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Costume e Società

Gerace: ottimo successo per il Flash mob dell’amore

Dall’Ufficio Stampa RivoluzioniAmo Flash mob dell’amore

Grazie all’Immaginazione si crea poesia, magia, bellezza.
L’immaginazione ci connette alle memorie ancestrali, ha la capacità di modificare la realtà esterna.
L’immaginazione ci collega al mondo altro, ci libera dalle dinamiche del potere, dalla convinzione che dentro di noi esiste qualcosa di sbagliato, di malato, di impossibile da risolvere.
L’immaginazione è una capacità del pensiero profondo che ci permette di vedere e pensare con attenzione cosciente e conoscere tutto ciò che non segue le regole della logica. Con l’immaginazione si lavora con le immagini e ci si accorge che esiste un mondo invisibile che è nello stesso momento origine e copia di quello che vedi.
“L’anima è l’atto stesso dell’immaginare” come scrivono James Hillman e Selene Calloni Williams.
Nulla accade in questo mondo che non sia stato prima immaginato! Ed ecco che nasce dall’intervento di un’immaginazione profonda un evento straordinario: il Flash moob dell’Anima, per fare una rivoluzione della coscienza. I partecipanti di ogni regione coinvolte, come il Veneto, il Trentino, la Lombardia, le Marche, l’Emilia Romagna, la Toscana, il Lazio, la Campania, la Calabria, la Sardegna, attraverso le espressioni creative di ognuno, ha proposto una propria idea a un coreografo coordinatore il quale si è occupato di tessere la propria coreografia per raccontare un mito. L’evento si è svolto in un unico momento, alle ore 18:30 del 27 Giugno, in maniera tale di far rivivere il senso dell’unione di tutte le regioni, per richiamare la potenza della fratellanza, e dell’essere l’uno nella molteplicità e la molteplicità nell’uno. Il referente della regione Calabria, Michele Gioffrè, con sua moglie Clementina Tucci, la coreografa Carmelina Spadafora e tutti i componenti del gruppo Immaginalisti Calabria si sono riuniti in uno dei borghi più belli d’Italia: Gerace (RC), nella piazza delle 3 chiese. È un luogo grecanico che porta una cultura bicentenaria dei greci di Calabria. Diversi i danzatori e le danzatrici, i musicisti: Antonio Petitto, François Perchat, Pasquale Bonaddio, Dorotea Li Causi che, insieme al regista Nino Cannatà, hanno dato vita a uno spettacolo sacro, un rito che, con un sapiente utilizzo dei simboli, ha raccontato la storia del mito di Ade e Persefone. Il simbolo centrale scelto per raccontarlo è la pianta dell’asfodelo. Il Professore Pasquale Casile, vicepresidente dell’Associazione culturale Magna Grecia Pieve Emanuele di Gerace, ce lo spiega in un’intervista:

L’asfodelo è una pianta che rappresenta la rinascita ed è l’unica pianta, secondo gli antichi, che non finisce mai in cenere, perché il bulbo e la radice resistono agli incendi sopravvivendo sotto terra e, quindi, rappresenta ciò che è destinato a non morire, associato al mondo degli inferi. L’elemento che lo collega alla cultura locrese è Persefone che, quando viene rapita da Ade, stava raccogliendo i fiori di asfodelo e questo fa emergere dalle profondità della terra l’apertura da cui fuoriesce Ade. Questa immagine collega la vita ciclica della natura e la vita ultra terrena. L’asfodelo ci dice che nulla va in cenere perché dalle ceneri può sempre risorgere la vita.
Questa pianta è importantissima, la usava Pitagora, era la base della dieta pitagorica che, insieme al consumo della malva, nutriva, dissetava e faceva vivere a lungo. Questi sono saperi collegati al Greco di Calabria. Sto traducendo il dizionario Karanastasis, che ci consentirà di recuperare tutte queste conoscenze antiche, che ci dimostrano da quale grande civiltà proveniamo. Risorgeremo grazie alla lingua greca.

È un evento mai vissuto prima, perché la rivoluzione che vogliamo vivere è quella più potente che esiste: quella dell’anima, del cuore, della bellezza e della fratellanza.

Redazione

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