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Attualità

CGIL: Calabria Verde, l’emergenza sbarchi e la riforma dei consorzi di bonifica


Edil Merici

Proseguono le attività della sezione regionale della Confederazione Generale Italiana del Lavoro, che ha criticato il tentativo di riforma di Calabria Verde, incontrato il Prefetto di Reggio Calabria in merito all’emergenza sbarchi. Presentato gli emendamenti per la riforma dei consorzi di bonifica.

Calabria Verde: “No alla trasformazione”

La sezione regionale della Funzione Pubblica della CGIL, la Federazione Italiana Lavoratori dei Trasporti e Federazione Lavoratori dell’Agro Industria esprimono particolare preoccupazione per l’avvio delle procedure di trasformazione dell’azienda Calabria Verde da Ente pubblico non economico ad Ente pubblico economico. Non si comprende il criterio di tale proposta, che è completamente in controtendenza con quanto indicato dal Consiglio Regionale in occasione della istituzione dell’azienda Calabria Verde, avvenuta con la Legge Regionale nº 25 nel 2013.
Le ragioni della scelta di costituire un Ente pubblico non economico erano, all’epoca, fra le altre cose, anche conseguenti al trasferimento nel nuovo ente dei dipendenti delle disciolte Comunità Montane; soggetti appartenenti a pubbliche amministrazioni con le peculiari tutele e specificità. Trasformare, ora, una pubblica amministrazione, un Ente pubblico non economico in un Ente pubblico economico produrrebbe una riduzione del livello dei diritti e delle tutele dei lavoratori, esponendo l’ente (che nell’intenzione della Giunta Regionale si dovrebbe trasformare) anche a gravi rischi giudiziari per effetto delle sicure azioni di tutela che saranno poste in essere dai dipendenti attualmente in servizio.
L’azienda Calabria Verde risente di gravi difficoltà finanziarie e ha difficoltà anche ad assicurare le risorse necessarie per il pagamento degli stipendi degli operai forestali. Altro è il comparto pubblico che, invece, non ha difficoltà di ordine finanziario, proprio per effetto del trasferimento delle risorse rinvenienti dalla Legge 4/1999 (fondo per la montagna) in precedenza erogato a favore delle Comunità Montane e ora in dote a Calabria Verde e alle unioni dei comuni montani. L’eventuale trasformazione giuridica si porrebbe anche in contraddizione con scelte di segno opposto effettuate dalla Regione Calabria, come per esempio la riforma di Azienda Calabria Lavoro che, invece, proprio per rispondere ad esigenze di riordino, volendo valorizzare ed apprezzare la valenza e la significatività di un Ente pubblico non economico, è stata di recente trasformata, per consentire proprio all’Ente sovraordinato, la Regione, di operare investimenti diretti sulle politiche attive.
Ancora di più non si capisce per quali ragioni si vuole ridurre il livello dei diritti dei lavoratori di ogni comparto, non tenendo in conto che le procedure, gli appalti e le altre attività da svolgere in azienda sono esattamente riconducibili a quelle attualmente in essere: stesso codice degli appalti, stesse norme di contabilità e altro. Forse l’unica differenza può essere ascrivibile a una diversa interpretazione sulle modalità gestionali del settore forestale e della valorizzazione del bosco! Non vorremmo pensare che l’obiettivo sia quello di ricreare scorciatoie nel pagamento dei debiti accumulati, introducendo la formula del costante ricorso alla liquidazione coatta amministrativa (vedi caso Azienda Forestale della Regione) che crea danni ai lavoratori, ma anche alle imprese del settore.
Nel computo delle gestioni privatistiche fallimentari, finite nella liquidazione coatta amministrativa, non si può dimenticare l’annosa vicenda del Consorzio Regionale per lo Sviluppo delle Attività Produttive che proprio in ragione del regime giuridico di natura privatistica non ha potuto beneficiare del corposo stanziamento regionale, pur esistente, per il rilancio delle proprie attività e il risanamento dei debiti, perché considerato soccorso finanziario vietato dalla legge; altro destino avrebbe avuto se fosse stato pubblico.
La possibilità di ricorrere a strumenti finanziari particolari ed innovativi, previsti dalla normativa comunitaria non può essere utilizzata come una scorciatoia al fine di evitare che la Regione Calabria si assuma la responsabilità nel trasferire le risorse necessarie per il pagamento degli stipendi degli operai forestali e le altre spese per la gestione dell’azienda. Alla luce di tale considerazione, invitiamo il Presidente Occhiuto a soprassedere rispetto alle indicazioni emerse in occasione della riunione di giunta del 28 Aprile 2023, ritenendo più utile investire in altre emergenze i ben 130.000 € destinati ad attività di consulenza per supportare tale scelta (giusto decreto 10.202 del 18/07/2023).
In Calabria abbiamo bisogno di percorsi di stabilizzazione del lavoro e di implementazione dello stesso, non abbiamo certo bisogno di elementi di conflittualità e di scontro, specie se questi sono basati sul concetto di riduzione dei diritti dei lavoratori. È necessario investire e rendere efficienti i servizi pubblici, piuttosto che cercare fantasiose soluzioni, ovvero provando a metterli sul mercato; dal loro buon funzionamento deriva la garanzia della tutela dei diritti dei cittadini, tra i quali la difesa e la valorizzazione del proprio territorio, la cura contro il dissesto idrogeologico e gli incendi.
Anche quest’anno la Calabria brucia! Le scriventi Organizzazioni Sindacali, da sempre in difesa dei servizi pubblici, non condividendo la possibile riduzione di diritti acquisiti e tutele, rassicurano i lavoratori di Calabria Verde, in allarme, che vigileranno e combatteranno per la difesa di un Ente pubblico che tale deve restare e in favore del quale, semmai, vanno previsti investimenti corposi, il risanamento dei debiti, un piano di assunzioni che gli restituisca efficienza e la possibilità di una riorganizzazione interna a oggi negata dato che mancano totalmente le figure dirigenziali che, come in ogni organizzazione ordinata, possano assumersi responsabilità gestionali vacanti.

