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Costume e SocietàLetteratura

Tre morti inquietanti

Il vampiro di Gerace

Di Francesco Salerno

Dopo la notizia della morte del caposquadra me ne tornai a casa. Ero sconcertato e avvilito. Ovviamente, i lavori erano stati sospesi e, adesso, la polizia indagava su un omicidio. La cosa che però mi faceva più riflettere era quella bara aperta. Possibile che un ladro si fosse intrufolato in chiesa per saccheggiare la tomba e per caso si fosse imbattuto nel caposquadra?
Ma se così era, perché farlo a pezzi? Quale mostro disumano poteva fare una cosa simile?
Mi arrovellai su tali questioni sino alle tre del pomeriggio, quando ricevetti una telefonata dalla Diocesi che mi avvertiva che il vescovo in persona voleva parlarmi. Mi recai all’incontro con in testa una moltitudine di domande e di dubbi. Una volta dal vescovo, questi mi apparve particolarmente teso e persino spaventato, cosa che io attribuii ai recenti avvenimenti in chiesa. Il prelato volle sapere nei dettagli quante persone erano presenti al momento della scoperta della tomba, chi aveva tolto il blocco di pietra, chi conosceva l’ubicazione della stanza e, questa la cosa che mi colpì maggiormente, se qualcun altro fosse scomparso.
Io risposi che, per quanto ne sapevo, nessuno era scomparso e che non capivo il perché di quella domanda. Il vescovo mi rispose con una semplice scrollata di capo e mi congedò. Fu più tardi, quello stesso giorno, che capii il perché di quella domanda. Alle dieci di sera ricevetti la telefonata di uno degli operai che avevano lavorato con me alla ristrutturazione del duomo. L’uomo mi avvertì che Paolo e Rocco, gli altri due operai, non si rintracciavano in nessun modo e che le famiglie erano molto preoccupate. L’ultima volta che li avevano visti erano in auto insieme e andavano in campagna. Subito vennero avvisate le forze dell’ordine che, all’alba del giorno dopo, ritrovarono i corpi dei due uomini in mezzo al nulla. Erano ancora in auto ma sembravano essere usciti fuori da un tritacarne. Nessuno, né giornali né persone, collegò le tre morti. E d’altronde, come potevano? Si parlò di un maniaco, di una vendetta di mafia, di lupi, addirittura… ma io sospettavo che vi fosse ben altro, sotto. Quel pomeriggio mi fiondai alla sede del vescovo, nella speranza di parlare ancora con lui e capire cosa stesse accadendo. Tuttavia, non venni ricevuto e un prete piuttosto zelante mi disse che sarebbe stato meglio se me ne fossi andato via. Io urlai, minacciai e sbraitai, ma non servì a nulla.
Arrabbiato e confuso feci per andarmene ma, in quel momento, venni raggiunto dal prete di Gerace che, senza dire una parola, mi consegnò una busta bianca e se ne andò senza proferir parola. Dentro la busta vi era una breve lettera scritta di suo pugno, che mi invitava a lasciare la regione per un po’ di tempo: “Prendetevi una lunga vacanza all’estero” aveva scritto, senza specificarne i motivi.
Oltre alla lettera, vi era anche una foto.
Mostrava la tomba in pietra aperta. Dentro la bara vi erano degli stracci neri consunti e strappati, ma nessun osso o cadavere. Fu, tuttavia, quando voltai la foto che trovai la sorpresa più grossa. 
Scritta a penna vi era un’unica parola: Nosferatu.

Continua…

Foto: latigredicarta.it


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2 Comments

  1. Buonasera, l’ho avvistato l’altra sera intorno alle 23 nei pressi della cattedrale, u vitti chi attrippava pe basciu cu curtejuzzu.
    Mi sono spaventato un po’ poi mi sono leggermente irritato e ci gridavi.

    Fate qualcosa per risolvere questo pasticcio, aia la madonna lampu mu stocca.

    Buona sera vi ringrazio e arrivederci👍👋

    Bruno Pugnettero ☺️

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