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Frida Kahlo: “Può la bellezza trascinarci via se l’arte è una bugia”

Edil Merici

Di Valentina Mazzaferro

Frida Kahlo audace, coraggiosa, ribelle pittrice di origine messicana nata a Delegazione Coyoacán, Città del Messico.
La sua è una vita contrassegnata da dolori sordi, profondi che hanno portato la donna a rivestire tutte le sue energie nella pittura che usa come unico mezzo per descrivere le sue emozioni, i suoi sentimenti.
La sua è un’arte immagine che porta in scena tematiche importanti come il ruolo femminile nella società del Messico, le questioni storiche in riferimento alla fatica della costruzione di un’identità’ della nazione in epoca post coloniale con riferimenti puntuali ai suoi dolori, sofferenze e tormenti interiori che contrassegnano la sua esistenza.
Famosa per i suoi autoritratti che hanno saputo conquistare la meraviglia, lo sguardo e lo stupore di critici d’arte e di semplici spettatori. Merita una menzione particolare al riguardo il suo dipinto celebre, alias autoritratto dal titolo: La colonna rotta, rappresentazione anatomica del corpo di Kahlo che appare squarciato dal mento fino all’inguine, aperto da uno squarcio e strappo violento del busto sostenuto soltanto da una colonna ionica spezzata in varie sezioni. Quest’ultima rappresenta la spina dorsale della pittrice che non consente più alla donna di camminare o svolgere le più semplici azioni quotidiane, non a caso questa tela è stata realizzata in un periodo di sofferenza in cui l’artista è stata costretta a trascorrere molte ore a riposo distesa e immobile in presa a dolori lancinanti e pungenti che scalfivano in modo silenzioso il suo corpo.
Lo sfondo dell’ambiente circostante richiama inevitabilmente la sua condizione di sofferenza paesaggio nudo, desolato che ci ricorda con forza immensa come il sentire interiore condizioni il nostro modo di recepire il mondo circostante.
L’intero corpo dell’artista è ricoperto da chiodi che rimanda a un classico della storia dell’arte: il martirio di San Sebastiano.
In altre parole, Kahlo intende tramandare il suo martirio interiore, un martirio personale che ha cambiato la sua esistenza e il suo modo di intendere la vita.
Il sudario in cui è avvolto l’intero busto è un forte richiamo all’iconologia religiosa del dolore e della sua sofferenza umana.
Infine, tale dipinto richiede una musica non occasionale e dalle note melodiche lente e vibranti.
La casa Azul, Adriano Celentano e Marco Mengoni.

GRF

Redazione

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