo in un carosello di immagini e in una dozzina di parole le notizie dal nostro comprensorio che trovate in una sezione dedicata del giornale, alla quale potete accedere anche per mezzo della biografia che trovate sul nostro profilo Instagram. Instagram che, a meno di due anni dalla fondazione della nostra testata, assume sempre più un ruolo di primo piano rispetto a un Facebook ormai in declino, con la speranza di riuscire ad appassionare anche chi non è più abituato a leggere le novità che si verificano sul nostro territorio ma preferisce seguire qualcuno che gliele racconti in modo innovativo.
A proposito di innovazione, a voler essere del tutto sinceri, presi dall’entusiasmo di questa ondata di novità avevamo previsto anche l’attivazione di un account TikTok dopo aver compreso come veicolare le nostre informazioni su un social che rimane per noi terra straniera ma che tanto familiare è, invece, al nuovo mondo dell’adolescenza. Avevamo avviato una fase sperimentale che sembrava stesse dando buoni frutti eppure, forse proprio a causa della genuina ignoranza in materia che ci caratterizza, questa mattina abbiamo ricevuto comunicazione che il nostro account è stato sospeso per violazione delle (giustamente) rigidissime linee guida della community. Un comportamento tenuto in buona fede che ha ingenerato un imprevisto che ci scombina un po’ i piani, ma che non per questo ci ferma. Ci prenderemo del tempo per riordinare un po’ le idee e nel frattempo, chi si era già affezionato a #locrideinunminuto, non si preoccupi troppo, la nostra nuovissima videorubrica, infatti, continuerà (per adesso) proprio sulle storie di Instagram.
Naturalmente, e per concludere, quanto vi ho appena detto non va a cambiare il nostro approccio ponderato alle notizie che continueremo quotidianamente a trattare sul nostro giornale online. Se siete tra quelle persone che, come me, preferiscono un testo ben argomentato e, magari, rimpiangono persino la buona vecchia carta stampata, non vi resta che continuare a seguirci come avete sempre fatto.

Foto: ecostampa.it


Gedac

Jacopo Giuca

Nato a Novara in una buia e tempestosa notte del giugno del 1989, ha trascorso la sua infanzia in Piemonte sentendo di dover fare ritorno al meridione dei suoi avi. Laureatosi in filosofia e comunicazione, ha trovato l’occasione di lasciarsi il nord alle spalle quando ha conosciuto la sua compagna, di Locri, alla volta del quale sono partiti in una altra notte buia e tempestosa, questa volta di novembre, nel 2014. Qui ha declinato la sua preparazione nella carriera giornalistica ed è sempre qui che sogna di trascorrere la vecchiaia scrivendo libri al cospetto del mare.

Related Articles

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button