Una guardia medica rifiuta la visita a un paziente sprovvisto di green pass
La confusione sulle disposizioni anti Covid-19 genera mostri. Nella Locride già sofferente dal punto di vista sanitario, infatti, accade anche che un cittadino che si reca con dolori al petto presso la guardia medica venga cacciato dall’ambulatorio perché sprovvisto di Green Pass. I dispositivi di protezione individuale, nel caso de quo, non sarebbero stati sufficienti nemmeno a dare al paziente sofferente un consiglio relativo a chi rivolgersi e a quali accertamenti potesse svolgere, da solo o con l’aiuto di un famigliare, per comprendere la natura del suo male.
Il responsabile delle guardie mediche di zona comunica che un medico non può rifiutare in nessun caso di visitare un paziente, tanto più che anche nella Locride dalla tanto famigerata sanità gli operatori sarebbero stati muniti di tutti i dispositivi medici utili non solo a evitare di contrarre il temuto virus, ma persino a visitare un paziente malauguratamente positivo.
Intanto, però, la persona in questione, per comprendere l’origine delle sue sofferenze, si è dovuta recare a un ospedale già gravato da atavici problemi e, visto il codice attribuitogli, ha dovuto attendere pazientemente quattro ore per una visita che la Guardia Medica avrebbe potuto effettuare in pochi minuti, evitando così di gravare ulteriormente sul provato personale del Pronto Soccorso.
Ci domandiamo, in conclusione, se il timore del contagio possa davvero determinare una violazione così eclatante del codice deontologico e se i lavoratori del Pronto Soccorso, a questo punto, abbiano davvero un’innata forma di sprezzo del pericolo che, quotidianamente, fa loro correre dei rischi enormi per salvare le vite degli estranei che chiedono loro aiuto…
Foto: lavocedeltrentino.it