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Sanremo: da Fedez a Egonu, le pagliacciate di un Paese allo sbando

Il rompiscatole


Edil Merici

Di Francesco Salerno

È finito da poco il Festival di Sanremo o, come molti ormai lo chiamano, il Festival di Sanscemo.
La nota trasmissione, nata per esaltare e proporre musica, è ormai divenuta una cornucopia di politica, moralismo, cialtroneria e scenette preparate a tavolino che farebbero voltare lo stomaco persino a Mr. Bean. In queste serate abbiamo assistito a una serie davvero ammirevole di vicende umane che, a dirla tutta, andrebbero studiate da un gruppo di psicologi di alto livello.
Iniziamo dal cantante che ha devastato decine di fiori solo perché non sentiva l’audio in cuffia: io spero solo fosse una cosa preparata per fare ascolti, perché un comportamento così, a mio parere, richiederebbe un Trattamento Sanitario Obbligatorio…
Oltre a ciò, abbiamo la solita, smielata, insensata e scialba sviolinata di Fedez contro il governo. Un pezzo di 12 strofe cantate male che, almeno nell’intento, avrebbe dovuto criticare i fascisti brutti e cattivi che risiedono a Roma. Ora, questo governo è criticabile per mille cose diverse, ma davvero vogliamo ancora paragonarlo a quello dei fascisti? I veri fascisti si staranno rivoltando nella tomba nel sapere di essere posti sullo stesso piano di Matteo Salvini, Giorgia Meloni e (è proprio il caso di dirlo) “compagna cantante”. Fedez, forse, farebbe meglio a occuparsi dei suoi video su TikTok e lasciar perdere tutto il resto…
Ovviamente, non poteva mancare l’Ucraina. Il presidente Volodymyr Zelens’kyj (che pare a breve verrà proclamato santo) non si è presentato, ma ha inviato una lettera alla cui lettura è seguita l’esibizione di un gruppo musicale ucraino. Mi piace, tutto questo, devo essere sincero. Quale messaggio più adatto, nell’ambito di uno spettacolo che promuove musica e fratellanza, di quello di un Presidente che parla di guerra, morte e distruzione?
La ciliegina sulla torta, tuttavia, l’ha messa Paola Egonu, attaccando il solito concerto di trombone sul razzismo in Italia. Ora, di questo ne ha parlato anche il direttore e vi invito a leggere il suo pezzo per avere due punti di vista diversi sulla questione. Ciò che io penso delle dichiarazioni di Paola è che, semplicemente, dovrebbe imparare a dosare le parole. Sia chiaro: non metto in dubbio che nel corso della sua esistenza, possa aver incontrato razzisti, anzi (purtroppo il mondo è pieno di idioti…). Ma credo che le sue parole siano state sin troppo esagerate: se avesse detto che “in Italia c’è ancora molto razzismo” le avrei certamente dato ragione. D’altronde, non c’è nemmeno bisogno di scomodare il colore della pelle, basta vedere come ci si scanna amorevolmente tra nord e sud!
Ma lei non ha detto questo, bensì che “l’Italia è un Paese razzista” il che comprende tutto il nostro Paese. Ora, logicamente questa affermazione è di per sé falsa in quanto, se fosse stata vera, Paola non sarebbe mai salita su quel palco e poco importa se è nata in Italia ed è a tutti gli effetti italiana. Negli Stati Uniti degli anni ’50 i cittadini americani neri erano discriminati anche se erano a tutti gli effetti cittadini…
Io condanno fermamente ogni tipo di razzismo e difenderei lei (e chiunque altro) se fossi presente durante un affronto da parte di razzisti, ma ciò non mi impedisce di condannare una frase sin troppo inclusiva. L’Italia è un Paese con mille difetti, e certamente vi sono razzisti, ma non è un Paese di razzisti nella sua interezza; pertanto, la nostra cara campionessa dovrebbe chiedere scusa e riformulare la frase. Mi chiedo, a questo punto, cosa ne pensi la Egonu della Turchia, noto paese da sempre antirazzista e sensibile ai diritti umani (e qui ero sarcastico)!
Ebbene, a fronte di tutto ciò (non cito il bacio finto tra Fedez e Rosa Chemical solo perché è un evidente buffonata), possiamo affermare che il festival della musica italiana si è trasformato nel festival delle scemenze. Come se ciò non bastasse vi invito ad andare a controllare gli stipendi dei presentatori e degli ospiti: per la serie 500 € di reddito sono una vergogna ma 300.000 per condurre un paio di serate sono comprensibili…

Foto: corriere.it


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