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“La ferocia con il pizzo”: torna il libreria la raccolta poetica di Lisa di Giovanni


Edil Merici

Dall’Ufficio Stampa

La ferocia con il pizzo torna in una nuova edizione negli scaffali delle migliori librerie di tutta Italia e nei negozi digitali, arricchita stavolta da splendide illustrazioni in stile manga a cura dalla talentuosa Stefania Diaferia che, dopo aver letto con molta attenzione le poesie, ha voluto rappresentare l’autrice così come la troviamo in copertina. Fresca e genuina ma assolutamente adatta per rappresentare una donna dalla spiccata sensibilità che non ha mai smesso di ascoltare il famoso fanciullino di pascoliana memoria, a lei tanto caro. Una grafica colorata e accattivante ha reso poi il testo ancora più fruibile e convincente anche per un pubblico giovane, che oggi fatica ad avvicinarsi al mondo della poesia, che pur fa parte del nostro immenso patrimonio artistico e culturale da sempre. Non per nulla l’Italia è la terra di grandi poeti e del Sommo e Venerato Dante Alighieri.
Una silloge poetica, quella di Lisa Di Giovanni, grande esperta di comunicazione e autrice sopraffina fin da giovane, che parla d’amore e che lo emana, come un profumo ora più dolce, ora più speziato, o ancora muschiato, da tutti i pori, memore però del fatto che ognuno di noi, proprio come ogni sentimento che si rispetti, ne abbia uno che è ben distinguibile e assolutamente originale: ed è per questo che va in qualche maniera custodito e tutelato. Così come viene esemplificato in questo verso:

L’amore è la migliore opera di ingegneria mai realizzata.

La poesia permette di partecipare alla vita, e questa è una grande consolazione anche secondo Di Giovanni, che cerca di sottrarre le cose a un destino di vanificazione per restituirle alla vita stessa.
L’autrice cerca, senza alcuna forma di presunzione, di essere esaustiva nel suo racconto in versi, che non stanca ed è reso ancora più piacevole dalla presenza di alcuni fugaci pensieri che svolgono la funzione di delicati, ma comunque molto evocativi, maggiordomi che ci introducono nelle stanze dell’anima, dell’abile penna di una poetessa che sa (indubbiamente) il fatto suo, ma che non lo fa pesare perché lei è (in realtà) una di noi. “Una donna sensibile, ma non fragile, determinata e bella sia dentro sia fuori”: così l’ha definita l’addetto stampa e poetessa Laura Gorini, che ha il privilegio di collaborare da tempo con Di Giovanni.
Commenta l’opera in una nota psicoanalitica, anche Maura Ianni: “Il sentimento è qui ben sintetizzato in ogni sua parte, ma mai e poi mai anestetizzato perché non lo merita. Deve essere vissuto fino in fondo, senza alcuna paura o piccola remora. Sa essere morbido e avvolgente come un caldo abbraccio e una coperta di lana colorata, ma anche ferire con ferocia, che talora è solo apparente, altre volte con delicatezza, con il pizzo, per l’appunto”. È un sentimento che talora ha l’urgenza, persino assai impellente, di farsi vivere, altre volte sa aspettare, mentre altre chiede rispetto e persino privacy. Ma in ogni caso, è profondamente vero e merita pertanto di essere vissuto fino in fondo, dall’alba al tramonto. Non ha paura di esistere e, tra le pagine, c’è un invito – ora più implicito, ora più esplicito – a lasciarsi andare: perché la vita ha in serbo per ognuno di noi tante sorprese. L’importante è che ognuno di noi abbia il proprio mare e la propria rotta ben precisa, stampata non in testa, ma nel cuore e nell’anima.


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