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Attualità

“…a casa nostra” non c’è “Salvezza”

Pensieri, parole, opere… e opinioni


Edil Merici

62 morti, tra cui 14 bambini. Sono i freddi numeri di una tragedia che ha funestato l’ultima domenica di febbraio per una Regione, la Calabria, che a tragedie di questo tipo non è nuova, ma alle quali, purtroppo, sembra che abbia finito con l’abituarsi.
Per uno strano caso del destino, nelle stesse ore in cui questo dramma si consumava al largo di Steccato di Cutro, avevo per le mani il reportage a fumetti di Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso Salvezza, edito da Feltrinelli, che mostra proprio quale sia il funzionamento delle imbarcazioni impegnate nel soccorso ai migranti al largo delle coste italiane. L’opera si prefigge di indagare il nuovo senso del termine accoglienza e racconta di come il giornalista Rizzo e l’illustratore Bonaccorso, sul fine del 2017, abbiano deciso di imbarcarsi sull’Aquarius, la nave con cui SOS Méditerranée e Medici senza frontiere soccorrono i migranti al largo della Libia, raggiungendo così il cuore del Mediterraneo e divenendo parte attiva delle operazioni di salvataggio di quei disperati che si stipano in barchini fatiscenti con la speranza di andare incontro alla salvezza che dà il titolo al reportage.
Questo eccezionale esempio di nona arte spiega in maniera rapida e incredibilmente efficace non tanto (e non solo) lo svolgimento concreto delle operazioni di salvataggio ma, grazie alle digressioni sparse all’interno dei singoli capitoli, anche quale sia il complesso quadro politico che sta alle spalle di questi flussi migratori, facendo comprendere in poche pagine perché dietro lo slogan “aiutiamoli a casa loro” si celi una lettura tremendamente superficiale del fenomeno.
Non contenti di aver compreso quali siano le difficoltà delle Organizzazioni Non Governative nel soccorso al largo, Rizzo e Bonaccorso, all’inizio del 2019, si sono poi addentrati nelle strade della nostra Calabria per studiare il modello Riace, i punti di accoglienza di Caulonia e Gioiosa lonica e la baraccopoli di San Ferdinando, che vengono narrati dalla viva voce di migranti, operatori e dell’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano all’interno del seguito di Salvezza, intitolato invece …a casa nostra: cronache da Riace. Entrambi i reportage a fumetti sono inclusi in un volumetto molto pratico e dal prezzo contenuto, che vi invito caldamente ad acquistare (anche cliccando qui, se non avete il tempo di recarvi fissamente il libreria). Essendo ambientati, ormai, rispettivamente sei e quattro anni fa Salvezza e …a casa nostra parlano naturalmente di un contesto, anche legislativo, ben preciso e parzialmente superato, che condiziona un’interpretazione spesso “di parte” delle vicende narrate e non risparmia critiche ai governi in carica in quel periodo. Da allora a oggi alcune leggi e disposizioni sono cambiate e, di conseguenza certi dettagli sono ora diversi da come vengono raccontati, ma restano uguali, tuttavia (e quanto accaduto a Steccato di Cutro lo dimostra) le condizioni di viaggio dei migranti, i pericoli e le violenze che devono affrontare, i modi terribili in cui spesso incontrano la morte, le difficoltà in cui si imbattono una volta sbarcati. Aspetti che rendono il valore morale del volume inestimabile.
Indubbiamente condizionato da questa lettura, al senso di angoscia generalmente provato dinanzi a notizie terribili come quella di ieri, si è aggiunta una rabbia alimentata non solo (e non tanto) dal fatto che quella povera gente si sia arenata sulle nostre spiagge ormai priva di vita, ma soprattutto da come i fatti siano stati trattati da un mondo politico che, con la scusa di fare a gara a esprimere solidarietà, ha finito inesorabilmente con il fare una volta di troppo propaganda. Dagli “scafisti che ormai mettono in mare barchini sempre meno sicuri” (come se, ai tempi dell’Acquarius si viaggiasse con gli yacht) alla necessità di limitare il raggio di intervento delle ONG per dimostrare agli scafisti che non esistono più i “taxi del mare” e convincerli a non organizzare i viaggi della speranza, ho assistito a un trionfo dell’inadeguatezza (umana) che è passata attraverso il pestare i piedi affinché “l’Europa si assuma le sue responsabilità” e il “Governo deve smetterla con le soluzioni tampone” che, tuttavia, sono imputabili in realtà “all’immobilismo della sinistra”. Una fiera dell’inopportuno che dimostra la presenza di una generalizzata coda di paglia da parte di qualunque fazione politica, che si affretta a scaricare le responsabilità su terzi, rivolgendo preghiere che non possono che essere di facciata, considerato che il solo sentimento cristiano di cordoglio e costernazione che avrebbero dovuto esprimere dinanzi alla perdita di così tante vite umane innocenti è quello espresso per realizzare un’apertura a effetto dei propri comunicati stampa.
Mi pare quasi di sentirli tirare il fiato con soddisfazione dopo aver inviato ai giornali le mail in cui hanno fatto sentire la propria voce prima di tornare a godersi il resto della giornata.
l modo perfetto di trascorrere la prima domenica di quaresima…

Foto: leganerd.com


GRF

Jacopo Giuca

Nato a Novara in una buia e tempestosa notte del giugno del 1989, ha trascorso la sua infanzia in Piemonte sentendo di dover fare ritorno al meridione dei suoi avi. Laureatosi in filosofia e comunicazione, ha trovato l’occasione di lasciarsi il nord alle spalle quando ha conosciuto la sua compagna, di Locri, alla volta del quale sono partiti in una altra notte buia e tempestosa, questa volta di novembre, nel 2014. Qui ha declinato la sua preparazione nella carriera giornalistica ed è sempre qui che sogna di trascorrere la vecchiaia scrivendo libri al cospetto del mare.

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