Quota 100 in scadenza: come cambieranno i piani pensionistici?

Nonostante la riforma previdenziale sia stata la grande assente nel discorso programmatico di Mario Draghi alle Camere, la scadenza di Quota 100 a fine 2021 richiederà una revisione completa del sistema pensionistico nazionale. A chiederlo è stata innanzitutto l’Europa attraverso le raccomandazioni della Commissione sul Recovery Fund relative all’attuazione della Legge Fornero.
Dando per scontata la mancata proroga della Quota 100, sul quale il nuovo esecutivo non sembra avere dubbi, secondo il Sole 24 Ore il Governo potrebbe puntare tutto su un sistema contributivo con una variazione dei coefficienti di trasformazione che avrebbe ovviamente importanti ricadute sulle soglie di pensionamento. Non si esclude, tuttavia, un intervento ben più corposo e soprattutto più strutturale: una nuova definizione del sistema Welfare che possa dare vita ad un Testo unico sul piano previdenziale.
Questo nuovo sistema agirebbe sia sul fronte delle pensioni di garanzia per chi avrà un assegno calcolato sul contributivo secco sia sul fronte fiscale, incrementando l’uso della cosiddetta pensione integrativa. Insomma, l’esecutivo potrebbe varare una campagna sulla previdenza complementare incentivandone l’uso con sgravi fiscali più importanti rispetto a quelli già in vigore.
Dall’1 gennaio 2022, inoltre, dovrebbe entrare nuovamente in vigore un sistema di rivalutazione premiante degli assegni, una svolta che milioni di pensionati attendono da tempo dato che da parecchi anni devono accontentarsi di briciole con le rivalutazioni calmierate, uno strumento al quale, afferma sempre il Sole, potrebbe essere affiancata la part-pension, un sistema che potrebbe permettere un allungamento dell’età produttiva con un alleggerimento della pressione sulle casse previdenziali.
Fonte: ilgiornale.it