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A Bovalino la presentazione de “I canti del Canonico”


Edil Merici

Dal Caffè Letterario Mario La Cava

Oggi, sabato 29 luglio, alle ore 21:30, preso il Parco delle Rimembranze di Bovalino, si svolgerà la presentazione del libro I canti del Canonico di Francesco Procopio,Laruffa editore.
Interverranno la già professoressa Ordinaria di Filologia Classica Università di Messina Paola Radici Colace, il già docente di Lettere Liceo Classico di Locri Francesco Giordano e la curatrice del volume Marianna La Cava.
La raccolta poetica del canonico Francesco Procopio è un piccolo scrigno di raffinata bellezza, composto da tre canti ispirati alle parti del giorno, quattro canti ispirati alle stagioni e un sonetto conclusivo.
All’interno di questa struttura scorrono versi eleganti che rimandano a mondi ideali popolati da personaggi mitologici e a luoghi realistici in cui si svolge la vita quotidiana. L’Autore dei Canti affida alla penna la sua passione amorosa e dalle sue mani, come per magia, il lettore, con l’ausilio delle note a piè di pagina, può percepire una realtà multisensoriale fatta di luce e di colori, di canti e di suoni, di profumi e di altri odori, di terra, di cielo e di mare, con i tempi cadenzati in un’alternanza di contrasti che fanno volare in alto l’immaginazione.
I Canti sono un inno alla laboriosità del mondo rurale che attende alla coltivazione dei campi, alle attività di pastorizia, mietitura, vendemmia, apicultura, in armonia con una Natura idealizzata che dispensa prodotti di stagione a volontà e inebria l’olfatto con le sue fragranze floreali.
Nell’esplosione di energia e vitalità emanata dagli dei dell’Olimpo e dalle divinità del Parnaso il protagonista incontra la sua musa ispiratrice, la divina Dori, e la invita nell’umile capanna protetta dai Lari, al riparo dall’afa del giorno e dal chiasso di deliranti feste dionisiache. Alle ombre della sera e alle tenebre della notte si associano sensazioni di paura e visioni angosciose. Nel ciclo delle stagioni è simboleggiata la parabola della vita umana con il malinconico ricordo di un tempo felice.
Procopio (Bovalino, 1779/1841) figlio del giureconsulto Pasquale e di Elisabetta D’Agostino, fu maestro di Grammatica presso il Seminario di Oppido, in Calabria, dove già suo padre era stato maestro di umanità superiore ed eloquenza. Il canonico, discendente da un’illustre famiglia distintasi negli studi umanistici, teologici, giuridici e scientifici, è vissuto in un ambiente privilegiato che gli ha aperto le porte della conoscenza. In sua memoria furono scritte le seguenti parole di lode:

Spezzò, finché visse, il pane della sapienza.

Foto: beniculturali.it


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