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Attualità

Coldiretti: il miele, Patrizia Rodi e l’8 marzo

Edil Merici

Proseguono le attività di Coldiretti Calabria, che ha commentato le nuove direttive europee sulla produzione del miele, espresso vicinanza a Patrizia Rodi e celebrato l’8 marzo.

Il miele di bassa qualità cinese mette in crisi l’alveare calabrese

Nelle campagne calabresi le aziende apistiche in questi hanno investito costantemente creando anche virtuosi sistemi di promozione del territorio. La Banca Dati Apistica Nazionale registra oltre 600 aziende professionali con partita Iva con circa 80.000 alveari allevati oltre agli hobbisti e la produzione è di oltre 1.000.000 di chili. Qualche giorno fa, annota Coldiretti, il Dipartimento Agricoltura ha approvato la graduatoria del bando, riservato ad apicoltori e imprenditori apistici calabresi, relativo al programma apistico per 1.343.388 € che ha finanziato 152 progetti presentati  per sostenere la tutela. La valorizzazione e promozione dell’apicoltura calabrese. A fronte di ciò il pericolo che si aggira è l’import sleale e i cambiamenti climatici che affossano il miele italiano con i produttori nazionali che devono fronteggiare arrivi di prodotto straniero di bassa qualità a prezzi stracciati, come quello cinese che viaggia poco sopra l’euro al chilogrammo, mentre aumentano i costi di produzione. Nel 2023 sono arrivati in Italia oltre 25.000.000 di chili di miele straniero. Il prezzo medio del prodotto importato dai Paesi extra europei è stato di 2,14 € al chilo. Una mole di prodotto a prezzi stracciati finita nel mirino di un’indagine della Commissione europea che ha fatto analizzare una quota di campioni di miele importato, riscontrando che nel 46% dei casi non è conferme alle regole comunitarie, con l’impiego di sciroppi zuccherini per adulterare il prodotto, aumentarne le quantità e abbassarne il prezzo e l’uso di additivi e coloranti per falsificare l’origine botanica. Il numero maggiore in valore assoluto di partite sospette proveniva dalla Cina (66 su 89, pari al 74%), mentre il paese con la percentuale più elevata di campioni di miele sospetti è risultata la Turchia (14 su 15, pari al 93%). Un dislivello insostenibile ai danni degli apicoltori già alle prese con l’aumento dei costi di produzione. Ai danni causati dal maltempo si sono aggiunti quelli della siccità, che ha penalizzato le fioriture, e del caldo anomalo di questo inverno, con le api ingannate e spinte a uscire dagli alveari senza però trovare i fiori. Così i produttori – precisa la Coldiretti – sono costretti a intervenire con alimentazione zuccherina, per sostenere le famiglie di api, che rischiano perdite consistenti. Attraverso l’acquisto diretto del miele dagli apicoltori italiani si sostiene il presidio del territorio e la presenza di una sentinella importante della qualità dell’ambiente e della biodiversità quale è l’ape, afferma Colidiretti. Ma occorre anche che in Europa venga introdotto il principio di reciprocità affinché tutto il miele che entra nel nostro Paese rispetti le stesse regole in materia di sicurezza alimentare, qualità e rispetto dell’ambiente e dei diritti dei lavoratori che vigono in Italia. Per evitare di portare in tavola prodotti provenienti dall’estero, spesso di bassa qualità, occorre, consiglia la Coldiretti, verificare con attenzione l’origine in etichetta oppure di rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica, è questo il modo migliore per sostenere l’apicoltura italiana, difendere le api e la biodiversità. Il miele prodotto sul territorio nazionale, dove non sono ammesse coltivazioni di Organismi Geneticamente Modificati a differenza di quanto avviene ad esempio in Cina, è riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria fortemente sostenuta dalla Coldiretti. La parola Italia deve essere presente per legge sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale (Miele italiano) mentre nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell’UE, l’etichetta, continua la Coldiretti, deve riportare l’indicazione miscela di mieli originari della UE indicando il nome dei Paesi (ad esempio, se viene da Italia e Ungheria sul barattolo dovrà esserci scritto Italia, Ungheria); se invece proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta miscela di mieli non originari della UE con il nome dei Paesi, mentre se si tratta di un mix va scritto miscela di mieli originari e non originari della UE, anche qui con l’indicazione dei nomi dei Paesi.

