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PD Calabria: i decreti omnibus, il DL Ponte e la discussione sui Consorzi


Edil Merici

Proseguono le attività del Partito Democratico Regionale, che ha detto basta alla pubblicazione decreti omnibus, commentato, attraverso le parole del senatore Nicola Irto, il Decreto Legge Ponte e l’andamento della discussione sui Consorzi.

“Basta ai decreti omnibus e ai colpi di mano”

“Nel corso dell’ultimo Consiglio regionale, come minoranza, abbiamo deciso di abbandonare l’aula non appena si è materializzato l’ennesimo ricorso al voto per il cosiddetto (e ormai rituale) decreto Omnibus, l’insalatona mista dentro la quale la maggioranza ci rifila di tutto, dalle frivolezze alle cose estremamente serie. Se la nostra è una fuga dalla responsabilità, come sostengono i capigruppo di maggioranza, la loro invece si configura come una mortificazione della stessa responsabilità che il ruolo richiederebbe, verso sé stessi e i colleghi tutti.”
Così, in una nota, il capogruppo PD in seno al consiglio regionale a conclusione di una seduta nuovamente contrassegnata da frizioni e polemiche.
“Per la sesta volta nella legislatura corrente – continua nella nota il capogruppo Bevacqua – la maggioranza di governo porta in aula questi provvedimenti minestrone contenenti misure disparate ed eterogenee senza un quadro di insieme. Durante la legislatura, per fare qualche esempio, basta guardare al terzo decreto Omnibus del luglio scorso che, attraverso 10 articoli, interviene su temi vari quali la partecipazione della Regione a una società consortile e l’esenzione della tassa automobilistica per i veicoli storici. O, ancora, il quarto decreto di febbraio con dentro norme in tema di dirigenza sanitaria e Azienda Zero, regole di ingaggio per i medici passando anche per la riforma della Protezione Civile senza tralasciare demanio e vincolo idrogeologico. Ancora più gravi le norme sul sistema idrico integrato e Società Risorse Idriche Calabresi quale gestore unico. Per continuare con il passaggio degli impianti sciistici da Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese a Ferrovie della Calabria. Di tutto di più, dentro i decreti Omnibus. Come se l’impianto Regione fosse componibile e scomponibile a incastri, senza visione né priorità né scala di valori a proposito di interventi e modifiche.”
«Nell’ultimo decreto si disciplina, tra le altre cose, in un testo di ben 22 articoli – prosegue Bevacqua – la fusione tra Cosenza, Rende e Castrolibero attraverso un vero e proprio blitz con la modifica della legge regionale nº 15/2006, che mira ad imporre dall’alto questa fusione, privando i Comuni della possibilità di indire un referendum. In breve, una proposta che non si può non rifiutare. Noi non condividiamo questo metodo, perché non segue quel processo democratico e partecipativo per come sarebbe auspicabile che fosse e che, anzi, manifesta la volontà di ammazzare il dibattito, di esautorare il Consiglio e le sue Commissioni delle prerogative minando la qualità della produzione normativa.”
“Questo modo di procedere – conclude Bevacqua – ci consegna anche il sospetto che qualcuno, di volta in volta, inserisca misure clamorose con la speranza che possano passare a fari spenti. Hai visto mai che non se ne accorge nessuno. Se questo governo regionale intende approvare le sue leggi a colpi di maggioranza noi non solo saliremo sempre sull’Aventino, ma coinvolgeremo in iniziative tutte quelle parti sociali e civili che si aspettano, appunto, coinvolgimento e discussione piuttosto che agguati legislativi. Non staremo a guardare, insomma. La Calabria è anche nostra, non solo di chi vince le elezioni.”

