Caso Angelo Marino: una chiamata alla revisione del sistema penale italiano
Durante un convegno sui diritti fondamentali tenutosi nell’auditorium del Centro di giustizia minorile di Catanzaro, Bo Guerreschi, presidente dell’Organizzazione Non Governativa internazionale bon’t worry, ha reso pubblica la storia di Angelo Marino, un detenuto modello nel carcere di Rossano. Marino è stato condannato per omicidio di camorra, ma Guerreschi sostiene che sia totalmente innocente, incarcerato per una convinzione ingiusta della corte. Guerreschi ha annunciato che stanno preparando la revisione del suo processo tramite l’avvocato Baldassare Lauria, ma intanto Marino è già stato dietro le sbarre per 11 anni, nell’oscurità e nel silenzio.
Guerreschi ha raccontato che, nonostante la sua detenzione, Marino non si è abbattuto e, grazie anche al supporto dell’ONG, sta studiando e lavorando su progetti significativi, dimostrando il suo talento, la sua forza di volontà e la fiducia nei propri mezzi intellettuali e morali. Guerreschi ha sottolineato l’importanza di raccontare queste storie per riflettere sullo stato della giustizia e delle carceri in Italia e per contribuire a cambiare una cultura che tende a oscurare il principio di non colpevolezza e quello della rieducazione del condannato.
Guerreschi si è rivolto al viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, affinché porti avanti la causa di Marino e promuova l’applicazione reale dei principi costituzionali di innocenza, rieducazione e trattamento umano dei detenuti. Ha ribadito l’impegno dell’ONG nel tutelare le vittime di violenza e nel promuovere la rieducazione dei detenuti in collaborazione con le istituzioni pubbliche, anche attraverso programmi universitari nel territorio calabrese.