Quando il pane si fa storia: in ricordo di Mimì Saffioti
Giovanni Ruffo ricorda Mimì Saffioti, il proprietario dello storico omonimo panificio di Bovalino scomparso nella giornata di ieri.

Lo ricordo quel momento: è ben impresso qui, nello scaffale dei ricordi, su quella mensola immaginaria colma di libri impolverati dagli anni. E sento ancora quella mano che stringe la mia, in ogni accento di ogni parola di quella chiacchierata. Di quel momento, ricordo soprattutto la leggerezza e la spontaneità, l’energia delle battute e dei discorsi, la viscerale e naturale simpatia che è tipica del buon meridionale: erano queste le sensazioni che sapeva trasmettere Mimì Saffioti, in ogni occasione di quotidianità. Tra le rughe, persino in quelle meno visibili, si scorgevano i segni del pane e i sogni pensati e alimentati in quello storico forno del paese: sì, perché anche i luoghi, in particolar modo alcuni luoghi, costituiscono delle storie personali che appartengono alla collettività e alla comunità. Ed è per questi motivi che, inevitabilmente, la conclusione del passaggio terreno di nonno Mimì richiede di soffermarsi e di immortalare, seppur con il pensiero, l’ultimo scatto di un’immagine bovalinese d’altri tempi. Il bianco e nero non segna la fine dei colori: è l’inizio di altri, la composizione di nuove tavole cromatiche che illuminano i passi e le speranze di chi resta e dipingono, continuamente, la tela dei ricordi vissuti e indimenticati.