Condanna e solidarietà a Patrizia Rodi per il vile atto vandalico subito

Un ulteriore atto vandalico è stata compiuto contro l’Azienda Tenuta Badia nel comune di Rosarno, di proprietà Patrizia Rodi, imprenditrice agricola, dirigente di Coldiretti e vicepresidente della Camera di Commercio di Reggio Calabria. Nella giornata di sabato ha trovato piante secolari di ulivo tagliate e ad alcune è stato appiccato il fuoco. Già nel passato si erano verificati atti intimidatori oltre a continui furti in azienda. «Un vile atto e un gesto inqualificabile – commentano Franco Aceto e Francesco Cosentini presidente e Direttore di Coldiretti Calabria – a Patrizia, una imprenditrice che dopo anni è ritornata nella sua terra per gestire i terreni di famiglia, produttrice di agrumi, ulivi, melograni e kiwi va tutta la vicinanza di Coldiretti che si pone, come sempre come baluardo contro l’illegalità e ogni forma di sopruso e angherie.»

In Calabria sempre di più spazio alle donne in agricoltura

In Calabria sono 34.761, su un totale di circa 94.000 (dati censimento dell’Istituto nazionale di Statistica), le aziende condotte o di cui sono titolari le donne. Sono imprenditrici che ancora sono impegnate in agricoltura, ma molte sotto i 40 anni che hanno puntato sul settore agricolo abbattendo così barriere e portando in campo un nuovo protagonismo tutto al femminile. A loro vanno gli auguri e il grazie della Coldirretti.
Il risultato è che quasi un’azienda agricola su tre è capitanata da donne con una presenza che sta rivoluzionando il lavoro nei campi, dove sono capaci di spaziare dall’allevamento alla coltivazione, dal florovivaismo all’agriturismo, dalla trasformazione dei prodotti alla vendita diretta. Ma il vero motore delle nuove contadine sono anche le attività sociali come le fattorie didattiche e sociali, ma anche l’importante impegno per l’inserimento nel mondo del lavoro delle donne meno fortunate, vittime di violenze e soprusi.
Le donne sotto i 35 puntano sull’innovazione. Da segnalare anche la quota giovane, sottolinea Coldiretti delle donne sotto i 35, che hanno puntato soprattutto sull’uso quotidiano della tecnologia. Il rinnovato fascino della campagna per le donne, rileva Coldiretti, trova riscontro nella comune convinzione che quello dell’agricoltura è diventato un settore capace di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, anche per le donne che sono peraltro destinate ad aumentare nel tempo.
Le imprenditrici agricole giovani, che rilevano le aziende di famiglia, hanno un’alta professionalità  circa il 25% è laureata, peraltro non sempre a indirizzo agrario. Molte donne scelgono, infatti, l’agricoltura dopo percorsi di studio o esperienze in settori molto diversi, anche per cambiare vita.
L’attenzione all’ambiente tra biologico e biodiversità. Oltre il 50% delle donne in campagna svolge più di una attività connessa alla produzione primaria, soprattutto vendita diretta in azienda o nei mercati di Campagna Amica, agriturismo e trasformazione di prodotti agricoli. Ben il 60% delle donne nelle loro aziende ha poi scelto di dedicare parte della produzione al biologico o biodinamico e di operare per una filiera di qualità attenta alla sostenibilità, alla tutela della biodiversità e delle risorse naturali, del paesaggio e del benessere animale. In particolare, poi, le donne creano legami forti con il territorio e sono un vero e proprio presidio per la sopravvivenza e la valorizzazione delle aree rurali.
«In agricoltura – afferma Maria Antonietta Mascaro Responsabile Donne Coldiretti Calabria – la presenza femminile si fa sempre più spazio e noi donne guardiamo al futuro armate di un grande e importante bagaglio culturale ed esperienziale. Siamo donne che vedono nell’agricoltura il nuovo volano per la propria realizzazione professionale. E per accompagnare questo continueremo a lavorare per superare le tante difficoltà che incontrano le imprenditrici in campagna, soprattutto quelle più giovani, a partire, ad esempio, dalla scarsa tutela soprattutto nell’ambito della maternità, dove il sostegno è davvero irrisorio e non riesce a coprire i costi di un’altra persona, visto che il lavoro agricolo non si ferma mai.»

Redazione

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