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Questa sera al MArRC la conferenza di Pasquale Amato sul plurilinguismo

Giovedì 12 agosto nuovo appuntamento delle Notti d’Estate al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria con la suggestiva Conferenza dello storico Pasquale Amato sulla Pluralità linguistica da salvaguardare nel pianeta Terra. Con essa lo storico reggino riprende il suo Ciclo di Storia Globale nell’ambito delle iniziative organizzate in collaborazione tra MArRC e Centro Internazionale Scrittori della Calabria, affiancato in questa occasione dal Progetto Nosside. Dopo i saluti del Direttore del Museo Carmelo Malacrino e di Loreley Rosita Borruto, Presidente del CIS Calabria, Amato intraprenderà un viaggio attraverso la pluralità linguistica del mondo nella sua doppia veste di Storico e di Presidente Fondatore del Premio Nosside. Il Maestro Ruben Levi Pennestrì eseguirà alla chitarra alcuni brani musicali in sintonia col tema globale della Conferenza.
Alla base della riflessione storica di Amato ci sarà una considerazione di fondo: il plurilinguismo include una pluralità di culture, conoscenze, informazioni, tradizioni che si incontrano e si fondono in una Terra sempre più coinvolta in problematiche che ci accomunano nello stesso destino. La pandemia ancora in corso testimonia che non possiamo più fare a meno di affrontare in maniera globale molti aspetti della nostra vita individuale e collettiva.
L’affermazione del processo di globalizzazione dell’economia, di pari passo con la rivoluzione informatica, ha generato negli ultimi decenni la tendenza a una società del pensiero unico e della lingua unica. Motivo per cui si è verificata una veloce emarginazione che ha toccato per prime le fasce più deboli, con il conseguente fenomeno dell’isolamento delle comunità che da sempre avevano vissuto utilizzando lingue e dialetti in aree ristrette. Ne è conseguita l’estinzione graduale in primo luogo delle lingue non scritte.
Delle crescenti preoccupazioni della perdita definitiva di questo patrimonio storico e culturale dell’umanità si è fatta interprete l’UNESCO, che ha dato vita a diverse iniziative per fermare questo fenomeno che ha gli stessi effetti devastanti del disastro ambientale.
«Le lingue madri, in un approccio multilinguistico, sono fattori essenziali per la qualità dell’istruzione, che è alla base dell’emancipazione di donne e uomini e delle società in cui vivono… Ogni aspirazione a una vita migliore, ogni aspirazione allo sviluppo si esprime in una lingua, con parole precise per farla vivere e trasmetterla. Le lingue sono ciò che noi siamo, proteggerle significa proteggere noi stessi», ha dichiarato Irina Bokova, Direttore Generale dell’UNESCO.
Secondo una ricerca internazionale condotta da un’equipe di studiosi sotto l’egida dell’UNESCO, ogni 14 giorni muore nel mondo una lingua. Verso la metà di questo secolo la metà delle 7.000 lingue parlate oggi potrebbero scomparire.
Le lingue sono il prodotto di millenni di osservazione e di organizzazione delle informazioni. Ogni lingua ha infinite possibilità espressive e ha un bagaglio di conoscenze straordinarie. Essendo la maggioranza delle lingue non scritte, per ogni lingua che si estingue si cancellano tutte le idee, i pensieri e le tecnologie che contengono. Pertanto ogni lingua estinta non rappresenta soltanto una perdita per le persone che la parlavano. Diviene una privazione per l’intera umanità. Perché si perde per sempre una parte del più grande giacimento di conoscenza umana mai esistito.
In questo scenario si è affermato come un’eccellenza di valore universale il Premio Mondiale di Poesia Nosside. Dalla sua fondazione nel 1983 a Reggio Calabria sino alla XXXVI Edizione (di cui si sono chiuse il 4 agosto le iscrizioni) il Progetto ideato e diretto da Amato ha dato un contributo ampio e articolato alla difesa delle Lingue Locali e minoritarie e alla loro salvaguardia dal rischio di estinzione. Un contributo indirizzato a superare le barriere che spesso le comunità minoritarie erigono, isolandosi ciascuna nel proprio ambito e rendendo ancora più difficile la loro sopravvivenza.
L’ispirazione iniziale del Progetto intitolato alla poetessa magnogreca Nosside di Locri è scaturita dalla presenza nelle Calabrie di tre Minoranze Linguistiche (la grecanica nella Città Metropolitana di Reggio, la arbereshe tra Sila e Pollino e l’occitanica di Guardia Piemontese nell‘alto Tirreno) e di una miriade di dialetti differenti sino alla Lingua reggina che ha molte assonanze con quella messinese sulle rive dello Stretto di Scilla e Cariddi.
Da quell’iniziale apertura il Nosside ha esteso i suoi confini. È arrivato così ad assumere l’identità che lo caratterizza tuttora come unico Premio Globale per poesia inedita, senza confini di Lingue e Idiomi e di forme di comunicazione (scritta, in musica e in video). In 36 Edizioni il Progetto Nosside ha valorizzato le voci poetiche di 102 Stati di tutti i continenti in quasi 150 lingue, dalle più diffuse a quelle che sono a rischio di estinzione.

Redazione

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