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PD Calabria: Giovanni Toti, la sanità e la rete idrica

Proseguono le attività del Partito Democratico Regionale, che ha commentato l’intervista rilasciata dal dal governatore della Liguria Giovanni Toti a La Stampa, sollecitato la sanatoria del debito sanitario e commentato la condizione della rete idrica regionale.

«Giovanni Toti ha superato il limite della decenza»

«Siamo alle solite: utilizzando lo stereotipo del Meridione che non riesce a spendere le risorse europee, le Regioni del Nord chiedono che i fondi europei per il Sud vengano dirottati a loro. Le dichiarazioni rilasciate dal governatore Toti lasciano davvero di stucco e indicano, ancora una volta, quale sia il reale programma delle forze di centrodestra che sostengono il governo Meloni.»
Ad affermarlo è il capogruppo PD in Consiglio regionale Mimmo Bevacqua, dopo l’intervista che il presidente della Liguria Toti ha rilasciato a La Stampa.
«Toti chiede “più soldi pubblici a chi riesce a impiegarli meglio, meno a chi è lento”. Ancora una volta – spiega Bevacqua, – ci troviamo davanti a prese di posizione, cariche di pregiudizio, che hanno il solo obiettivo di affossare ancora di più il Sud che avrebbe bisogno certamente di maggiori risorse pubbliche rispetto al Nord per poter recuperare il divario attualmente esistente tra le due aree del Paese. Le dichiarazioni di Toti – dice ancora Bevacqua – sono la dimostrazione più lampante di come questo centrodestra intenda affrontare le differenze esistenti tra Nord e Sud. D’altronde questa filosofia la troviamo nel Disegno Di Legge Calderoli che, cristallizzando la spesa storica, finisce per non dare nessuna possibilità di recupero alle Regioni del Sud, spaccando in due l’Italia. Un atteggiamento incomprensibile, avallato anche dalla maggioranza di centrodestra alla guida della Regione, quando sarebbe necessario l’esatto contrario e cioè un governo nazionale che metta il Sud al centro della sua agenda politica per unificare sempre di più il Paese e rendere i diritti e le possibilità dei cittadini uguali in ogni parte del territorio.»

«Il debito della sanità calabrese deve essere quantificato e ripianato»

«La ricognizione del debito sanitario della Calabria rischia di diventare l’ennesima attività incompiuta della nostra martoriata Regione. La riunione del Tavolo Adduce a Roma, oltre alla solita grave mole di rilievi critici, ha evidenziato la necessità di procedere all’approvazione dei bilanci di quelle Aziende Sanitarie Provinciali che non approvano da anni i documenti contabili, rendendo ancora più complessa la quantificazione del debito del comparto. Mentre galoppano gli interessi di mora e, in alcuni casi, anche le spese di anticipazione di cassa attivate da alcune aziende, nessuna azione concreta è stata posta in essere per procedere ai pagamenti del dovuto.»
Ad affermarlo è Bevacqua. «In queste condizioni – prosegue, – il debito continua ad aumentare quotidianamente e la scadenza del 31 dicembre 2023 si avvicina. In questi mesi, grazie alla norma che blocca i pignoramenti sino a dicembre del corrente anno, le casse della sanità hanno sicuramente tratto una boccata di ossigeno – seppure effimera – perché, comunque, la legge non blocca la corsa degli interessi e, per ogni anno, rischiano di accumularsi tra i 60 e gli 80.000.000 di passività. Ma quella norma non è prorogabile, salvo non si voglia aggirare i principi dettati dalla Corte Costituzionale. Quindi, è necessario sbloccare i procedimenti di pagamento e recuperare i ritardi per saldare i debiti certi entro l’anno, altrimenti ci sarà un’esplosione di azioni esecutive».
«I segnali che arrivano – dice ancora il capogruppo dem, – non vanno nella direzione giusta. Non si capisce se le aziende siano pronte a ottemperare ai pagamenti, né se questo dipenda da una incapacità manageriale dei vertici burocratici o da una responsabilità politica regionale e nazionale. Quello che è certo è che questa situazione di stallo deve essere eliminata se vogliamo vedere un po’ di luce e dare speranza e fiducia ai calabresi. Noi chiediamo chiarezza, non solleviamo polveroni. E, nella massima chiarezza, siamo disponibili responsabilmente a dare un contributo per la soluzione della questione».

«La rete idrica è al collasso e il governo regionale continua a temporeggiare»

«La celebrazione della giornata mondiale dell’acqua ha nuovamente acceso i riflettori sulla drammatica situazione che vive il Pianeta a causa dei cambiamenti climatici che provocano episodi di siccità sempre più gravi e, in Calabria, sulle tante criticità di gestione del comparto idrico il governo regionale continua a girare a vuoto su se stesso.»
A sostenerlo è Bevacqua, che prosegue: «È esplicito in tal senso l’esposto che il Coordinamento delle Associazioni per la difesa dei Consumatori ha inviato alla Corte dei Conti per evidenziare le omissioni delle Istituzioni che hanno reso la rete idrica calabrese un autentico colabrodo. Sia chiaro: la responsabilità non vogliamo darla solo a questo governo, ma a tutti coloro che negli anni non hanno messo in campo una programmazioni e interventi adeguati alla gravità del problema. Secondo i dati dell’Istituto nazionale di Statistica viene disperso annualmente in Calabria il 50% dell’acqua messa in rete. Un dato inaccettabile – dice ancora Bevacqua – che rende ancora più grave la perdita dei finanziamenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza da parte della Regione per il rifacimento delle reti idriche comunali. E proprio i Comuni, in questi giorni, stanno lanciando il proprio grido di allarme in ordine al passaggio da Autorità Idrica della Calabria ad Autorità Rifiuti e Risorse Idriche della Calabria e, successivamente, alla possibile gestione di un soggetto unico che sta creando un vespaio di polemiche e confusione in ordine a competenze e gestione. Soprattutto i piccoli Comuni, spesso i più virtuosi, si chiedono se entrando nel nuovo sistema regionale di gestione integrata avranno nuovi svantaggi da punto di vista delle tariffe, creando nuove difficoltà ai cittadini.»
«Chiediamo ancora una volta chiarezza al governo regionale in ordine ai passaggi del trasferimento di competenze da AIC all’ARRICal – dice il capogruppo dem a palazzo Campanella, – per fare in modo che i sindaci sappiano decidere per il meglio sull’eventuale adesione all’ARRICal e che davvero ci possa essere una svolta nella gestione delle acque calabresi. È fondamentale capire, ad esempio, come il governo Occhiuto abbia intenzione di rimediare alla perdita del finanziamento del PNRR per le reti idriche che necessitano urgentemente di interventi di ripristino e manutenzione.»


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