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Costume e SocietàLetteratura

Dalla schiavitù all’uguaglianza: il progresso parte da Locri

La Repubblica dei Locresi di Epizefiri

Di Giuseppe Pellegrino

La norma sulla schiavitù, a Locri, non venne mai meno, neppure quando Zaleuco era ormai un ricordo. Solo Polibio, con la sua leggerezza intellettuale, non se ne rende conto, impegnato come era a coltivare il suo odio per Timeo di Tauromenio e contestare la affermazione di quest’ultimo che a Locri vi era legislazione raffinata e rivoluzionaria.
Non vi è la pena nella norma ma la possiamo ricavare dal seguente aneddoto. Si dice che Timeo sentì ad Atene uno straniero che sosteneva che a Locri i trafficanti di schiavi venissero passati per il laccio. Chiese chiarimenti ulteriori, ma nessuno li sapeva. Si decise a venire a Locri e a domandare a coloro che dovevano saperne di più la lettera della legge. Ma nessuno la ricordava: erano passati quasi quattro secoli da quando la legge venne deliberata a Locri. Poi, l’uomo ebbe un colpo di fortuna: i soldati fermarono una nave che forse dall’Africa portava schiavi. Gli uomini furono liberati e il giorno dopo gli schiavisti giudicati e impiccati: a Locri non solo i Locresi non potevano avere né schiavi né schiave, ma neppure il traffico di essere umani era tollerato.
E a Locri Epizefiri, questo nell’VIII secolo avanti Cristo, a opera di Zaleuco. Quando ancora oggi il problema si pone e non solo come principio.

È bene ricordare questo, quando si legge nella Costituzione degli Stati Uniti: “Tutti gli uomini sono stati creati uguali, che essi sono dotati dal loro Creatore di alcuni diritti inalienabili, che fra questi sono la Vita, la Libertà e la ricerca della Felicità; allo scopo di garantire questi diritti, sono creati fra gli uomini i Governi, i quali derivano i loro giusti poteri dal consenso dei governati; ogni qual volta una qualsiasi forma di Governo, tende a negare tali fini, è diritto del Popolo modificarlo o distruggerlo, e creare un nuovo Governo, che ponga le sue fondamenta su tali principi e organizzi i suoi poteri nella forma che al Popolo sembri la più probabile possa apportare Sicurezza e Felicità.”L’articolo 3 della Costituzione italiana così prevede:
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”Per culminare nell’articolo 1 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, per il quale: Tutti gli esseri umani nascono liberi e eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri con ispirito di fratellanza.”E’ evidente che il pieno sviluppo della persona umana, per come sopra sancito, porta a una tutela globale della dignità della persona, che implica il necessario equilibrio per il raggiungimento della completa soddisfazione del vivere: quindi la Felicità. Una norma bella ma ancora non applicata, quando si vede che dal mare arrivano carrette con uomini affamati, impauriti e oggetto di mercimonio tra chi li trasporta per danaro, e chi li respinge per salvaguardare razza e interessi di pochi.

Foto: particolare della Scena di massacro a Scio di Eugène Delacroix, CC BY 3.0, via Wikimedia Commons

Redazione

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