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Costume e Società

Quinto e Martina: quando l’arte si veste del fascino della tenerezza

Quando l’arte riesce a rafforzare i legami naturali, i risultati vanno oltre i numeri e si trasformano in emozioni condivise, in momenti di vita da respirare insieme. Nelle vene di Quinto e Martina Italiano (60 e 28 anni), oltre allo stesso sangue, scorre lo stesso senso artistico, che intreccia anime e corpi in maniera indissolubile e creativa. Un padre e una figlia che, staccandosi dal contesto della famiglia, indossano i panni degli artisti di strada, mostrando le loro abilità ed affinità a passanti e spettatori incantati. Due equilibristi e acrobati di una Bovalino sportiva e intraprendente che non vuol smettere di credere e sperare, con convinzione, nel coraggio dei propri sogni.
In occasione del campionato di arti sceniche Performer Italian Cup 2021, Quinto e Martina hanno conquistato la prima posizione nelle due categorie in cui hanno presentato la loro partecipazione.
Martina Italiano ha scelto di candidarsi con un assolo di verticalismo (equilibrismo su mani) per la categoria Performer di arti circensi ed acrobatiche (livello avanzato), guadagnando il gradino più alto del podio. L’altro primo posto, invece, riguarda la categoria Duo (livello avanzato), nella quale Quinto e Martina hanno proposto la loro candidatura con un fuo di tessuti aerei, dal titolo Voliamo papà?
Traguardi importanti che hanno consentito il superamento delle fasi provinciale e regionale, ottenendo un piazzamento nell’ambito della fase nazionale, che si terrà nelle prossime settimane.
Una notizia gratificante per Quinto e Martina Italiano, i quali hanno espresso un’intensa soddisfazione, sottolineando la bellezza di poter raggiungere gli occhi e i cuori della gente, portando avanti questa passione comune.
Una storia particolare e, soprattutto, spettacolare, che parte dai tempi lontani dell’infanzia, dai primi passi di una bambina che, anche da adulta, continua ad affidarsi alle braccia e al cuore del suo caro papà. Una favola ricca di pagine ancora da scrivere, vivere e raccontare, con tante difficoltà ma con un’unica grande certezza: il lieto fine, come l’inizio, avrà sempre il fascino della di tenerezza, dettato da quell’amore tra padre e figlia che, comunque vada, non conosce limiti.

Giovanni Ruffo

Nato e cresciuto sullo Jonio, con il corpo accarezzato dalla brezza del mare e un potente richiamo spirituale in Aspromonte. Cittadino e straniero ovunque, amante della bellezza immateriale e delle meravigliose ricchezze che madre natura dona ai suoi ospiti. Avventure radiofoniche di musicultura e una passione viscerale per il teatro e la scrittura, terapie dell’anima necessarie per coltivare i princìpi di resilienza e r-esistenza, coniuga la tradizione con l’innovazione, le radici con le ali. Ricerca sprazzi e scorci di poesia nelle crepe, negli anfratti più nascosti, in ogni spigolo di mondo. Ama la diversità e la libertà, intese come opportunità e strumenti di crescita. Detesta i muri dell’indifferenza e crede nei ponti dell’umanità, trovando nelle differenze delle autentiche risorse costruttive e collettive.

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