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Costume e Società

«È ora che gli attori del territorio ci facciano ammirare un tiki taka politico/sociale»

Di Francesco Gentile

Egregio Direttore,
ti scrivo di questa pazza idea, perché  ho come il sentore che in queste ore, come popolo, abbiamo avuto l’ufficialità reale su quella che prima era solo una percezione.
“Sostanzialmente siamo un popolo che rischia di non crescere più, perché ormai non abbiamo neanche il coraggio di sognare.”
In questi giorni un giovane amministratore, Giuseppe Falcomatà, con audacia e coraggio, ha sognato di poter ospitare nello stadio della sua Città, Reggio Calabria, la finale di Champions League (precedentemente prevista a Istanbul ma saltata a causa del Covid-19).
Purtroppo il suo coraggio non è stato premiato, non tanto per la finale assegnata a Oporto, ma soprattutto per la reazione di una parte della cittadinanza (non solo reggina, ma metropolitana) che, invece di remare nella stessa direzione di questo giovane amministratore lo ha messo alla berlina con un mix di ilarità, ignoranza e populismo.
Considerato il periodo, già l’aver fatto parlare della nostra città capoluogo è stato un mezzo successo, ma nessuno deve dimenticare o far passare in secondo piano un fattore, che per lo sviluppo del territorio potrebbe essere di cardinale importanza: Reggio non è una città come tutte le altre, Reggio è la nostra Città Metropolitana, che oggi, da sola, non è riuscita, nonostante il coraggio dimostrato, a ospitare l’evento calcistico più importante dell’anno.
Nonostante questo il fattore positivo, dal quale ricominciare a sognare non come singola città, ma come territorio metropolitano, è la risposta che la Union of European Football Associations ha dato per mezzo del Presidente Aleksander Čeferin: infatti, i vertici del calcio non locale, ma europeo, non solo hanno apprezzato la proposta, ma hanno aperto importanti spiragli di collaborazione futura definendo Reggio “città bellissima e ricca di cultura”, e aggiungendo che l’offerta di disponibilità e il gentile invito “saranno ricordati”.
Letta la risposta giunta al sindaco Falcomatà ed essendo io al contempo appassionato di calcio e politiche giovanili mi sono messo a sognare (forse pure troppo) in grande, immaginando anche io una finale a Reggio Calabria, ma come ultimo atto della Junior Metropolitan Champions League, una competizione calcistica giovanile riservata alle juniores delle squadre con sede legale nelle Città Metropolitane italiane ed europee, tra le quali militerebbero scuole calcio del calibro di Roma, Lazio, Milan, Inter, Napoli, Torino, Juventus, Bari, Palermo, Catania, Bologna, Fiorentina, Venezia, Sampdoria, Genoa, Messina, Reggina e Cagliari come team italiani, e realtà calcistiche europee del livello di Chelsea, Manchester United, Manchester City, Herta Berlino, Union Berlino, Real Madrid, Atletico Madrid, Barcellona, Español, Francoforte, PSG, Lione e Atletic Bilbao.
Nella mia personale e sempre aggiustabilissima visione, la Junior Metropolitan Champions League prevedrebbe la partecipazione di 32 squadre suddivise in 8 gironi da 4 nella prima fase e una seconda fase che comprenderebbe ottavi di finale, quarti di finale, semifinali e finale.
La competizione sarebbe da ospitare non solo ed esclusivamente a Reggio, ma su tutto il territorio metropolitano, sfruttando le strutture sportive più moderne come quelle di San Luca, Roccella Jonica e così via.
Forse già sognare di fare una cosa del genere è il primo passo verso la follia, ma ogni cosa si può sognare (e si può anche realizzare), basta giocare da squadra e non da singoli, da territorio metropolitano e non da singolo ente. Nei fatti, dopo che gli uffici preposti dell’ente metropolitano stilerebbero la proposta progettuale da porre all’attenzione delle altre Città Metropolitane italiane ed europee, gli operatori turistici del territorio si potrebbero occupare della logistica (una manifestazione del genere farebbe arrivare da ogni angolo d’Europa centinaia se non migliaia di visitatori) magari sfruttando un bando Erasmus Sport o Europa per i cittadini, i team potrebbero essere ospitati nelle strutture ricettive dislocate nei 97 comuni metropolitani e per le direzioni di gara ci si potrebbe affidare alle locali sezioni arbitrali.
Altro fattore da calcolare sarebbe quello dello sviluppo turistico e dei futuri rapporti sociali: una manifestazione del genere, infatti, permetterebbe a tutto il territorio di farsi conoscere e apprezzate a livello continentale, oltre a essere una vetrina calcistica di prim’ordine per eventuali talenti locali.
Calcisticamente parlando, solo per tentare di proporre una cosa del genere, come cittadini dovremmo ricominciare a giocare la nostra personale partita con la storia.
Purtroppo, oggi, noi come popolo non giochiamo più e, non giocando, oltre che ad autocondannarci all’immobilismo, ci dobbiamo accontentare sempre più spesso della mediocrità di visione e sottosviluppo che ci viene propinata dai narratori/registi/protagonisti come epica battaglia di sviluppo.
Oggi, a causa della nostra atavica rassegnazione, ci costringiamo a vedere partite sociali dove diritti costituzionalmente garantiti vengono fatti passare per grandi azioni politiche.
Magari sarò preso per pazzo pure io, ma voglio avere la libertà di sognare un Real Madrid che si faccia la foto di squadra sulla scogliera di Africo, un PSG che si vada a prendere una granita a Gerace, un Barcellona che si faccia una passeggiata sul lungomare di Siderno dopo aver visitato gli scavi di Locri ed un derby della Mole o della Madonnina giocato con lo sfondo di quel magnifico presepe che è San Luca.
Oggi, per realizzare i nostri sogni, dobbiamo necessariamente partire ritrovando l’unica cosa che abbiamo di sicuro, il nostro coraggio di osare, schiaffeggiando la paura di non essere capiti oppure, come in questo caso, di essere presi per pazzi. Personalmente (soprattutto in politica) non mi sono mai piaciute le giocate banali come quelle che sto ammirando ultimamente, per questo motivo spero che gli interpreti principali del territorio (noi in primis in qualità di cittadini) inizino a farci ammirare un tiki taka politico sociale e di sviluppo degno di questo nome.
Adesso scusami, direttore, ma penso di avere una Junior Metropolitan Champions League da proporre a chi di dovere.

Foto: nwscdn.com

Redazione

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