I nostri cari aspettano giustizia è il titolo a doppia pagina che campeggia sulle pagine interne di Cronaca Vera in edicola questa settimana. L’intestazione è la sintesi della richiesta di riapertura delle indagini che i famigliari di Francesco Tramonte e Pasquale Cristiano rivolgono alla Procura della Repubblica di Catanzaro.
L’omicidio dei due netturbini, avvenuto a Lamezia Terme il 24 maggio 1991, alla Miraglia, mentre svolgevano il proprio turno di lavoro, intenti a ripulire dall’immondizia la propria città, segnò profondamente la comunità. Per gli inquirenti quella strage, che vide contestualmente il ferimento di un collega dei due netturbini assassinati, ha una matrice ’ndranghetistica, riconducibile agli interessi delle cosche a infiltrarsi negli affari della raccolta e smaltimento dei rifiuti. I due onesti lavoratori sarebbero stati dunque vittime sacrificali di una strategia della criminalità organizzata per infiltrare gli appalti dell’amministrazione comunale. Eppure, al netto delle convinzioni consolidatesi negli anni tra gli inquirenti e la società civile, questo lungo lasso di tempo non è stato sufficiente ad accertare le effettive responsabilità e, soprattutto, l’identità dei componenti del commando che eseguì l’azione delittuosa.
Centinaia sono le firme raccolte per sollecitare gli inquirenti a riprendere in mano il fascicolo e assicurare alla giustizia i mandanti e gli esecutori.
L’approfondimento del caso si può leggere nel dettagliato articolo a firma di Antonello Lupis, responsabile per la Calabria del settimanale nazionale di cronaca, attualità e costume, diretto dal giornalista Giuseppe Biselli.
Foto di copertina: cn24tv.it