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ANGsA Calabria al Parlamento Europeo nella giornata dedicata alle persone con Disabilità


Edil Merici

Dall’ANGsA Calabria

Organizzato dallo European Disability Forum, si è riunito il 5º Parlamento Europeo: presenti oltre 600 delegati in difesa dei Diritti delle Persone con Disabilità.
I rappresentanti della sezione regionale dell’Associazione Nazionale Genitori persone con Autismo hanno avuto l’onore di vivere un’occasione di confronto, di ascolto e riflessione. Apprezzati gli interventi, l’apertura dei lavori della Presidente del Parlamento Roberta Metsola, dei membri del Parlamento (in particolare di Chiara Gemma) e il ricordo del pensiero espresso dal compianto Presidente David Sassoli: «La Disabilità è parte integrante, piena, del nostro mondo. Chi non lo comprende perde una grande opportunità di arricchimento interiore.»
I rappresentanti della disabilità di tutta Europa hanno trattato temi come il Diritto al Voto, l’Accessibilità dei Trasporti, l’Ambiente Edificato, la CartaEuropea della disabilità, l’Inclusione Scolastica e Lavorativa.
A latere si è svolto un Evento dedicato alle persone con Autismo e le loro famiglie, promosso dall’Onorevole Gemma, con la quale i membri della sezione calabrese dell’ANGsA hanno rapporti già da qualche anno, coinvolti in un progetto per la conoscenza, la testimonianza e la diffusione delle buone prassi a favore dell’autismo.
L’incontro Diamo voce agli autismi, genitori e figli: testimonianze a confronto ha visto i contributi del Presidente dell’ANGsA Giovanni Marino, di Ettore Focardi, della Presidente di Work-Aut Stefania Grimaldi, di Luigi Monopoli e di Antonio Lo Savio.
Ha inoltre inviato il suo Saluto il Ministro della Disabilità Alessandra Locatelli e sono intervenuti il Direttore di Autism Europe Autelie Barager e il Consigliere Pietro Cirrincione.
Le testimonianze hanno evidenziato i vari aspetti dell’autismo, dai progetti di Tirocini nel Parlamento Europeo di Persone con autismo ad alto funzionamento, alle esperienze della realtà Work-Aut, che vede coinvolti in percorsi di inclusione lavorativa persone con vari livelli di Autismo, alla relazione del Presidente ANGsA Marino, che mette in evidenza gli aspetti che caratterizzano le persone con autismo di livello medio/grave e grave.
Da un’analisi dei numeri delle Diagnosi dagli anni ’80 a oggi, prendendo anche a riferimento i dati statunitensi e, dal 2013, dall’entrata in vigore del Manuale dei Disturbi Mentali, che ha diviso il Disturbo dello Spettro Autistico in 3 livelli, in cui l’autismo profondo (grave) rappresenta il livello 3 e le persone con diagnosi di Asperger, che preferiscono in gran parte il termine neurodiversi, rappresentano il livello 1, gli ASD in totale sono cresciuti molto di numero e, tra questi, il livello 1 è aumentato vertiginosamente.
Marino, rappresentando la necessità che nella programmazione dei Servizi e la Progettazione delle Opportunità si tenga conto del pericolo di sottovalutazione dei bisogni dei livelli 2 e 3 per la prevalenza, agli occhi del legislatore, delle persone di livello 1, che hanno maggiori abilità, dice:

Alcune persone di livello 1 sono entrate e sono molto attive nel mondo associativo dell’autismo, costruito, negli ultimi 40 anni, dai famigliari delle persone di livello 2 e 3. Si rappresentano da sole, si difendono da sole e sono molto determinate, mentre le persone di livello 2 e 3 devono essere rappresentate dai genitori, anche dopo il raggiungimento della maggiore età, quando la responsabilità genitoriale decade e subentra l’amministrazione di sostegno o la tutela. Le famiglie devono anche programmare il “Dopo di Noi”.
La fatica per l’impegno come tutori da parte dei genitori delle persone con livello 2 e 3 fa loro dedicare sempre meno tempo nelle Associazioni, all’interno delle quali e il primo esempio è proprio quello di Autism Europe. La capacità di difendersi da soli determina la politica associativa anche sulla sanità e sulla ricerca, con il risultato che ormai i bisogni delle persone con ASD in situazione di gravità e di co-occorenza passano in secondo piano.

La sezione regionale dell’ANGsA condivide il messaggio della relazione del Presidente Marino, che conclude:

La responsabilità della classe politica impone di tutelare ogni persona con disabilità e quelli in condizione di maggiore bisogno di supporto devono trovare adeguata assistenza e con maggiore priorità, anche di tipo residenziale. Non si deve pretendere troppo dai famigliari, che in Italia già sono molto disponibili a fare i tutori a vita. Non si deve attendere a intervenire fino a ridurre tutta la loro famiglia in condizione di disabilità.
Dare risposte adeguate anche alle persone in situazione di maggior bisogno è dovere di un Paese civile, al quale un’Europa davvero inclusiva deve ispirarsi.


GRF

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