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Vincenzo Speziali: “Voglio rendere la Costa dei Gelsomini Patrimonio dell’UNESCO”


Edil Merici

Di Vincenzo Speziali – Responsabile Regionale e membro della Direzione Nazionale dell’UdC

Il sole, nella mia Bovalino, ha un certo non so che di unico, brillante e splendente.
È così da quando ero piccolo… ma poi, si sa, i luoghi dell’anima sono dolcissimi e struggenti, in quanto vengono incastonati nelle pieghe dei ricordi di un tempo passato, fino a ripercorrere l’età del momento in cui si era bambini.
Persino un fior di intellettuale e politico come Agazio Libero (a cui sono legato dalla mia epoca di post poppante) nel mentre rammenta un fatto passato, un luogo preciso, oppure un avvenimento lontano, si sofferma sulla nostalgia dolcissima: tutto ciò è un buon viatico, in quanto ci permette soprattutto e principalmente di riflettere e ragionare, sulla scorta di una conoscenza, solo apparentemente irrazionale.
Epperò non si deve sottacere alcuna verità o persino omettere una multiforme essenza dalle verità materiali, oppure giustamente imporre e difendere bellezze autentiche, per non definirle nel modo più corretto, cioè le vestigia di una grande e bella storia, finanche imponente nel suo essere giunta a noi, nell’immantinente.
Bando alle ciance e lancio l’idea (giammai la provocazione) anzi, per dirla tutta e sino in fondo, assumo un altro impegno, non solo per Bovalino mia, bensì per questo territorio, a cui noi politici (intendiamoci, coloro che sono realmente tali, cioè politici per l’appunto!), devono rappresentare giuste istanze, ridando dignità al proprio mandato elettorale.
Ordunque, come capogruppo regionale di una Forza di Governo Nazionale e Locale, credo sia giusto candidare questo territorio della Costa dei Gelsomini, quale Sito Patrimonio dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura.
Non vi sono ostacoli cognitivi o ragioni che indurrebbero a non voler prendere in considerazione questa battaglia da intraprendere, visto pure il precedente di Pietra Cappa (e non certo lo si fa e intendo spedirmi in tal senso per fini di sterile o effimera propaganda qualunquista!) bensì è atto dovuto, in combinato disposto, con un amore grande, sconfinato e infinito.
Senza dover neanche e nemmeno ricordare come ciò sia possibile e doveroso, se non altro nella misura in cui, possediamo plurime testimonianze di molteplici aree culturali in luogo alle passate opere che la storia ci ha consegnato, proprio in coerenza a quanto di già prima accennato.
Nella fattispecie, difatti, ci sarebbero gli scavi locresi, le bellezze di Gerace e quelle di Roccella Jonica e finanche tanti altri villaggi arroccati sulle altitudini come Natile, Ardore e Siderno Superiore e senza dimenticare le varie opere di ‘etnico moderno’ che si ritrovano a Riace, proprio in seguito alle esperienze dei vari immigrati giunti da lontano.
Così come la Villa Romana a Casignana (per la quale l’infaticabile Franco Crinò ha tanto dedicato se stesso), pur senza omettere le bellezze naturalistiche della nostra stessa Montagna (che include la citata Pietra Cappa), oppure le acque cristalline di un Mar Ionio unico al mondo, in cui si specchiano i paesi di questa nostra costa, con le mirabili scogliere di Ferruzzano.
E poi, cibi ineguagliabili e sfavillante flora, nel contesto di musicalità autenticamente vera, laddove ci si dovrebbe unire in una sentita conurbazione spirituale, tra e delle municipalità tutte, facendo sì di avere obbligo, credibilità e autorevolezza, al fine di provarci, in ossequio all’insegnamento tramandatomi da due grandi personaggi della mia storia.
Sarebbero, cioè, i miei nonni, Antonio (Totò) Speziali e Francesco (Ciccio) Calauti, che a loro volta furono pionieri e rappresentanti di una bellissima epopea, dando lustro in Parlamento e al Governo il secondo, mentre il primo (da grande imprenditore quale era) ha creato ricchezza diffusa, contribuendo anche a elevazione di dignità sociale, molti luoghi, ai quali non era riconosciuto nemmeno il poco dovuto.
Già, la realtà di questa nostra terra, austera e incantevole, massiccia e fiera, proprio come l’Aspromonte.


GRF

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