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Costume e Società

La panchina bianca che ci ricorda l’importanza di esprimere la nostra opinione

Di Sara Mittica 5ª ALS Licei Mazzini di Locri

Dopo più di un anno di didattica a distanza, è finalmente ricominciata la scuola in presenza e, per inaugurare il nuovo anno scolastico, lo scorso mercoledì 6 ottobre, si è tenuta, al Palazzo della cultura di Locri, una cerimonia organizzata dall’Amministrazione Comunale. Con l’augurio di un buon inizio e con tanta fiducia in un anno migliore di quello appena trascorso, la manifestazione ha voluto ricordare, di fronte a una rappresentanza di insegnanti e studenti del territorio, l’importanza della conoscenza e degli ideali di libertà e verità. A questo proposito, tutti noi abbiamo ascoltato con attenzione ed emozione le parole mischiate alle lacrime di Sonia Alfano, che ha visto morire il padre Beppe, giornalista, per mano della mafia. E quelle lacrime ci sono rimaste impresse come per ricordarci che questa triste verità non è mai lontana come pensiamo. Durante la manifestazione è stata inoltre inaugurata, proprio in memoria di Beppe Alfano, una panchina bianca, simbolo della libertà di stampa. Un’altra importante donna protagonista della giornata è stata Viviana Balletta, moglie di Fortunato La Rosa che, insieme all’Amministrazione Comunale di Locri, ha voluto offrire un premio ai giovani studenti che, attraverso la scrittura, si sono impegnati a ricordare le vittime di mafia e a diffondere ideali di legalità, libertà e giustizia. La giornata, dedicata all’inaugurazione dell’anno scolastico si è conclusa proprio con la consegna della quarta edizione della Borsa di studio Fortunato La Rosa, nella quale ho avuto il piacere di conseguire il secondo premio. Partecipare al concorso ha rappresentato per me una grande opportunità, perché ha permesso – a me e a tutti gli altri partecipanti – di esprimerci senza limitazioni, con la realizzazione di racconti con i quali abbiamo cercato di rendere giustizia a tutti coloro che non sono riusciti a farlo. Ho realizzato il mio elaborato (Cambiare un futuro già prescritto) lo scorso Maggio, in un periodo di parziale chiusura a causa della pandemia, che ho cercato di sfruttare per riflettere su tanti aspetti della vita. Il tema che ho scelto di trattare è stato proprio la legalità, il suo valore e i suoi principi, fondamentali per una corretta convivenza civile. Come sostengo nel mio racconto, “Il rispetto viene prima di tutto e non è solo il rispetto delle regole e delle leggi, ma Legalità è anche saper convivere civilmente, anche con persone che non ci piacciono. Uccidere non risolve niente”. Partecipare a questo concorso ha significato per me dimostrare che noi della generazione Z non sappiamo parlare solo di social media e tecnologia ma che, se ci impegniamo, riusciamo ad affrontare anche contenuti più importanti come quelli proposti (la legalità, l’immigrazione, la pandemia). Questo è anche grazie alla Scuola e agli insegnanti che ci affiancano, anno dopo anno, nel nostro percorso scolastico, aiutandoci a comprendere e affrontare argomenti non solo scolastici, ma anche di vita. Il risultato conseguito, inoltre, è stato per me molto importante perché, oltre alla soddisfazione personale derivata dal premio, mi ha stimolato a non rinunciare mai ai miei obiettivi e a non pensare mai con le idee degli altri. Quest’esperienza mi ha reso davvero consapevole della fortuna che abbiamo di poterci esprimere attraverso parole, lettere, testi o qualsiasi altro mezzo di comunicazione e che, grazie a essi possiamo arrivare a moltissime persone. Con la borsa di studio ricevuta sicuramente continuerò i miei studi e approfondirò le mie conoscenze, perché nella vita bisogna sempre essere curiosi e non stancarsi mai di conoscere. Quella panchina bianca”, infatti, ci ricorda quanto sia importante esprimere la nostra opinione in totale libertà e prendere posizione anche a nome delle vittime dell’ingiustizia.

Sara Mittica

Redazione

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