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Attualità

L’Ospedale di Gerace torni nelle mani dei Geracesi!

È inutile girarci intorno. La struttura ospedaliera di via Largo Piana, a Gerace, al momento inutilizzata, deve essere restituita ai cittadini il prima possibile, senza ulteriori tentennamenti da parte di politici e, soprattutto, di burocrati che appaiono troppo spesso degli azzeccagarbugli dediti a trovare un appiglio affinché quella struttura rimanga come si trova oggi: in un limbo spazio-temporale che segna la decadenza di uno stabile costruito con il denaro pubblico, in parte proveniente direttamente dalle casse comunali, quindi dalle tasche dei geracesi.
Di questo ritardo godono le arpie che ogni tanto lanciano via etere le immagini stantie dell’ospedale, raccontando una storia quasi sempre incompleta, comunque parziale, non solo per via del tempo che gli viene dedicato, che generalmente è molto ristretto, ma anche per una sorta di volontà di piangersi addosso attraverso domande senza risposta, perché manca l’interlocutore che possa replicare.
Ci si ricorda di via Largo Piana quando conviene e solo per indicarlo come neo da asportare. Basta, allora, con lo stillicidio di inutili servizi sia nelle reti pubbliche sia in quelle private nazionali.
Dopo anni di incapacità di dare una destinazione all’immobile oggi bisogna avere la forza di dire basta e ottenerne la restituzione. Si può fare. L’attuale sindaco, Giuseppe Pezzimenti, ha chiesto alla Regione Calabria di restituirgli la struttura.
Il sindaco Pezzimenti ha guardato avanti, cercando di ottenere la restituzione dell’immobile e immaginando una riconversione utile per la comunità e per la Locride. Continuerà, di certo, a lottare fino alla fine. Perché altrimenti quello di via Largo Piana rimarrà l’ennesima cattedrale nel deserto delle opere pubbliche calabresi e un cattivo biglietto da visita per la sanità regionale.
Facciamo un po’ di storia.

Lavvio dei lavori

La vicenda dell’Ospedale di Gerace affonda le radici nel lontano 1977, quando, grazie a un finanziamento della Cassa per il Mezzogiorno per un importo complessivo di 9.636.152.812 vecchie Lire destinato al Comune di Gerace, furono avviati i lavori per la realizzazione della struttura ubicata presso via Largo Piana e destinata a Presidio Ospedaliero con funzioni di luogo di cura di lungodegenza e riabilitazione e avente una capienza di 120 posti letto.

Il trasferimento allASL

Con Delibera di Consiglio Comunale nº 27 del 25/7/1996 il Comune di Gerace trasferiva l’immobile all’allora Azienda Sanitaria Locale nº 9 di Locri in base alle disposizioni contenute nell’art. 5 del Decreto Legislativo nº 502/92, considerando la struttura completata in ogni sua parte e pronta, quindi, a essere attivata come Presidio Ospedaliero Geriatrico con reparti di lungodegenza e riabilitazione, così come l’Ospedale di Gerace, allocato sino all’ottobre del 1993 nei locali dell’ex Monastero Sant’Anna dal 1970 e poi trasferito “momentaneamente” presso i locali del Presidio Ospedaliero di Locri per “inagibilità”, indicava come propria funzionalità e specialità. La Regione Calabria, con delibera di Giunta Regionale, dava atto dell’avvenuto trasferimento dell’immobile nel patrimonio dell’ASL nº 9 di Locri.

Il collaudo

Nel 1998 si concluse il collaudo alle strutture e agli impianti e, amministrativamente, iniziarono, sin dall’immediatezza del trasferimento della proprietà dell’immobile all’Azienda Sanitaria, da parte del Comune di Gerace, rapporti e dialoghi con i vari Direttori Generali per l’apertura del Presidio Ospedaliero, senza però nessun risultato positivo circa l’utilizzo dell’immobile. Con delibera di Consiglio Comunale nº 6 del 18 marzo del 2000, il Civico Consesso approvava un accordo di programma con l’ASL di Locri per l’apertura, anche se parziale, del Presidio ospedaliero, anche attraverso l’assunzione di un mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti da parte del Comune di Gerace per adeguare i locali alle normative di sicurezza che all’epoca erano già entrate in vigore.

