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I Patti Locresi

La Repubblica dei Locresi di Epizephiri XXI - Più di una testimonianza storica sembra avvalorare la teoria che i greci fossero dei maestri dell’inganno e dei gran bugiardi. Lo sostengono Plutarco e Virgilio, lo avvalora il mito del Cavallo di Troia e persino la storia di Locri Epizephiri, che sarebbe stata fondata proprio grazie a un inganno.

Di Giuseppe Pellegrino

In un film d’epoca di poco conto di alcuni anni fa, ambientato in una sorta di terra di mezzo tra la Grecia e l’Egitto, vi è una battuta memorabile. Una folla è in fila per salire su una nave che traghettava le persone da un’isola verso la terra ferma. I passeggeri sono superiori alla capacità di trasporto del traghetto. Un uomo giovane, avendo capito che non può farcela a traghettare subito, scavalca tutti e si mette in prima fila. A una vecchia che protesta, l’uomo a muso duro sostiene di essere il primo, perché era sul molo fin dall’alba a aspettare. La vecchia, così lo apostrofa:
«Greco bugiardo!»
E l’uomo di rimando, con un sorriso beffardo, risponde:
«Donna, perché ripeti due volte la stessa parola?»
Greco e bugiardo, storicamente, sono sinonimi. E non solo per il cavallo di Troia. L’astuzia, presso i Greci, era segno di genialità. Anche Plutarco inneggia indirettamente all’astuzia riportando un battuta di Lisandro a chi biasimava l’uso della astuzia in guerra:

Ἡ λεοντῆ μὴ
ἐφικνεῖται,
προσραπτέον ἐκεῖ
τὴν ἀλωπεκῆν.

Dove non arriva
la pelle di leone,
bisogna cucirci sopra
quella di volpe.

Per non parlare di Virgilio, che nella sua Eneide perentoriamente afferma:

Timeo Danaos et dona ferentes.

Diffido dei Greci anche quando portano doni.

Sempre viene richiamata, per sottolineare l’astuzia dei Greci, la storia del cavallo di Troia e della invenzione di Ulisse. Pochi conoscono i Λοκρείς Συνθήκαι (Lokreis Suntèkai, i Patti Locresi), che nella presente trattazione vanno ricordati non solo per sottolineare che i Greci erano dei bugiardi, ma perché da questo momento inizia la seconda fase della vita dei locresi fuggitivi, che porta alle istituzioni repubblicane di democrazia diretta e alle leggi di Zaleuco. Tuttavia tocca fare un passo indietro per dimostrare come l’inizio della vita della polis di Locri nasca da un inganno atroce.
Quando i Locresi sbarcarono a Zeffirio, trovarono, tra l’altro, tre ceppi di popolazione diversi oltre a quello dei Morgeti: gli Italioti, i Siculi e gli Enotri. Spesso si accenna ai Bruzi, dimenticando che, nella storia della Locride, essi apparvero appena e sicuramente in epoca molto più tarda di quella presa in considerazione e che nella Locride non vi è traccia di loro, se non per il circoscritto territorio di Bruzzano, presso il quale è ipotizzabile si sia stabilito un nucleo brettio, quando nel 205 a.C. Annibale venne a Locri.

Foto: ulisseonline.it

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