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Bruno Panuzzo: «Michelangelo Frammartino ha colto la parte più profonda della Calabria»

Di Fabio Belcastro

Venerdì scorso, presso il Cinema Vittoria, è stato presentato il film Il buco, diretto dal regista Michelangelo Frammartino. Un’opera complessa e ben costruita, che evidenzia un lato poco conosciuto della Calabria: il racconto delle esplorazioni compiute sul territorio nel recente passato. Bruno Panuzzo, apprezzato artista calabrese e conosciuto per la massiccia promozione territoriale tramite la tecnica del Libro Box, ha incontrato Frammartino lodandone il prezioso operato.
«A Locri ho incontrato un grande regista – ha dichiarato, – nonché un uomo che ha esportato la parte più profonda e significativa della Calabria. Michelangelo Frammartino è riuscito, con la sua arte filmica, ad andare oltre la storia, oltre l’abisso di Bifurto, un buco lungo 683 metri nel Parco del Pollino in cui un gruppo di speleologi piemontesi si è addentrato nell’agosto del 1961. Attraverso un’opera ben pensata e ben costruita il regista ha evidenziato, con ottica personale, l’Italia del boom economico. Il Bel Paese che fu caratterizzato dal Sorpasso di Dino Risi; dalla stabilità monetaria della lira e dal tipico fermento dei rampanti anni ’60, si concretezza ne Il buco per mezzo di un azzeccato parallelismo. Se negli anni sessanta del secolo scorso, a Milano, vi è la costruzione del grattacielo Pirelli, che si sviluppa in maniera futuristica e ambiziosa verso l’alto, in Calabria si concretizza il movimento speculare e contrario, quello verso le viscere della terra, compiuto dal gruppo degli speleologi. Frammartino racconta tutto questo a modo suo, muovendosi oltre la semantica delle immagini e attraverso il significato profondo di suoni, luci e ombre. Il film è dinamico, audace a tratti documentaristico. Sono i suoni a spingere le immagini e vice versa, in un crescendo emotivo enormemente amplificato dal Dolby Atmos, che fa comprendere ogni respiro degli speleologi in discesa rendendo lo spettatore quasi parte dell’eroica impresa. La semplicità umana di Frammartino induce quasi a far dimenticare che la sua opera sia stata premiata al Festival del Cinema di Venezia, ma ci pensa la visione del film a ricordarlo.»
Nel dibattito, che ha avuto luogo nello stesso cinema Vittoria” di Locri, dopo la prima de Il buco nella zona locridea, Michelangelo Frammartino raccozza raccontato la genesi dell’opera con umiltà e orgoglio tipicamente meridionale. Questi sono gli elementi basici che hanno condotto questo figlio di Calabria, da anni però trapiantato a Milano, a diffondere quanto di meraviglioso ha realizzato in Italia e nel Mondo. Un ambasciatore di Calabria, quindi, nonché un regista dallo stile unico.

Redazione

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