Nicola Irto: «DL Ponte? Solo uno spot»

«Il decreto sul Ponte dello Stretto proposto dal governo è una potentissima arma di distrazione di massa, brandita ogni qual volta va distolta l’attenzione mediatica da altro. Ma l’arma di distrazione di massa può servire anche ad altro. Ad esempio, a coprire interventi che rischiano di sconquassare ulteriormente il Paese e di cui il governo deve assumersi la responsabilità politica. Perché non è un caso che il decreto Ponte sia nato quasi contemporaneamente all’ultima bozza, dagli effetti potenzialmente devastanti, sull’autonomia differenziata». Così il senatore del PD Irto, intervenendo in aula in dichiarazione di voto sul Decreto Legge Ponte. «Il governo non ha tenuto in alcuna considerazione neppure i rilievi che sono stati mossi nel corso delle audizioni nelle Commissioni competenti, rilievi secondo i quali l’attuale progetto di attraversamento stabile sullo Stretto è del tutto insostenibile, non soltanto sotto il profilo tecnico e ambientale, ma anche sotto il profilo economico/finanziario. Pertanto – sottolinea il parlamentare democratico – risulta chiaro che si tratta di una strategia del governo per annunciare opere che non saranno mai fatte. Il nostro no, dunque, è un no al decreto per come è strutturato, per l’assenza di coperture finanziarie, per l’assenza di dibattito pubblico sui territori, perché nei fatti è solo uno spot.Una ferma opposizione che proseguiremo nel Paese dovuta alla mancanza di strategia del governo sul tema complessivo dello sviluppo intermodale della rete dei trasporti. Senza tutto questo, il decreto Ponte è utile non per la comunità ma esclusivamente per la società che va a finanziare. Alla propaganda e all’arroganza del governo il PD vota no» conclude Irto.

Consorzi: “Bene l’apertura della discussione, ma sarebbe stato utile vagliare la nostra proposta”

“L’incontro informale di cui riferisce a mezzo stampa la presidente Katya Gentile e al quale hanno partecipato i rappresentanti del governo regionali, dei sindacati e delle associazioni di categoria – scrivono i consiglieri dem in una nota – può essere sicuramente un primo passo se segna l’avvio di un percorso più ampio e non si limita a diventare una vetrina per illustrare una proposta di riforma già confezionata e immodificabile.”
“In questo senso registriamo come un pesante scivolone la circostanza che la presidente Gentile neanche abbia citato la proposta di riforma che abbiamo depositato in Consiglio. La nostra proposta – prosegue la nota – è finalizzata ad avere una più efficace razionalizzazione organizzativa di questi enti. Il testo normativo prevede, come passo iniziale, la soppressione e la messa in liquidazione degli attuali undici consorzi seguita da un disegno di delimitazione di nuovi consorzi comprensoriali e un maggior coinvolgimento delle organizzazioni sociali e datoriali maggiormente rappresentative.”
“Il punto fondamentale di diversità rispetto alla proposta proveniente dal centrodestra – spiegano in consiglieri del PD – riguarda la centralizzazione delle funzioni in un Ente unico. Si tratta dell’idea generale che questo governo insegue fin dal suo insediamento e in ogni settore. Ma l’accentramento non è sinonimo né di efficienza, né di trasparenza, né di vera riforma. Nel caso specifico dei Consorzi – dicono ancora i consiglieri del PD – la creazione di un Ente unico non è la migliore risposta alla governance dei processi. Una risposta che non terrebbe conto dell’estensione del territorio calabrese con le sue differenze ed eterogeneità morfologiche e ambientali. Per questo, all’interno della nostra proposta di riforma, abbiamo previsto che i singoli consorzi operanti su porzioni di territorio omogenee, possano organizzarsi in Distretti di comprensorio. Siamo convinti, allo stesso tempo, che l’attuale struttura organizzativa non sia più funzionale a una gestione virtuosa anche dal punto di vista economico/finanziario, alla luce degli scioperi che hanno interessato alcuni di questi enti negli ultimi mesi e che hanno restituito l’immagine di un settore completamente allo sbando. Chiediamo – concludono i rappresentanti del PD a palazzo Campanella – che si apra adesso una fase reale di consultazioni con le parti sindacali e datoriali volta non solo a illustrare proposte già preconfezionate, ma aperta a raccogliere i contributi dei soggetti interessati, dei rappresentanti territoriali, sindacali, delle associazioni di categoria. Il tema della difesa del territorio e della prevenzione del rischio idrogeologico è delicato e centrale per il futuro della Calabria e merita un confronto adeguato anche in Consiglio per arrivare alla sintesi migliore di tutte le proposte in campo. E riteniamo indispensabile che su questo si apra, fin da subito, un dibattito pubblico.»


GRF

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