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CronacaCrotone

Polizia: fermi per maltrattamenti, stalking e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina

Proseguono le attività della Polizia di Stato nella provincia di Crotone, dove sono stati tratte in arresto tre persone per maltrattamenti e condotte persecutorie e un ricercato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Maltrattamenti in famiglia: in carcere crotonese di 33 anni

La Squadra Mobile della Questura, a seguito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Crotone, ha dato esecuzione a una ordinanza emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Crotone con cui è stata applicata la misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di un 33enne crotonese, indagato per i reati di maltrattamenti in famiglia, lesioni e per la violazione del divieto di avvicinamento, tutti fatti commessi in danno della ex compagna.
Le attività investigative, iniziate dopo la denuncia della donna, hanno permesso di riscontrare le sue dichiarazioni; la stessa aveva riferito di almeno quattro episodi in cui l’uomo l’aveva offesa e picchiata, anche con tentativi di strangolamento, tanto che la stessa si era recata anche al Pronto Soccorso del locale nosocomio per le cure del caso.
Gli esiti degli accertamenti sono stati partecipati alla Procura della Repubblica che, accogliendo le risultanze, ha formulato richiesta di idonea misura cautelare al Giudice per le Indagini Preliminari, che ha emesso il provvedimento restrittivo a carico dell’indagato, il quale è stato rintracciato e associato presso la Casa Circondariale di Crotone.

Eseguite due misure cautelari per persecuzione

Personale dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura, a seguito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Crotone, ha dato esecuzione a due ordinanze cautelari emessa dal GIP presso il Tribunale di Crotone per due distinte vicende.
È stata applicata la misura cautelare del divieto di avvicinamento e di comunicazione con la parte offesa, con installazione del braccialetto elettronico, nei confronti di un 58enne di Crotone per le condotte persecutorie reiterate che hanno visto come vittime l’ex moglie, il suo attuale compagno e il fratello di quest’ultimo.
L’attività investigativa ha avuto origine da diverse denunce presentate nei confronti dell’indagato, che avrebbe posto in essere diverse condotte minacciose e moleste, arrivando anche a percuotere l’attuale compagno della sua ex moglie, al fine di pretendere il pagamento di una somma di denaro non dovuta.
Un’altra misura cautelare, con cui è stato disposto l’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria, è stata eseguita a carico di un 61enne della frazione Papanice di Crotone, per il reato di persecuzione e lesioni aggravate posti in essere dall’indagato nei confronti della sorella, del cognato e del nipote, tutti con lui conviventi, per contese legate alla proprietà di terreni.
Anche in questo caso, le indagini hanno consentito di accertare che l’indagato aveva posto in essere ripetute condotte moleste, minacciose e offensive, arrivando anche a tentare di investire il nipote con la propria autovettura.

Si presenta in Questura per chiedere asilo, ma era ricercato da circa 7 anni: arrestato

Un cittadino iracheno di 37 anni si è presentato allo sportello dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Crotone per formalizzare la richiesta di protezione internazionale, fornendo generalità risultate poi false.
Infatti, dagli immediati accertamenti condotti dal personale dell’Ufficio Immigrazione e della Squadra Mobile, anche attraverso i rilievi dattiloscopici, è emerso che l’uomo in realtà aveva un altro nome e cognome, e che proprio con queste ultime generalità era ricercato da circa sette anni, in quanto destinatario di un ordine di carcerazione emesso nel gennaio 2017 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Venezia, a seguito di condanna divenuta definitiva emessa dal locale Tribunale l’anno precedente.
L’extracomunitario era stato condannato dal Tribunale di Venezia alla pena di 4 anni e 4 mesi di reclusione, in quanto riconosciuto colpevole del reato di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, quale appartenente a un gruppo criminale responsabile di diversi ingressi illegali di migranti nel nostro Paese avvenuti dal 2006 al 2008.
Pertanto, dopo aver accertato che l’uomo presentatosi allo sportello dell’ufficio Immigrazione con altre generalità corrispondeva allo stesso condannato dal Tribunale di Venezia, si è proceduto immediatamente a notificargli il provvedimento restrittivo, quindi è stato associato presso la locale  Casa Circondariale, per l’espiazione della pena.


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