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Vincenzo Cataldo ci accompagna alla scoperta del meridione del viceregno austriaco

Vincenzo Cataldo è uno storico calabrese che da sempre concentra i suoi studi sugli aspetti meno conosciuti e chiari del tessuto socio-economico meridionale. I suoi lavori, approfonditi e dettagliati, hanno riportato l’attenzione sull’interessante e conflittuale storia del nostro Sud. La sua ultima opera, edita per Rubbettino Editore, si intitola Napoli e le sue province durante il viceregno austriaco (1707-1734).
Il testo traccia le fasi salienti degli anni di dominazione austriaca nel Regno di Napoli, attraverso l’indagine di una vasta documentazione.
L’obiettivo dell’autore è quello di focalizzare l’attenzione sulla città di Napoli durante un periodo storico controverso e sconosciuto ai più. Il testo rappresenta un vero e proprio lavoro di ricerca, interessante e minuzioso, che evidenzia i numerosi parallelismi tra l’attuale situazione politica e quella della prima metà del ‘700. In entrambi i casi, infatti, l’instabilità economica e sociale, l’evasione fiscale e la forte disuguaglianza si vanno mescolando, inasprendo i conflitti e alimentando la rabbia e la frustrazione. La ricerca, supportata da numerosi documenti inediti appartenenti all’Archivio di Stato, analizza il periodo in cui gli Asburgo fanno il proprio ingresso al Sud Italia, soffermandosi sugli aspetti cruciali della dominazione. In un primo momento viene analizzato lo Stato napoletano in linea generale, con particolare riguardo alla reazione suscitata nella popolazione dagli Austriaci. In un secondo momento, invece, vengono presi in esame i singoli aspetti del Regno con maggiore specificità: il testo si focalizza, in particolare, sulla situazione finanziaria, sugli strascichi lasciati dalla Guerra di Successione e sulle diatribe con la Sicilia. La narrazione è ricca di particolari, e si incentra sulla descrizione delle attività che risultavano proficue e maggiormente praticate. Vengono raccontati e tratteggiati i mestieri più comuni, tra cui l’attività estrattiva, l’impegno degli artigiani (soprattutto per quanto riguarda la lavorazione della seta), l’allevamento del bestiame e il commercio. Per quanto riguarda gli aspetti politici, lo scrittore elenca ed esamina i rapporti che gli austriaci coltivavano con le province, i malumori e i contrasti e le relazioni con gli Stati esteri. Con questi ultimi, infatti, spesso i dissapori erano tanto intensi da portare le parti coinvolte a scegliere la guerriglia come unica soluzione. Infine, il saggio si concentra sul racconto e sulla descrizione delle classi sociali presenti all’epoca, dei legami formatisi tra esse, dei costumi e delle tradizioni avallate dal popolo.

Foto: napolicapitalediunregno.altervista.org

Anastasia Cicciarello

Nata a Locri nel 1990, membro effettivo della Millennials Generation, ha iniziato a scrivere prima sui muri con i pastelli, poi a scuola, dove ha incanalato la sua passione e non si è più fermata. Le piace viaggiare ma adora allo stesso modo la strada del ritorno, la bellezza dolorosa e fragile della sua terra. Abita ad Ardore, la cui posizione invidiabile le fa iniziare ogni giornata con l’ottimismo di chi si ritrova la salsedine tra i capelli tutto l’anno. Il bisogno di dire la sua l’ha condotta alla finale del concorso AttiveMenti con il racconto “La necessità del superfluo”, a scrivere “Il dolore non mi fa più paura” per la casa editrice Guthenberg e a collaborare con varie testate come hermesmagazine.it

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