I contenziosi

Dal 1994 al 1996 l’Amministrazione Comunale di Gerace emanò una serie di atti deliberativi al fine di sanare delle vertenze che erano nate con alcune ditte fornitrici per l’installazione di strumenti e servizi necessari al completamento del Presidio Ospedaliero e si preoccupò di completare la rete fognaria per il collegamento al depuratore. Senonché anche il Direttore Generale di allora, co-promotore dell’accordo di programma insieme al Sindaco di Gerace, fu estromesso dall’incarico; e anche questo tentativo sfumò.

Alla ricerca di una soluzione

Con Delibera di Consiglio Comunale nº 53 del 14/11/2000, l’Amministrazione Comunale geracese faceva voto ai vari Enti, dal Ministero della Salute alla Regione Calabria e all’ASL nº 9 di Locri, ognuno per le proprie competenze, di dare soluzione per l’apertura del Presidio Ospedaliero di Gerace. Negli anni dal 1998 al 2004, su impulso dell’Amministrazione Comunale, furono contattati svariati Enti e Istituti Privati Ospedalieri al fine di trovare un partner privato per la creazione di una società mista pubblico–privata per la gestione del presidio Ospedaliero, dal Gruppo Tosi di Torino al Gaslini di Genova, da Cooperative di Catania e Palermo al Santa Lucia di Bari, passando dal Gemelli di Roma e via discorrendo, senza però il benché minimo riscontro non tanto dagli Istituti Ospedalieri, ma dalla Regione Calabria, che non mostrò alcun interesse alla realizzazione della società. Nel 2001 il Consiglio Regionale della Calabria, nel Bilancio di Previsione Regionale, stanziò 10 miliardi delle vecchie Lire da destinare all’ASL nº 9 di Locri per l’attivazione del Presidio. Tale somma, nonostante le ripetute interrogazioni e sollecitazioni politiche, non fu mai destinata dalla Regione.

Una proposta concreta per lapertura

Nel 2004 si presentò quella che, allora, fu ritenuta l’unica proposta concreta di utilizzo dell’immobile, anche se non andava a rispettare la destinazione originaria. Infatti, da una richiesta formale da parte del Ministero della Giustizia – Dipartimento Amministrazione Penitenziaria della Calabria, fu proposto un accordo di programma con il Comune di Gerace, la Provincia di Reggio Calabria, l’Azienda Sanitaria di Locri e la Regione Calabria per la riconversione dell’immobile in un Centro Psichiatrico d’Eccellenza per la cura mentale dei detenuti, associato a un Centro di ricerca scientifica legato allo studio delle patologie mentali. Nonostante l’accordo politico – istituzionale da parte di tutte le forze politiche calabresi, dei sindacati e del Consiglio Comunale di Gerace che votò a maggioranza nella seduta aperta del 24 marzo del 2004, consapevoli tutti del fatto che il nuovo Piano Sanitario Regionale andava a considerare la destinazione dell’immobile a Ospedale di Comunità, il progetto non si realizzò.

Nuove vecchie” ipotesi

Nei mesi successivi all’omicidio di Francesco Fortugno (ottobre 2005), intanto, su sollecito dell’allora Prefetto di Reggio Calabria Luigi De Sena e di concerto con la terna commissariale proposta dal Ministro dell’Interno e nominata dal Presidente della Repubblica per la gestione dell’Azienda Sanitaria di Locri, l’Amministrazione Comunale lavorò circa un’ipotesi di utilizzo dell’immobile, sia rispettando l’originaria destinazione, sia attuando ipotesi diverse. Con Legge Regionale nº 11 del 19 marzo 2004 è stato approvato il Piano regionale per la salute 2004/2006, che prevedeva l’utilizzo dell’immobile come ospedale di Comunità. Con Delibera di Consiglio Comunale nº 40 dell’11/11/2006 venne invece richiesta alla Regione Calabria la riacquisizione al Comune di Gerace della proprietà della struttura, motivando la stessa sulla base dell’articolato del D.Lgs. 502/92 – art. 5 comma 2 e 5 lett. f e dopo che erano trascorsi ben dieci anni dall’avvenuta consegna all’Azienda Sanitaria e che, grazie alle vicende sopra esposte, l’immobile non era mai stato attivato e reso funzionante. Detta delibera fu trasmessa, con raccomandata A/R, alla Presidenza della Giunta Regionale calabrese e all’Assessorato alla Sanità regionale, ma senza alcun esito. A oggi, sulla base di accertamenti determinati dall’Ufficio Tributi del Comune, è stata emessa a ruolo la somma complessiva di 285.250 Euro, notificata attraverso una Cartella Equitalia alla Regione Calabria e relativa alla mancata corresponsione dell’imposta comunale ICI per gli anni 2011 – 2016, senza avere, peraltro, da parte dell’Ente Regionale, nessun rimborso in merito.

