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Politica

Lega: le grandi opere, il caso Reggina e il rigassificatore


Edil Merici

Proseguono le attività della sezione calabrese della Lega, che ha annunciato che nessuna opera sarà cancellata in Calabria, commentato il caso Reggina e proposto la realizzazione del rigassificatore a Gioia Tauro.

Simona Loizzo: “Nessuna opera sarà cancellata in Calabria”

I calabresi possono esserne certi: nessuna opera sarà cancellata. Dal Partito Democratico regionale e Orlandino Greco solo propaganda di chi non ha altra arma politica se non attaccare il ministro Matteo Salvini inventando fandonie. La Lega ha un obiettivo chiaro: oltre ai progetti già previsti c’è la determinazione per realizzare il Ponte sullo Stretto. Questo garantirà almeno 100.000 posti di lavoro soprattutto nella nostra Calabria e in Sicilia. Lasciamo le polemiche sterili alla sinistra, noi parliamo con i fatti.

Giacomo Francesco Saccomanno: “La questione Reggina mortifica la Calabria intera”

L’esclusione della Reggina dal campionato di serie B è stata una evidente porcheria e si spera che il Consiglio di Stato voglia rimediare, con l’emissione di un provvedimento che faccia veramente giustizia. A parte quanto si è già detto e, in particolare, sulla evidente sovranità della giustizia ordinaria rispetto a quella sportiva, qui vi è un altro ed evidente problema: può quest’ultima e poi il Giudice amministrativo affermare, solamente ed esclusivamente, che era stato dato un termine e questo non è stato rispettato e, quindi, la squadra non può essere iscritta al campionato, pur essendo in regola al momento della data per tale adempimento? E può essere penalizzata una squadra e tutto il settore sportivo sottostante, come i tanti giovani, oltre che alle aspettative di una intera città, di un’intera regione, per un eventuale errore del presidente della società? Si badi bene, non si tratta di una omissione, ma soltanto di un ritardo, di appena qualche giorno, nel pagamento di alcune somme, per il cui adempimento il Tribunale Ordinario aveva fissato altra data, entro la quale ciò è regolarmente avvenuto! La decisione del Tribunale AmminiStrativo Regionale sul punto appare, veramente, carente e non spiega, assolutamente, perché debba darsi valenza a un deliberato sportivo rispetto a quello della giustizia ordinaria. Non è sufficiente dire che la giustizia sportiva è autonoma e non spiegare le ragioni della scelta operata rispetto, appunto, ad una decisione di altro potere (maggiore) dello Stato. Quindi, sul punto il giudice superiore dovrà, veramente, fare giustizia. Ma non è finita qui! Nel momento in cui si dovesse mantenere la decisione anomala del TAR, non solo la Reggina non potrebbe iscriversi al campionato di B, ma verrebbe a scomparire la società, la squadra, i settori giovanili e i creditori verrebbero totalmente a perdere ogni possibile speranza e diritto di recupero. In sostanza, il provvedimento del Tribunale Ordinario, Sezione Fallimentare, verrebbe a essere totalmente annullato e si perderebbe tutto. È possibile una cosa del genere? Razionalmente e giuridicamente ciò non è possibile e, quindi, si aprirebbero anche le porte per un ricorso alla Convenzione Europea per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo, per l’evidente violazione della normativa europea e dei palesi diritti dei creditori e dei soci. E in tale contesto si potrebbe anche ipotizzare e auspicare un’azione collettiva di tutti i tifosi, della città, della regione, dei creditori, per i danni causati per una strana interpretazione che appare fuor di luogo e forse dettata da interessi diversi e da poteri più forti, rispetto a quelli di una piccola regione del sud. Nessuno può cancellare il sospetto che si sia voluto, anche involontariamente, sostenere posizioni di maggiore forza e abbattere definitivamente lo sport nella piccola Reggio Calabria. Sul punto, il Consiglio di Stato dovrà riflettere non trattandosi di decidere se il versamento è stato o meno eseguito adeguatamente, ma dovrà determinare o meno la morte sportiva e non di una città storicamente importante, ma debole economicamente e politicamente.

Giacomo Francesco Saccomanno: “Il rigassificatore va fatto a Gioia Tauro”

Salvini crede nei rigassificatori e spinge per questi nell’interesse della nazione. Leggere, sul rigassificatore, le posizioni e motivazioni negative della sinistra è qualcosa di abnorme! Una contraddizione all’interno degli stessi argomenti che sconcerta veramente. Grazie a questa sinistra e ai tanti inspiegabili no, l’Italia è stata fortemente penalizzata e gli ultimi accadimenti, come guerra in Ucraina e la rottura rapporti con la Russia, hanno dimostrato la profonda fragilità del nostro Paese nel campo energetico, che poi si riversa in quello economico e della sostenibilità. Il rifiuto all’utilizzo dei tantissimi pozzi di gas del Mediterraneo, il blocco di quelli esistenti che ci rifornivano di petrolio, la negazione al nucleare e la chiusura di centrali all’avanguardia, tenendo presente che tutte le nazioni confinanti, invece, sfruttano tali tipologie di energia, dimostrano la mancanza di strategia e di intelligenza di chi ci ha governato negli ultimi decenni. Una vergogna che ha messo in ginocchio l’Italia e ha fatto vacillare la nostra economia. Danni rilevantissimi che hanno piegato la nazione e che dovrebbero addebitarsi a chi ha assunto decisioni, veramente incomprensibili. Ora si permettono anche di affermare che il rigassificatore a Gioia Tauro è un’idea sciagurata! Mi chiedo se questa sinistra abbia mai letto le relazioni economiche, quelle per lo sviluppo delle aree, e se conosce sia l’entità complessiva della possibile energia rinnovabile sia le conseguenze successive per il dovuto smaltimento, non durando le relative strutture in eterno. Mi chiedo se sono a conoscenza come e quanto potrebbe costare, poi, lo smaltimento? E quali nazioni verrebbero avvantaggiate? Non penso che vi siano stati questi approfondimenti, altrimenti certe cose non si potrebbero dire. Sta di fatto che il rigassificatore, in Italia, si farà, e la zona maggiormente adeguata e attrezzata è quella di Gioia Tauro, ove si potrebbe creare un grande polo del freddo, con sostegno all’agricoltura dell’intero Sud e all’incremento dei trasporti portuali. Affermare che il progetto risale a vent’anni fa non ha alcuna valenza, in quanto questi devono essere innovati e integrati secondo le nuove tecnologie. Parlare poi di rischio sismico o di riduzione del traffico al porto o, ancora, di collocazione a ridosso di altri impianti vietata dalla normativa, è, veramente, molto imprudente. Ci sono in Italia tante normative per la sicurezza che spesso spaventano gli imprenditori, ma che, comunque, garantiscono tutti. Lasciamo, quindi, agli esperti tali valutazioni e decisioni. La politica deve lavorare per far crescere i propri territori e consentire sviluppo, benessere e occupazione. Il rigassificatore a Gioia Tauro consentirebbe un salto di qualità enorme e allontanerebbe tanti giovani dal miraggio dei guadagni facili offerti dalla criminalità organizzata. Facciamo squadra e pensiamo al futuro e non fermiamoci al presente per difendere i piccoli orticelli. Bisogna terminare con le stagioni dei no.


GRF

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