Emergenza sbarchi: la CGIL incontra il Prefetto

Si è tenuto il primo incontro promosso dal dipartimento Immigrazione delle sezioni regionali della CGIL e del Sindacato dei Lavoratori di Polizia CGIL Calabria con la Prefettura di Reggio per discutere della questione sbarchi, notevolmente aumentati in questi giorni, e dell’accoglienza dei migranti sul territorio reggino, facendo riferimento anche a Roccella Jonica per i flussi balcanici e alla Piana di Gioia Tauro, con l’obiettivo di superare gli insediamenti formali e informali di Rosarno, Taurianova e San Ferdinando.
Al tavolo, al quale seguiranno altre iniziative inserite in un percorso regionale condiviso con i territori, erano presenti, oltre al Prefetto di Reggio Calabria Massimo Mariani, il Segretario regionale della CGIL Angelo Sposato, la Segretaria regionale della CGIL con delega all’Immigrazione Celeste Logiacco, il Segretario regionale della SILP Ottavio Spinella e il Segretario dell’Area Metropolitana della CGIL Gregorio Pititto.
La CGIL, nel riconoscere l’importante lavoro svolto dalla Prefettura e da tutti gli operatori impegnati sul campo, ha ribadito il suo impegno a sostegno delle politiche di accoglienza e integrazione.
In particolare, ha proposto il riutilizzo di alcune strutture esistenti in città che potrebbero risultare idonee, utilizzando i fondi europei destinati alla cosiddetta emergenza immigrazione, a poter affrontare momentaneamente l’enorme flusso migratorio in atto sulle coste reggine.
Siamo convinti che solo lavorando in sinergia con le istituzioni, ognuno per le proprie competenze, sia possibile superare le criticità esistenti.

Presentato gli emendamenti per la riforma dei Consorzi di Bonifica

La sezione regionale della FLAI ha presentato, durante l’audizione con la presidente della 6ª commissione Agricoltura del Consiglio regionale Katya Gentile, alcuni emendamenti al disegno di riforma dei consorzi di bonifica. Una riforma che lascia soddisfatti FLAI e la sezione regionale della CGIL, ma sul quale andare a limare ancora qualche aspetto in termini di tutela dei lavoratori.
In particolare, nell’incontro odierno, al quale sono stati presenti la Segretaria regionale della FLAI Caterina Vaiti e la Segretaria regionale della FLAI con delega alla Bonifica Federica Pietramala, è stata chiesta l’applicazione del contratto integrativo, nonché di ogni altro tipo di emolumento non previsto dal Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro ma percepito in busta paga. Si è discusso del Trattamento di Fine Rapporto, nonché della tempistica rispetto ai tempi determinati e delle risorse necessarie ad avviare il consorzio unico e si chiesto di mettere in campo adeguate politiche di prepensionamento per garantire il ricambio generazionale.
«Nessuno dei testi presentati dai consiglieri di maggioranza o opposizione sulla riforma dei consorzi di bonifica conteneva le clausole sociali per i lavoratori attualmente in servizio – afferma il Segretario regionale della CGIL Sposato, – ci si è solo interessati del numero dei consorzi. Abbiamo ottenuto le tutele come sindacato nelle interlocuzioni con giunta e commissione e lo abbiamo ribadito in audizione. Riformare i consorzi è un atto necessario di responsabilità e di buon governo. Si è arrivati al punto di non ritorno di pignoramenti e debiti che non garantivano più continuità dei servizi e salari dei lavoratori, con la politica che bivaccava e giocava al rimando sine die per interessi corporativi.»
«Piano di assetto idrogeologico, acqua, tutela del patrimonio ambientale sono le misure per garantire il territorio. Servono progetti a misura ambientale e non clientelare, auspichiamo che il Consiglio regionale sappia cogliere l’opportunità e approvare una riforma necessaria. Subito dopo – aggiunge Sposato – occorre una cabina di regia per un piano strategico delle reti e manutenzione del territorio assieme a Calabria Verde e Protezione Civile. La politica si occupi di questo.»
«Questa riforma – commenta Vaiti – può segnare un cambio di passo. Oggi con i nostri emendamenti abbiamo chiesto maggiori tutele per i lavoratori, seppur soddisfatti che con l’inserimento delle clausole sociali la politica abbia recepito le nostre sollecitazioni. La riforma Gentile ci dà un barlume di speranza che questi consorzi possano diventare enti veramente produttivi e che diano dignità ai lavoratori.»


GRF

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