Un ciclo di incontri a sostegno dei diritti delle donne
Da Primavera della Calabria
Dallo scorso autunno la Provincia di Cosenza ha promosso una serie di incontri dal titolo Le resistenti. Il coraggio delle donne contro la violenza di genere e la subcultura mafiosa al fine di sensibilizzare ulteriormente sul tema della violenza nei confronti delle donne e rafforzare nei fatti l’impegno delle Istituzioni, come sottolinea dalla presidente della provincia Rosaria Succurro.
Iniziative, sicuramente, necessarie e lodevoli, ma il cui significato, ovvero l’obiettivo, si disperdono quando un’associazione come «Donne e diritti» di San Giovanni in Fiore, da anni impegnata nel portare avanti battaglie a sostegno delle donne, soprattutto di quelle che decidono di rimanere in un’area interna, vede minacciata la sua attività forse perché divenuta scomoda.
Occorre ricordare, infatti, quanto l’associazione ha fatto e sta facendo in questi anni, dietro la guida della coraggiosa Presidente Stefania Fratto, partendo dalle rivendicazioni per un servizio sanitario (pubblico) efficiente e di prevenzione (presidi per mammografo), anche sull’Altipiano Silano, passando all’organizzazione di un forno solidale per sostenere le famiglie piegate dalla pandemia, sino all’attivazione di laboratori per l’accoglienza di donne in fuga da situazioni di emarginazione, ricatto e violenza.
Ed è proprio il Centro Antiviolenza Mirabal, fondato da Donne e diritti, presso la sede dell’ex istituto professionale (dismesso da molto tempo) di San Giovanni in Fiore e di proprietà della Provincia, a veder vacillare le proprie certezze, per come è stato dichiarato dalla stessa Presidente Fratto, avendo ricevuto un’insolita telefonata da un funzionario per un sopralluogo dei locali.
Il timore principale è quello che un presidio così importante per la comunità florense (e tutta l’area montana), definibile anche come avamposto di un nuovo modello di resilienza, venga chiuso in modo pretestuoso.
Per tali ragioni, il Laboratorio di Primavera della Calabria intende supportare l’associazione «Donne e diritti» nella denuncia di quanto accaduto e, soprattutto, nel monitorare quanto avverrà nei prossimi giorni.