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Locri: Partiranno a breve le riprese del film “L’agorà perduta”

Dall’Ufficio stampa

Inizieranno a breve le riprese del film L’agorà perduta, il nuovo progetto cinematografico di EnergiECondivise-Movimento Creativo per la regia di Antonio Ciano e la produzione esecutiva della Scuola Cinematografica della Calabria.
Dopo Memorie incantate, docu-fiction nata nel 2009 dal laboratorio audiovisivo Zaleuco di EnergieCondivise, con il coinvolgimento di oltre cento persone, tra registi, musicisti, attori non professionisti e appassionati di tutta la Locride, l’associazione culturale guidata da Antonio Pezzano torna a ripercorrere le vie magnogreche attraverso una nuova produzione filmica. Molti i luoghi già individuate a Locri, grazie alla disponibilità e al supporto dell’Assessorato alla Cultura della Città di Locri.
«L’obiettivo era ed è tuttora promuovere la cultura e la conoscenza storica come strumenti di consapevolezza e coesione sociale, innanzitutto a favore dell’intero vasto territorio della Locride che con i suoi 42 comuni sempre più sta riscoprendo le sue tradizioni e bellezze – spiega Pezzano, reduce da un festival del Cinema di Venezia ricco di soddisfazioni, grazie al successo del film Frente a Guernica, alla cui realizzazione ha contributo. – Zaleuco, in quanto primo legislatore del mondo antico, è una figura simbolo, che fece di Locri la culla del Diritto e riconduce alla nostre radici di civiltà. Il progetto vuole ora portare quel primo lavoro su un piano professionale, in continuità però con un’esperienza straordinaria di condivisione.»
Oltre a Pezzano e Antonio Ciano, regista che predilige scenari realistici insieme a proiezioni visionarie, per L’agorà perduta, titolo ancora provvisorio, ci sarà la collaborazione di Bernardo Migliaccio Spina che, insieme a Pezzano, offre angolazioni di immagini, foto e racconto sempre originali e mai scontati, e Cristina Briguglio, docente e scrittrice, con il suo fondamentale apporto di idee e creatività.
Memorie incantate, che aveva visto protagonisti il compianto Mimì Brancatisano nei panni di Zaleuco accanto alla giovane Valentina Tassone, con la partecipazione di numerosi personaggi della Locride, ha partecipato a varie rassegne cinematografiche, tra cui il Magna Grecia Film Festival, ed è stato distribuito nelle scuole italiane con la collaborazione di Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie. Programmato nella rassegna Estate Locrese 2022, è stato accolto con grande entusiasmo dalla comunità locridea, con una proiezione che ha fatto registrare il tutto esaurito.
«Sulla spinta di questo percorso molto apprezzato, vogliamo ora realizzare un prodotto diverso, con un cast tecnico e artistico di professionisti, puntando sulla qualità dell’opera. Centrale, nel film, è l’approfondimento della statura morale e politica di Zaleuco, insieme a una ricostruzione molto suggestiva degli studi e degli scavi archeologici che, ancora attivi e incompleti, non sono riusciti a individuare il luogo di ubicazione dell’Agorà: il cuore pulsante della vita pubblica della polis magnogreca» dice il regista Ciano.
Una scrupolosa ricerca documentaristica, con la partecipazione instancabile di Sergio Mottola, connotata da un solido valore scientifico, immagini di repertorio e ricostruzioni visive della topografia della città fanno da base a un soggetto originale per una storia dal valore artistico e storiografico, che unisce documentazione archeologica, realtà storica e finzione cinematografica.
«Quello che desideriamo è pure far conoscere sempre più all’estero l’esistenza degli importanti siti magno-greci ionici, patrimonio oramai degno della tutela dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura. Accanto all’approfondimento storico, infatti, si vuole documentare, grazie alla disponibilità e all’attenzione della direttrice del Museo e Parco archeologico nazionale di Locri Epizefiri, Elena Trunfio, anche i luoghi. Il cinema è un’arte dalle potenzialità esclusive, capace di amplificare la comunicazione, favorendo la rivalutazione dei luoghi pure in chiave di promozione turistica. Il patrimonio archeologico esistente diviene, quindi, base per ritrovare un nuovo entusiasmo collettivo, volto a investire energie e risorse che siano in grado di rimettere in gioco la Cultura e il Paesaggio come riconoscimento identitario» conclude Pezzano.

Foto di Totò Pezzano

Redazione

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