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Costume e Società

Alessandro Manzoni: 150 anni… e dimostrarli tutti!

Di Ugo Mollica

150. Tanti sono gli anni trascorsi dalla morte di Alessandro Manzoni, avvenuta a Milano, nel compianto e nel rimpianto di tutti, il 22 maggio 1873.
Insieme a pochi altri, è la figura più cara, più rappresentativa e nobilitante della nostra letteratura.
Noi studenti cercavamo nelle sue parole assonanze e puntelli di verità, per abbellire i nostri discorsi, ansiosi di elevarsi un pochino.
Manzoni era considerato maestro d’eccellenza nei valori fondamentali di un paese civile di lunga storia e di memoria lucida, quale l’Italia unificata prendeva di essere.
Era virtuosamente orgoglioso della sua italianità antica, modulata sui registri classici e, nel contempo, aperta agli influssi e agli umori recenti e contemporanei.
A tinte molto chiare e decise sosteneva i singoli cardini del pensiero italiano: Dio, Patria, Famiglia, da tanto tempo la carta indiscutibile dei nostri sacri valori e riferimento di ogni ispirazione.
Alla luce del Vangelo si combattevano la prepotenza, i soprusi e le ruberie, come pure l’ignoranza e l’ arretratezza, causa ed effetto di ogni male.
I preziosi valori italiani, capaci di resistere a diversi turbini sconvolgenti (2 guerre mondiali, una lunga e severa dittatura e una strenua lotta di liberazione), hanno accompagnato con garbo e vigore gli anni di transizione alla nuova frontiera di civiltà e di benessere e hanno sollecitato la diffusione della Scuola e dell’istruzione come cemento virtuoso di consapevolezza ed emancipazione.
Gli stessi valori hanno guidato, negli anni ’50, la ristrutturazione sociale, contenendo in misure sopportabili il possibile collasso morale, data la gravissima emorragia emigratoria.
E negli anni ’60 hanno accompagnato i primi fermenti del mondo giovanile, che nel decennio successivo sarebbero diventati contestazioni radicali sempre più spinte, fino a forme di vera, sanguinosa rivolta.
Nasceva in questo periodo un malefico fenomeno di antitalianità in numerosi italiani, asserviti ad ideologie stravaganti ed esterofile.
Diventavano bersagli sistematici i singoli presidi di italianità, a iniziare dalla nostra lingua grandiosa, alla religione, alla tradizione musicale italiana, al calcio, alla moda giovanile e via discorrendo.
In nome di uno spirito di avversione molto esibizionista e alquanto vigliacco.
In questo progetto antitaliano Manzoni finiva per essere tra i maggiormente colpiti.
Ma Manzoni è contento lo stesso. Sa che, passata la sbornia antiital, risistemati gli indirizzi della logica e del buon senso, egli tornerà a brillare: di arte, di valori cristiani, di patria e di poesia.
Allora, lunga vita immortale, grande Don Lisander Manzoni.


GRF

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