Lennesima richiesta

Con Delibera di Consiglio Comunale nº 3 del 15/01/2013, si chiedeva alla Regione Calabria di “conoscere i programmi e le determinazioni assunte o che si intende assumere in merito all’utilizzo della struttura ospedaliera di Gerace sita in via Largo Piana” ma non ottenendo, anche in questo caso, nessuna risposta da parte della Regione. Con Delibera di Giunta Comunale nº 32 del 20/04/2015, si chiedeva l’inserimento, nella nuova rete ospedaliera, di un “Centro di eccellenza per attività residenziale e di Riabilitazione presso la struttura sanitaria di Gerace […] per come promosso e proposto con deliberazione del Commissario Straordinario dell’ASP Reggio Calabria 635 del 07/08/2014”.

Venti anni di inutili attese

A distanza di vent’anni dall’acquisizione della proprietà da parte della Regione Calabria dell’immobile di Largo Piana nulla è stato fatto, concretamente, da parte dell’Ente Regionale, al fine di rispettare i dettami contemplati dalla citata legge 502/92, determinando un deterioramento della struttura oggetto di infiltrazioni d’acqua e di totale abbandono e incuria da parte del proprietario.

La delibera

Allo stato attuale, considerato il notevole lasso di tempo trascorso dalla Delibera di Consiglio Comunale del luglio 1996 a oggi, da parte della Regione Calabria non si è riscontrata nessuna volontà di utilizzare né dal punto di vista sanitario né per altri scopi l’immobile di via Largo Piana. Quindi è per responsabilità esclusiva della Regione Calabria che la legge 502/92 non è stata applicata. Trascorsi altri anni di inutile attesa il Consiglio Comunale, nell’ottobre del 2019, ha deliberato di dare mandato al Sindaco e alla Giunta di agire anche per vie legali per ottenere la restituzione della struttura.

La speranza

Sono trascorsi 24 anni da quando l’immobile di via Largo Piana è stato trasferito all’allora ASL nº 9. Oggi che la città, attraverso i suoi Amministratori, il Sindaco Pezzimenti in testa, ha chiesto la restituzione della struttura per poterla rendere fruibile e funzionale per gli interessi dei Cittadini, l’immobile si potrebbe trasformare in una Casa di Riposo oppure in un Ostello o in una Casa Famiglia, comunque in funzioni socio-assistenziali orientati al servizio del territorio.
Non resta che augurarsi che questo appello, fino a oggi colpevolmente ignorato, venga finalmente accolto.

Oὐδείς

Oὐδείς (pronuncia üdéis) è il sostantivo con il quale Ulisse si presenta a Polifemo nell’Odissea di Omero, e significa “nessuno”. Grazie a questo semplice stratagemma, quando il re di Itaca acceca Polifemo per fuggire dalla sua grotta, il ciclope chiama in soccorso i suoi fratelli urlando che «Nessuno lo ha accecato!», non rendendosi tuttavia conto di aver appena agevolato la fuga dei suoi aggressori. Tornata alla ribalta grazie a uno splendido graphic novel di Carmine di Giandomenico, la denominazione Oὐδείς è stata “rubata” dal più misterioso dei nostri collaboratori, che si impegnerà a esporre a voi lettori punti di vista inediti o approfondimenti che nessuno, per l’appunto, ha fino a oggi avuto il coraggio di affrontare.

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