Di Luisa Totino
Presero un sentiero in mezzo a due montagne, alte e possenti, che mettevano paura solo a guardarle. Le ragazze rimasero estasiate, non avevano mai visto nulla del genere.
Fedora si accorse del loro stupore e disse: «Nel vostro tempo non esistono luoghi del genere?»
E Betty: «Sì, certo, solo che non hanno questo fascino. Qui è come se ruotasse tutto intorno alla natura, mentre nel nostro tempo, ruota tutto intorno all’uomo e al suo profitto. Infatti bisogna pagare per vedere bellezze del genere».
E Fedora: «Dovete pagare del denaro per andare in un posto?»
E Betty: «Il futuro è molto complicato. Anzi, da quando sono qui ho capito che con il tempo gli uomini hanno reso il mondo sempre più incomprensibile. Invece è così semplicemente bello, di una bellezza che ti va dritta all’anima!»
E Fedora: «Sarà più semplice, come dici, ma non meno pericoloso. Forse nel tuo tempo, quelle che chiami complicazioni, servono a proteggervi dai rischi.»
E Betty: «Beh, ogni tempo ha le sue gatte da pelare. Niente è perfetto!»
Lasciarono, intanto, il sentiero tra le montagne, per inoltrarsi in un bosco dall’aria poco rassicurante. All’improvviso sentirono dei rumori e Fedora fece subito cenno agli altri di fermarsi e di fare silenzio. Si appostarono dietro un albero dall’enorme tronco, per vedere da dove provenissero quei rumori, ma non scorsero nulla.
Isabella, a un certo punto, disse: «Credo che qualcuno non sia per niente contento che siamo qui!»
Si voltarono e, davanti a loro, videro una decina di donne guerriere pronte a scoccare le loro frecce.
Una di loro disse: «Chi siete? Che cosa ci fate nel Regno di Kendra?»
E Fedora: «Nobile guerriera, siamo solo di passaggio, non cerchiamo problemi. Stiamo percorrendo la via più breve per giungere al Tartaro. Dobbiamo arrivare alla Valle della Perdizione.»
Un’altra guerriera disse: «La Valle della Perdizione? Credo che Kendra troverà le vostre motivazioni molto interessanti. Andiamo! E non fate passi falsi, altrimenti…»
E tese molto di più l’arco, quasi a scoccare la freccia. Sotto il tiro delle guerriere e scortati dal loro comandante a cavallo s’incamminarono fino a giungere a una cascata. Capirono da colei che stava a cavallo, che avrebbero dovuto attraversarla, saltando su dei ciottoli, messi qua e là, nel laghetto della cascata. Con timori e titubanze, attraversarono la cascata e, meraviglia delle meraviglie, davanti a loro un magnifico palazzo d’oro, ricoperto da piante e fiori di ogni genere. Il portone centrale si aprì ed entrarono in un ambiente fatto di rami fioriti e foglie, che formavano delle strade su cui procedere. Loro stessi stavano avanzando su un grosso tronco, che li condusse a un enorme ceppo, florealmente agghindato, su cui sedeva una donna bellissima, dallo sguardo severo e determinato, anch’essa guerriera, ma con un lungo abito, color della terra, stretto in vita da una fascia, che indicava il suo ruolo rispetto alle altre. Impugnava una lunga spada, con la quale determinava il suo potere.
Kendra disse alle sue guerriere: «Lasciateci!»
Quando si furono allontanate, si avvicinò a Fedora e disse: «Ti conosco, sei la figlia di una delle Dieci Iniziate, poi diventata sacerdotessa di Afrodite. Non sei qui per caso, o mi sbaglio?»
E Fedora, con il viso abbassato: «Mia Signora Kendra, non intendevamo arrecare problemi, ma usufruire di una scorciatoia per giungere più in fretta alla Valle della Perdizione»
E Kendra: «Ma senti un po’, la Valle della Perdizione! Una bella meta, un cammino rischioso e molto pericoloso. Non mi sembrate affatto pronti a questo, per cui ho pensato di farlo io al posto vostro»
E Fedora: «Come? Perché?! Cosa ne sai della Valle della Perdizione e del motivo per cui vogliamo recarci lì?»
E Kendra: «Ne so quanto basta per poter ricattare il buon vecchio Ade. Non rifiuterà la mia proposta. Di questi tempi ci si deve preparare al peggio, ma io voglio prepararmi nel modo migliore. E lo scrigno è proprio quello che mi serve!»
E Fedora: «Come sei venuta a sapere dello scrigno?»
E Kendra: «Beh, le voci circolano nel mondo, e si dà il caso che alcune delle mie guerriere si trovassero a passare vicino a una delle entrate agli Inferi, e guarda caso c’era Ade con lo scrigno nelle mani. Le parole che ha pronunciato prima di sparire negli abissi sono state così illuminanti che ho premiato le mie guerriere, quando sono venute a riferirmele. Povera Afrodite, niente più amore nel mondo. Poco male, io ne faccio volentieri a meno, non ho tempo per le smancerie. Vedi, mia cara, quando avrò lo scrigno, Ade sarà disposto a tutto per riaverlo, e io, a quel punto, chiederò di avere potere su metà del mondo»
E Fedora: «Ade non acconsentirà mai! Non sai contro ti stai mentendo! Ascolta, se noi prendiamo lo scrigno, Afrodite ti ricompenserà e darà protezione al tuo Regno. Te lo prometto!»
E Kendra: “Non voglio ascoltare una parola di più! Il vostro viaggio finisce qui! Vediamo se siete bravi come dite!»
Fece un cenno e arrivarono subito delle guerriere. Disse loro: «Portateli al labirinto!»
E Fedora: «No, Kendra, non farlo, fidati di noi!»
E Kendra, con un ghigno sottile: «Buona fortuna.»