23 maggio: Locri ricorda e sogna la svolta culturale
A 31 anni dalla strage di Capaci, nella quale persero la vita il giudice Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e i tre agenti della scorta Antonio Montinaro, Rocco Diccillo e Vito Schifani, la Città di Locri si è stretta nel ricordo delle vittime che persero il bene più prezioso, la propria vita, per l’affermazione della legalità e verità.
«Il loro sacrificio renda immortali le nostre coscienze e risvegli in noi il coraggio di cambiare le cose che devono essere cambiate e si rendano monito di fierezza, del non piegare mai la testa dall’altra parte ma di alzare sempre, orgogliosamente, in alto la fronte» con queste parole di fiducia e speranza il Sindaco della Città di Locri, Giuseppe Fontana, ricorda tutte le vittime innocenti di mafia.
«È tempo di andare avanti seguendo l’esempio coraggioso della non rassegnazione e della lotta civile – ha proseguito il primo cittadino. – Raccogliamo, dunque, l’importante eredità morale che ci lasciano questi eroi civili, consapevoli come ciascuno di noi debba dare il proprio intimo contributo alla difesa dei valori di giustizia, legalità, integrità e trasparenza. La vicinanza delle Istituzioni democratiche sia sempre baluardo di giustizia e diritti civili, come la stella polare capace di guidare nel bene una comunità sociale forte, determinata e onesta. Questo è il mio intento, insieme a quello di tutti gli amministratori che oggi, accanto a me, si accingono a curarsi dei bisogni e delle esigenze del territorio locrese.
Del resto sono questi i valori ai quali aspira con forza la nostra Città, che non soltanto oggi ma quotidianamente desidera rinnovare quell’impegno, riproponendone il coraggio e la determinazione affinché sia sempre l’interesse generale a prevalere.
La svolta culturale in atto è essenziale perché l’unica in grado di disseminare valori etici fondamentali, spargendoli nel territorio affinché le crepe si riempiano e si chiudano, senza lasciare posto ai soprusi ma a scelte e obiettivi democraticamente condivisi.»