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Attualità

Là dove nessun 25 aprile è mai stato prima…

Pensieri, parole, opere… e opinioni

Vi sarà sicuramente capitato di sentire il detto “Cchjiù scuru da menzanotti non poti fari”, un pregevole tentativo di invitare l’interlocutore a non lasciarsi abbattere dalle difficoltà e a convincerlo che il peggio di una data situazione sia già alle spalle. Ne ho sempre apprezzato il piglio resiliente ma, nei frangenti di vita in cui mi è stato utile ascoltarne la sillabazione, mi sono spesso soffermato a pensare sul fatto che, per quanto la frase possa risultare vera, non tenga di conto di un particolare tutt’altro che trascurabile: che non ci è stato fornito l’orologio. Se è vero, insomma, che più scuro di mezzanotte non potrà mai essere, è vero anche che, nelle vicissitudini della vita non abbiamo mai un riferimento temporale preciso e che il periodo di angosce che stiamo vivendo potrebbe effettivamente aver appena attraversato la linea di demarcazione del nuovo giorno, ma anche essere il frutto di un’eclissi pomeridiana… in una giornata di tempesta…
Scrivendo le riflessioni della scorsa settimana sulla Liberazione il detto aveva già fatto capolino tra i miei pensieri, assumendo le forme della ragionamento consolatorio che, “passata la festa, gabbato lo santo” non solo la società civile sarebbe tornata alla propria routine ma, soprattutto, la politica avrebbe dimenticato le sue farneticazioni revisioniste stemperando i toni e riportando di qualche minuto indietro le lancette dell’orologio dell’Apocalisse (repubblicana).
Ma ecco che a riscaldare ulteriormente il clima ci ha pensato Roberto Vannacci, già salito agli onori della cronaca lo scorso anno per il libro autoprodotto Il mondo al contrario, oggetto di numerose critiche per i suoi contenuti ritenuti omofobi e sessisti, che hanno procurato non poco imbarazzo anche al ministro della difesa Guido Crosetto e allo Stato Maggiore dell’Esercito italiano, di cui Vannacci è generale.
A nulla sono valse l’apertura di un’indagine per istigazione all’odio razziale lo scorso 26 febbraio, la sospensione dall’impiego per 11 mesi in seguito a un procedimento disciplinare avviato dal Ministero della Difesa, e la denuncia per diffamazione dalla pallavolista i cui tratti somatici “non rappresentano l’italianità” Paola Egonu. Nel suo diabolico perseverare, infatti, a marzo il Vannacci scrittore ha pubblicato un secondo libro, autobiografico, dal significativo titolo Il coraggio vince, dimostrando, oltretutto, di essere nel giusto, se consideriamo una vittoria l’annuncio, proprio nel giorno della Liberazione, della sua candidatura alle prossime elezioni europee nell’orbita della Lega da parte del segretario federale Matteo Salvini.
È a questo punto che, fresco di candidatura, Vannacci è tornato al centro delle polemiche grazie a un’intervista in cui fa riferimento a Mussolini come a uno statista, auspica l’introduzione di classi separate per i disabili, dichiara che l’omosessuale deve essere pronto ad accettare le critiche, ribadisce che l’italiano “ha la pelle bianca”, sottolinea che l’aborto non sia un diritto e, già che si trova, afferma pure che le manganellate sulla folla a Pisa, in fondo, sono state cercate dagli studenti.
Questo concentrato di considerazioni controverse ha ovviamente scatenato reazioni sdegnate in tutte le parti politiche e un sacro panico tra le file della Lega che, Salvini a parte, nelle scorse ore ha preso nettamente le distanze dal Vannacci opinionista.
Nonostante la decisa tirata del freno a mano da parte degli esponenti di Fratelli d’Italia, che si sono dissociati dalle dichiarazioni di Vannacci sia riguardo alle classi per disabili sia al riferimento a Mussolini (quindi grazie, generale, per essere arrivato dove il 25 aprile non è riuscito, stimolando un accenno di quella presa di posizione antifascista che da più parti veniva implorata al Governo), il Partito Democratico ha comunque accusato la destra di incitare politiche discriminatorie e ha sollevato il timore di un ritorno ai periodi oscuri della storia italiana di cui abbiamo già ampiamente parlato la scorsa settimana.
Se il ministro dell’Istruzione ha sottolineato gli sforzi del governo per l’inclusione dei disabili nel sistema educativo, le opposizioni hanno espresso preoccupazione per le posizioni troppo facilmente riconducibili a ideologie totalitarie, enfatizzando la necessità di contrastare idee discriminatorie e segregazioniste che hanno convinto la stessa Conferenza Episcopale Italiana a condannare pubblicamente le affermazioni di Vannacci.
Una forte reazione critica che ha evidenziato un’ulteriore netta frattura all’interno della coalizione di centrodestra e che, in definitiva, ha fatto fare fronte comune a insospettabili esponenti della politica nazionale. Chissà, allora, che le dichiarazioni del generale che tanto rumore hanno fatto non si rivelino la proverbiale mezzanotte a cui facevamo riferimento in apertura e che, parafrasando la celebre didascalia di apertura del primo numero degli Avengers, non sia giunto quel giorno in cui i politici d’Italia “si unirono contro una minaccia comune… e il mondo cambiò per sempre!”

Foto di Hockler73, Pubblico dominio

Jacopo Giuca

Nato a Novara in una buia e tempestosa notte del giugno del 1989, ha trascorso la sua infanzia in Piemonte sentendo di dover fare ritorno al meridione dei suoi avi. Laureatosi in filosofia e comunicazione, ha trovato l’occasione di lasciarsi il nord alle spalle quando ha conosciuto la sua compagna, di Locri, alla volta del quale sono partiti in una altra notte buia e tempestosa, questa volta di novembre, nel 2014. Qui ha declinato la sua preparazione nella carriera giornalistica ed è sempre qui che sogna di trascorrere la vecchiaia scrivendo libri al cospetto del mare.

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